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La pioggia scendeva ininterrottamente sull'asfalto colpendo l'unica finestra presente in quella camera creando un suono simile a dei sassolini che vengono lanciati contro un qualcosa di duro, come un vetro. Jungkook se ne stava seduto sul davanzale ad osservare le strade deserte di Seoul mentre tra le mani stringeva una tazza di té fumante, nel tentativo di poter riscaldarsi. Guardava l'esterno come se stesse aspettando il ritorno di qualcuno, qualcuno di importante ma non riusciva a spiegarsi chi. Dopotutto abitava da solo ormai da anni.

Si accorse che all'entrava del palazzo vi era un ragazzo, alquanto sciocco secondo lui, intento a scendere i gradini con in mano una pila infinita di libri i quali gli impedivano di vedere la visuale dinanzi a sé. Dal lato opposto, invece, si trovava una figura parecchio familiare ma della quale non riusciva a vedere il volto. Questa osservava scettica il ragazzo con i libri, come se sapesse già quale sarebbe stata la sorte di tutte quelle pagine colme di parole.

Come se Jungkook sapesse già cosa stesse per accadere, non restò sorpreso quando vide il ragazzo, che si era rivelato essere biondo, scivolare e cadere al di sopra dell'altro. Era come un déjà-vu tutto ciò. Sorrise quando vide i due ragazzi alzarsi insieme per potersi dirigere all'interno della struttura, sembravano così felici e sereni.

D'un tratto però la scena cambiò; i due ragazzi scomparvero di fronte a lui, non si trovava più nella sua stanza ma in un'altra con un dolce profumo di vaniglia, profumo di casa. Jungkook si guardò attorno per capire dove si trovasse, finché non si rese conto di trovarsi nella camera da letto che condivideva con Taehyung.

Accarezzò delicatamente le lenzuola vellutate e sorrise nel ricordo della sua prima volta insieme all'amore della sua vita. Come se avesse potuto sentire i pensieri del minore, l'ossigenato fece la sua entrata all'interno della stanza con un enorme sorriso quadrato stampato in volto.

«Amore, sono a casa.» sorrise regalando al moro un caloroso e amorevole abbraccio. «Mi sei mancato così tanto oggi.»

«Mi sei mancato anche tu.» rispose istintivamente l'altro, come se le parole gli fossero uscite sole dalla bocca.

«Ti amo così tanto Kookie.» prese a lasciargli una lunga scia di umidi baci lungo il collo, mentre lentamente spostava il corpo di Jungkook sempre più indietro sino a farlo ricadere sul materasso morbido. Taehyung gli rivolse uno sguardo languido e colmo di lussuria, si posizionò a cavalcioni su di lui e prese ad accarezzare con una lentezza estenuante il petto dell'amato. Dalle labbra di Jungkook uscì un gemito strozzato, chiuse gli occhi beandosi della presenza del fidanzato sopra di sé e si morse un labbro per evitare di poter far uscire altri versi sconci. Il biondo si abbassò sul viso dell'altro ed avvicinò le labbra al lobo del suo orecchio, che prese a mordere fino a che non gli sussurrò «Vedo che resti la solita puttana di sempre.»

Gli occhi di Jungkook si spalancarono nell'udire quella voce, i brividi invasero le sue ossa mentre un'improvvisa nausea si fece sentire all'interno del suo stomaco. Guardò davanti a sé; Taehyung non era più sopra di lui pronto ad amarlo e ad accarezzarlo, al suo posto vi era Hyungsik con il suo solito sguardo iniettato di sangue.

«C-cosa.. no.. non è possibile.» la sua voce era spezzata, gli occhi si riempirono immediatamente di lacrime quando capì quello che sarebbe accaduto di lì a poco.

«Ti sono mancato, puttanella?» ghignò il ragazzo sopra di lui mentre con una mano liberava il proprio membro dai pantaloni stretti. «Adesso io e te ci divertiremo come ai vecchi tempi.» rise mentre con quelle mani che Jungkook tanto odiava andava a profanare ancora una volta l'inerme e fragile corpo del ragazzo.

«N-no.. no! Lasciami stare, ti prego. Basta!» urlò in preda al panico mentre Hyungsik lo liberava dai suoi indumenti inferiori. Piangeva e si divincolava, ma nulla riusciva a liberarlo da quella stretta maledetta. «No!» urlò ancora una volta e chiuse gli occhi coprendosi il volto come a volersi proteggere.

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