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Si trovavano sulla strada di ritorno da quell'improvvisato, quanto inaspettato, appuntamento. Nessuno dei due aveva il coraggio di proferire parola, camminavano entrambi con capo chino e la mente da tutt'altra parte. Taehyung ogni tanto voltava lo sguardo intorno a sé nel vano tentativo di impegnare i propri pensieri altrove e non alla figura che si trovava a pochi centimetri da lui. Non sapeva se pentirsi o meno di tutto quello che aveva detto; da un lato, sentiva di dover trasportare un peso in meno dal momento in cui aveva fatto chiarezza con sé stesso e confessato i propri sentimenti al minore, dall'altro, si domandava se, dopo quella tanto schietta dichiarazione, il moro non avesse intenzione di tagliare i rapporti tra di loro o di stabilire una distanza.

Erano un continuo contrasto le sue emozioni, i suoi pensieri. In quel momento aveva tanta voglia di prendere per mano il ragazzo e baciarlo, portarlo in casa e trascorrere una delle notti più belle della loro vita all'interno delle quattro mura casalinghe. Ma l'unica cosa che era in grado di fare era lanciare delle piccole e fugaci occhiate a colui che primeggiava nella sua mente come ormai ogni giorno; occhiate intrise d'amore misto alla preoccupazione di un possibile allontanamento da parte sua.

Ma la cosa che Taehyung non sapeva era che, se nella sua mente incombevano migliaia di paranoie, nell'altrettanta mente di Jungkook stava accadendo il caos più totale.

Il più piccolo tra i due ragazzi non faceva altro che pensare e ripensare alle parole confessategli dal maggiore giusto poco tempo prima, quella inaspettata, quanto bella, verità che gli aveva confessato con il cuore in mano il biondo nella speranza che potesse accettare lui ed i suoi sentimenti.

È proprio grazie a questo significato che ho deciso di volerle dare il tuo nome; La Stella Jungkook, colei che mi ha fatto innamorare perdutamente di sé. Io credo di essermi innamorato di te, Kookie. Credo di amarti.

Una scia di brividi attraversò la sua spina dorsale mentre sentiva le guance surriscaldarsi lievemente al sol pensiero di quelle parole. Era incredulo, non riusciva davvero a credere che gli era successo davvero; come poteva uno spirito dolce e gentile, genuino e buono come quello di Taehyung essersi innamorato di lui, che non era altro se non tristezza e demoni del passato mischiati alla malinconia e alla droga. Non riusciva a capacitarsene. Continuava a mettere a paragone le due figure; Taehyung e Hyungsik. Hyungsik e Taehyung. Non c'era nemmeno una singola cosa che li mettesse in comune, come poteva aver avuto a che fare con due persone così tanto diverse nella sua vita?

In passato, era stato convinto che il primo nominato fosse stato il suo primo e grande amore, nonostante le intemperie che aveva portato. Hyungsik lo aveva stregato con le sue parole seduttive colme di veleno, lo aveva attirato all'interno della propria gabbia e messo in trappola quando il più piccolo era altamente vulnerabile. Gli aveva fatto credere di amarlo, che si sarebbe preso cura di lui fino alla fine e invece l'aveva annientato. Aveva distrutto ogni singola particella di felicità in Jungkook e l'aveva spento. Aveva spento la stella che era in lui, la stessa stella che brevemente, a passi lenti ma decisi, stava ricominciando a splendere grazie a Taehyung.

Taehyung, colui che si era letteralmente catapultato nella sua vita durante un grigio e uguale giorno come tutti gli altri. Stava riuscendo a mettere tutti i pezzi assieme, stava riaccendendo la luce nel minore ma nonostante questo però, Jungkook aveva ancora paura. Temeva che la storia si potesse ripetere un'altra volta; all'inizio andava tutto alla grande e in seguito soltanto sarebbero arrivati i veri guai. Nonostante ciò, il moro sentiva dentro di sé il nascere di una nuova emozione che non sapeva bene come definire; non appena vedeva il viso pensieroso del biondo non poteva fare a meno di preoccuparsi per lui, chiedendosi quale potesse essere la causa di quella sua espressione imbronciata. Allo stesso tempo, sentiva il cuore sobbalzare all'interno della cassa toracica non appena le loro mani si sfioravano per sbaglio. Sentiva il bisogno di stringerlo tra le proprie braccia e di baciarlo, ma la paura del passato era fin troppa e non fece nulla. Si limitò di camminare al suo fianco, sperando di riuscire a mettere anima e corpo in pace almeno per quella notte.

Beautiful Mess Where stories live. Discover now