Capitolo 20

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"Oh hai visto cosa sta succedendo?" rise caldamente la donna sussurrando nell'orecchio dell'amica.

"Ti riferisci alla signorina Granger e al giovane Malfoy?"

"Certo! A chi altri se no"

L'anziana signora si prese un lembo del vestito tra le dita e prese a volteggiare a ritmo di musica "vorrei avere nuovamente la loro età" sospirò sognante rendendosi conto di non potersi più permettere i movimenti di un tempo.

"Ah anche se avessi la loro età tu non combineresti niente comunque" la provocò l'altra con divertimento.

L'anziana si bloccò girandosi a guardarla furente, aprì la bocca per dirne quattro all'amica, poi la richiuse nuovamente sospirando serena "hai ragione" ammise "la loro storia sembra così bella che potrebbe essere favola... mai un cenno di tristezza o sentimenti meno nobili dell'amore"

Prendendosi una ciocca di capelli grigi tra le mani si perse a guardare la falsità degli alberi che la circondavano. Quanto avrebbe voluto essere in carne e d'ossa di nuovo. Il silenzio alle sue spalle però la costrinse a cercare con gli occhi la sua compagna di chiacchiere.

"Beh in realtà una nota stonata c'è..." disse tristemente l'amica guardandola con volto dispiaciuto.

La vecchia le restituì uno sguardo confuso, poi al di là della tela posò lo sguardo su una delle ragazze più belle, ma tristi che Hogwarts avesse mai visto.

La ragazza in questione si accorse dell'improvviso silenziò che accompagnò il suo passaggio e con un sospiro frustrato borbottò un "stupidi quadri parlanti"

Era stata un'ingenua, aveva tentato ancora una volta di farlo ragionare e tornare sui suoi passi. Daphnee si sarebbe nuovamente presa gioco di lei.
"Draco" lo aveva chiamato durante il pranzo con una studiata nonchalance. Lui l'aveva guardata, bello come sempre e un brivido aveva percorso la spina dorsale della fredda Astoria Greengrass. Era amore? Probabilmente no, ma era sicuramente il massimo che la ragazza era in grado di provare.

"È da tanto che non usciamo, mi piacerebbe passare un pomeriggio insieme come qualche anno fa" In quelle iridi grigie un lampo di noia e disinteresse l'aveva fatta infuriare come poche volte nella sua vita.

Draco poi si era sforzato di accennare un sorriso "va bene, facciamo domani?"
"Perché non oggi!?" era sbottata la ragazza già fuori di sé dalla rabbia.

"Calmati Greengrass" l'aveva fulminata Draco con distacco e ormai stanca non aveva avuto la forza di ribattere. Si era alzata ed era fuggita.

Preferiva la mezzosangue a lei. Anni passati a sostenerlo, consolarlo. In fondo sapevano entrambi che le loro famiglie speravano nella loro unione, Astoria amava la sua compagnia indipendentemente da ciò ed aveva accettato da tempo la decisione della sua famiglia. Che stupida era stata a pensare che l'avesse accettata anche lui.
Era una ragazza furba ed intelligente, abbastanza intelligente da capire che non aveva alcun talento o genialità. Senza un buon marito si sarebbe dovuta accontentare di una vita mediocre o di un uomo ricco e disgustoso che vedeva in lei solo la sua immagine.
Draco invece sarebbe stato perfetto, pensò per l'ennesima volta, era bello, brillante e complicato. Le avrebbe dato uno scopo, erano più simili di quanto sembrasse. Lei avrebbe imparato ad amarlo e poi avrebbe insegnato a lui.

Ma lui non la voleva e non l'avrebbe mai voluta. Voleva la mezzosangue.

Sentì la rabbia montarle dentro violenta quando dall'altro lato del corridoio vide comparire la Granger illuminata da un sorriso sereno. Camminava guardando in basso stringendo forte al petto un paio di libri.

Sembrava persa nei suoi pensieri, Astoria non aveva dubbi su chi riguardassero. Erano sole e nemmeno si era accorta della sua presenza quella stupida grifondoro. Avrebbe voluto mostrarle il suo dolore, farla sentire talmente in colpa da farle più male di quanto ne avesse fatto a lei, ma lei era una Greengrass e non si sarebbe mostrata debole. Mai.

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