part 98

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"Non è una buona idea dormire insieme, finiamo sempre così" sussurro sulle sue labbra quando lo vedo aprire gli occhi "Per me lo è invece" mi risponde lui con voce rauca. Ieri sera abbiamo portato Davi al cinema e quando siamo rientrati ci siamo messi tutti e tre nel suo letto per cercare di farlo dormire, ci siamo riusciti facilmente solo che poi abbiamo iniziato ad avvicinarci e a toccarci, così ci siamo spostati nella camera di Neymar ed successo di nuovo. In realtà non è successo solo quello, lui mi ha detto di provare qualcosa per me, non sa bene cosa di preciso ma sa di non considerarmi una semplice amica, proprio come non lo era lui per me.

E così abbiamo deciso di provarci, se cosi vogliamo chiamarlo. Per due persone che si stavano semplicemente conoscendo eravamo già andati oltre da un bel po'. Con lui sto meglio, non bene, perché non avrei mai potuto voltare pagina così facilmente in così poco tempo. Ma quando ero insieme a lui mi sentivo più viva e il pensiero di Paulo mi sfiorava di meno, anche se non sarebbe mai stato abbastanza, almeno  fin quando non lo avrei dimenticato del tutto.

Gli do un bacio a stampo, seguito da una serie e la sua mano finisce sul mio sedere, sento che stiamo per arrivare di nuovo a quel punto. "Ti sta squillando il telefono" gli dico io staccandomi leggermente "È il tuo" mi risponde continuando a baciarmi.

Non mi alzo subito; in questo momento non posso rispondere al telefono, sto così bene adesso, solo che smette di suonare e poi ricomincia quindi mi costringe ad alzarmi e andare a vedere chi fosse a chiamare ripetutamente a quest'ora di domenica mattina. Leggo il suo nome e mi cade il telefono dalle mani, letteralmente. Mi giro verso il brasiliano sul letto che mi guarda confuso e curioso "È lui." sgrana gli occhi a si alza venendo verso di me, nel frattempo a smesso di squillare. "Cosa voleva secondo te?" mi dice lui con un cenno di testa "Non lo so"
rimaniamo a guardarci per qualche secondo e dopo di nuovo riprende a squillare, sempre lui. Devo rispondere, se gli fosse successo qualcosa? "Devo rispondere" gli dico io.

Lui annuisce con un espressione contrariata ma alla fine acconsente ed esce dalla stanza, chiudendo la porta e lasciandomi da sola con il telefono in mano e il tremolio "Alessia!" sento la sua voce non appena avvicino il telefono al mio orecchio e sento lo zoo muoversi dentro di me "Paulo.." suona più come una domanda, sinceramente sono molto confusa dal fatto che mi abbia contattata. "Come stai? E soprattutto, dove sei?"

"Sto bene e lo sai già dove sono.."

"Ascolta. Non era questo il modo in cui volevo che andasse a finire, non volevo mandarti via e non volevo andare avanti con Antonella; so di averti fatto del male ma capisci che-" lo interrompo subito, non ho voglia di sentirmi dire sempre le stesse cose : l'ho fatto per te, non potevo lasciarti vivere con questo peso eccetera. Non voglio sentirmi dire che avrei dovuto aspettare ancora. "Paulo ho capito, adesso sto andando avanti come mi hai chiesto di fare tu, sto bene qui."

Dico io con molta tranquillità, mentendo. Ovvio che non sto bene, dovrei negare ma poi scombussolerei di nuovo tutto e come abbiamo accordato, stare insieme in queste condizioni ci avrebbe solo fatto star male. Deve pensare che ormai sono andata e concentrarsi sulla sua famiglia, se gli dicessi che sono qui ad aspettarlo lo metterei avanti ad una scelta troppo complicata. Non risponde e cosi stiamo un po' in silenzio entrambi, poi tira un lungo sospiro e riprende a parlare "Antonella non era incinta, era una trappola in modo di farmi rompere con te"

Spalanco occhi e bocca sentendo le sue parole "Possiamo stare insieme. Hai capito? Puoi tornare a Torino e finalmente andremo a vivere nella villa dei nostri sogni" mi si spezza il cuore e mi cade il mondo addosso quando dice ciò, adesso come glielo spiego che sono stata tutto questo tempo con un altro, cercando di andare avanti per non finire col pensare costantemente a quanto mi mancasse e quanto non mi sentissi più io senza lui. "Paulo io-" faccio per parlare ma mi interrompe e inizia a parlare di nuovo lui. "Sarei voluto venire a Parigi ma non sapevo come avresti reagito, ti vengo a prendere adesso va bene? Dammi il tempo di arrivare e ti riporto a casa."

Sento i miei occhi farsi sempre più lucidi, il naso bruciarmi e una fitta fortissima al petto, qualche secondo dopo mi ritrovo a guardare la mia figura riflessa allo specchio, con gli occhi rossi e le guance bagnate dalle lacrime incessanti. Mi guardo e capisco che ancora una volta ho sbagliato tutto, mi sono fatta prendere di nuovo dall'istinto e adesso ne pagavo le conseguenze. "Ti amo più di qualsiasi altra cosa, dimmi che è lo stesso per te e che possiamo ancora andare avanti, come sempre"

Gli chiedo mentalmente di smetterla di dirmi queste cose, perché mi sta facendo costruire castelli e poi abbatterli allo stesso tempo.
So che dicendo ciò che sto per dire probabilmente perderò per sempre l'uomo della mia vita, l'altra parte di me, ma non avrei più potuto guardarlo negli occhi sapendo cosa gli stessi tenendo nascosto.
Quello che vorrei dire sarebbe "Ti amo anche io, sei tutta la mia vita e non posso stare senza di te neanche mezzo minuto in più, riportarmi a casa" invece quello che dico è :

"Sono stata con Neymar, tre volte e mi ha confessato i suoi sentimenti"

Sei bella come un gol al novantesimo. /Paulo Dybala.Where stories live. Discover now