Capitolo 10.

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La piazza del Duomo di Cefalù, quella sera per la festa patronale, era piena di luci, musica e bancarelle sia di cibo che di differenti oggetti: questi spaziavano da gioielli, a libri, vestiti, soprammobili e molto altro.

Cesare si sedette felice sulla sedia in metallo del bar a cui tutto il loro gruppo si era rifugiato per bere qualcosa, tenendo in mano due piccoli sacchetti in carta colorata.

Nel primo c'era un libro, comprato ad una di quelle bancarelle proprio prima, che spiegava le varie architetture ed edifici storici presenti in Sicilia: non vedeva l'ora di ritagliarsi un momento per se e poterlo leggere in pace.

Nel secondo sacchetto, di un delicato color verde pastello, vi era invece un regalo per il più piccolo, seduto alla sua sinistra.

Mentre aspettava la sua ordinazione, un calice di vino rosso, Cesare mise i due sacchetti sul tavolo, spingendoli delicatamente verso Nic, mentre quest'ultimo era coinvolto in una conversazione con Tonno e Federico, riguardante qualche canale su YouTube che tutti e tre seguivano e di cui Cesare mai aveva sentito parlare.

Sorrise vedendo il più piccolo gesticolare, preso dalla conversazione.
Alzò leggermente il bacino e tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans neri che indossava il suo accendino, poi tornando a sedersi composto, estremasse da quella anteriore il pacchetto di Marlboro rosse.

Tirò fuori una sigaretta e la portò alla bocca, poi, notando che Dario di fronte a lui lo stesse fissando, gli porse il pacchetto, sporgendosi leggermente in avanti e alzando le sopracciglia, in una domanda muta.

"Grazie" Disse l'amico, prendendo una sigaretta dal pacchetto.

Cesare gli lanciò l'accendino e rimise il tasca il pacchetto.
Mentre aspettava che l'amico accendesse la sua sigaretta si guardò in giro e si sentì sereno: nonostante la dura giornata passata ad aiutare gli altri ad allestire tutto l'occorrente per la festa del paese, non si sentiva per niente stanco.

Alla conversazione di Nic, Tonno e Federico si erano aggiunte anche Beatrice e Martina, mentre Dario, dopo avergli ridato l'accendino, si era messo a parlare con Frank, Stiva, Marco e Nelson del nuovo album appena uscito di Gazzelle.

Cesare si accese la sua sigaretta con calma, gustandosi il momento.
Tutto era tranquillo: non aveva più sentito parlare Dario di suo padre, e quello poteva solo essere un bene, con Nicolas andava tutto splendidamente, cosa che mai avrebbe potuto immaginare neanche nelle sue prospettive più rosee, e lui era in pace.

Si godette il primo respiro di fumo, conscio che, da lì a pochi giorni, quella sensazione di estrema felicità si sarebbe attenuata sicuramente: la vacanza stava finendo e il ritorno a Milano era imminente.

Sarebbe tornato di nuovo alla sua vita frenetica e avrebbe dovuto mettersi sotto con il progetto per i giapponesi, tutto questo lontano da Nic

Si girò verso di lui, notando che lo stava guardando: gli sorrise.

"Che hai comprato?" Gli chiese infatti, guardando i due pacchetti davanti a lui.

"Aprili pure" Disse, soffiando dalla parte opposta a Nicolas il fumo della sua sigaretta.

Il più piccolo aprí per primo il pacchetto contenente il libro e sorrise.

"Vedo che questa terra ti ha rapito il cuore"
Disse sornione.

"O forse solo un suo abitante" Replicò Cesare divertito, notando le guance di Nic colorarsi di rosso.

Si avvicinò, tenendo la sigaretta lontana, sapendo che al più piccolo non faceva proprio piacere il fumo, e gli bacio le labbra in modo delicato e dolce.

Ai confini del mondo Where stories live. Discover now