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Dopo quella sera Jungkook non vide più Taehyung. Meglio dire, ogni singola volta che i due si incrociavano per le scale o sul posto di lavoro del primo facevano finta di non conoscersi e forse era meglio così. Si comportavano come due sconosciuti, due idioti. La maggior parte delle volte il biondo era accompagnato dal proprio amico, Jimin, il quale non aspettava neanche un momento per dimostrare agli occhi del minore che avesse perso, che a Taehyung non interessava. Perciò il corvino decise di ignorarli; non avrebbe mai dimostrare il suo dolore e la sua fragilità ai due, l'unica cosa da fare era semplicemente far finta che non esistessero.

Jungkook aveva appena terminato il suo turno di lavoro. Roseanne, assieme a Lisa, lo sarebbe andato a prendere per andare a casa di Namjoon, cosicché il minore avesse finalmente avuto l'onore di conoscere il ragazzo di quest'ultimo.

Era un po' nervoso, non era ancora abituato a relazionarsi con altre persone ma, fortunatamente, grazie alla rossa, stava riuscendo ad uscire fuori dal suo guscio. Almeno in parte.

Chiuse con la chiave la porta d'ingresso della biblioteca e la ripose in tasca, dopodiché si incamminò per la solita strada diretto al proprio condominio. Aveva bisogno di darsi una ripulita prima di poter uscire quella sera o avrebbe di certo fatto una brutta impressione agli amici della collega e l'ultima cosa che in quel momento desiderata era perdere anche lei.
Entrò nel palazzo e salì dritto al terzo piano. Arrivò sul pianerottolo e, nel momento in cui stava per afferrare le chiavi dalla propria tasca, queste caddero assieme a quelle della libreria per terra, mischiandosi tra di loro.

«'Fanculo.» esclamò esasperato mentre provava invano ad aprire la porta.

Ad attirare la sua attenzione fu una seconda voce che mano a mano si faceva sempre più vicina. In poco tempo riconobbe si trattasse di un Jimin intento a parlare al telefono mentre trasportava due buste della spesa tra le mani. Non lo degnò neanche di uno sguardo e si piazzò davanti la porta dell'appartamento di Taehyung, molto probabilmente intento anche lui a cercare le chiavi.
Fu inevitabile per il minore origliare la conversazione dell'altro, che capì stesse parlando con il biondo non appena sentì pronunciare il suo nome.

«Si Taetae, ho preso quello che ti piace tanto.» ridacchiò «Certo! Prima o poi lo dirò ai miei genitori, ho solo bisogno di tempo.» continuò a parlare consapevole che il corvino lo stesse ascoltando.

Tempo per cosa?

Evidentemente quel Jimin non era più che un semplice amico, ma molto di più.

Fortunatamente per lui, Jungkook riuscì ad aprire in tempo la porta e si catapultò all'interno del proprio appartamento non riuscendo più a tollerare la voce fastidiosa dell'ospite del suo vicino.

Ospite o fidanzato?

Sospirò a quel pensiero malsano e si tolse la giacca appendendola all'attaccapanni. Si diresse verso il bagno per potersi fare una veloce doccia dato che aveva solo mezz'ora prima dell'arrivo di Roseanne.
Si spogliò velocemente e gettò i vestiti per terra, dopodiché aprì il getto dell'acqua calda e si infilò al di sotto di esso. Avvertì immediatamente i muscoli sciogliersi grazie al tepore, lasciò che l'acqua portasse via tutte le sue preoccupazioni e malinconie per pochi minuti facendogli dimenticare qualsiasi tipo di problema. Si dimenticò di quella testolina bionda del suo caloroso sorriso, delle sue labbra morbide che creavano facilmente dipendenza, delle loro mani intrecciate e della sua vitale risata. Si dimenticò di tutto, doveva farlo. Noj avrebbe portato a nulla di buono perdere la testa per un ragazzo a cui non importava davvero di lui. Ci era già passato e aveva promesso a sé stesso di non ricadere più in quel circolo vizioso.

Scosse il capo eliminando i ricordi del passato e continuò a lavarsi beandosi di quella piacevole sensazione. Non appena finì i brividi avvolsero totalmente il suo corpo, così si affrettò ad uscire dalla piccola cabina avvolgendosi un asciugamano attorno ai propri fianchi. Successivamente andò in camera sua e aprì l'armadio, da cui tirò fuori un jeans, una maglietta nera ed una camicia beige da lasciare aperta al di sopra della T-shirt. Si vestì velocemente e corse in cucina per recuperare il telefono per poter controllare l'orario, ma uno strano fogliettino bianco davanti alla porta d'ingresso attirò la sua attenzione. Senza pensarci due volte lo afferrò per capire di cosa si trattasse, ma si pentì immediatamente di averlo fatto.

Beautiful Mess Where stories live. Discover now