Capitolo 15 - Biscotti

484 29 4
                                    

Perché doveva fare così male?

Ero stata io a lasciarlo, eppure sapevo di amarlo.

Era stato tutto un casino nel quale nessuno capiva niente.

Finalmente mi accorsi di stare piangendo silenziosamente da una decina di minuti, per cui decisi finalmente di lavarmi, sperando di lavare via ogni ricordo.

Dopo venti minuti buoni che ho passato a far nulla, scesi al piano di sotto, con i capelli bagnati tra l'altro, per parlare con Sasha e Yumi. Chissà perché Nana non c'era... 

-Cosa avete contro Daniele?!- chiesi senza nemmeno pensarci. Eppure ne ero certa: loro avevano qualcosa contro di lui, ma me ne accorsi solo in quel momento.

-Non ci fidiamo e basta. Ha qualcosa che non mi convince- rispose Yumi con tono distaccato. Avevo fatto centro.

-Perché?- ripetei.

-Basta con le domande!- mi urlò contro Sasha picchiando le mani sul tavolo posto davanti alla poltrona sulla quale si era seduto. 

-Questa è casa mia, di conseguenza sono IO che comando, non m'interessa se sei contro di me o mio alleato. Qui non puoi decidere nulla! Se devi uccidermi fallo adesso e non se ne parla più!- gli sbraitai contro fuori di me. Come si permetteva? E poi perché stavamo tornando allo stesso rapporto che avevamo appena conosciuti? Mille domande mi frullavano per la testa ma ero troppo agitata per dar loro peso.

-Bene!- rispose il biondo, probabilmente con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Appena finì di pronunciare quella parola cominciò a fissarmi, mentre la zona dove mi aveva morso di recente iniziò a bruciare. Faceva molto male, talmente tanto che dovetti accovacciarmi a terra per evitare di cadere. La vista cominciava ad annebbiarsi, ma vedevo ancora due figure muoversi di fronte a me. Le mie orecchie si erano come tappate, e l'ultima cosa che sentii era la porta aprirsi di colpo e una voce a me molto famigliare mormorare qualcosa di incomprensibile. Poi il nulla. Non percepivo niente, ma riuscivo ancora a sentire il battito del mio cuore. Non respiravo né ne avevo bisogno. Non necessitavo di niente in realtà.

Quando finalmente mi ripresi ero in camera mia. Non c'era nessuno, ma dalla cucina proveniva un dolce profumo di biscotti appena sfornati.

Mi alzai cautamente, perché facevo molta fatica a fare qualsiasi cosa, dopodiché mi diressi alla fonte di quell'odore che mi stava facendo venire l'acquolina.

Vidi Daniele... un attimo! Cosa ci faceva in casa mia?

Appena mi notò sbarrò gli occhi dalla sorpresa e corse ad abbracciarmi. La sua stretta era salda ma confortevole, inoltre profumata di biscotti al burro! Appena mi lasciò arrossì e abbassò lo sguardo, ma riuscii a notare che aveva gli occhi lucidi.

-S-scusa... è che, beh, sai, ti sei come addormentata e ti sei svegliata dopo tre giorni... Scusa se sono qui senza permesso ma nessuno ti sarebbe potuto stare accanto altrimenti- disse. Perché nessuno? -Ah, già! Tu non lo sai... ehm... allora... ho mandato via i tuoi "amici"...- mi spiegò mentre io non avevo ancora spiccicato parola.

-Grazie- sussurrai.

-Cosa ti hanno fatto?- chiese dolcemente, ma si poteva notare subito quanto fosse preoccupato, anche perché era sempre stata una persona trasparente.

-Non lo so- mormorai avvicinandomi a Daniele. Eravamo a una spanna di distanza e vedevo come le sue guance stavano quasi prendendo fuoco tanto eran rosse. Lo abbracciai.

Gli ero grata dal più profondo del mio cuore, non solo per quello, ma per tutto ciò che lui a sempre fatto per me da quando ho memoria.

Poi accadde una cosa che mi sorprese abbastanza, ma era un fatto che in realtà desideravo, nonostante non lo volessi ammettere nemmeno a stessa...
Daniele's POV

Lei mi abbracciò. I suoi capelli avevano lo stesso profumo che avevo spruzzato in camera sua quando l'avevo pulita... mentre lei era in una specie di coma.

Non riuscii a resistere, così le presi il mento tra l'indice e il pollice e portai il suo viso verso di me. Poi la baciai. Prima a stampo, poi pian piano ci avvicinammo. Eravamo petto contro petto, ma lei non si opponeva, anzi. Potevo sentire il suo cuore battere all'impazzata, che faceva a gara con il mio. Intanto le nostre lingue ballavano estasiate da quel contatto che bramavano da tempo immemore ma che avevamo accantonato.

Ci staccammo dopo una decina di minuti ma rimanendo in quella posizione per un po'. Sora era rossa più di un pomodoro, ma anch'io sentivo la faccia andarmi a fuoco.

-Oh, ehm...  ci sono i biscotti- dissi goffamente cercando di calmarmi... ma intanto mi stavo perdendo nel blu avio degli occhi di quella straordinaria ragazza; l'unica mai stata in grado di farmi affezionare a qualcuno fino a quel punto.

Finalmente ci sedemmo a mangiare, visto che erano passate da poco le otto meno un quarto. Nel caso vi chiedeste il motivo per il quale ero già sveglio: ero molto in pensiero per Sora, e dal nervosismo, come mio solito, mi misi a cucinare biscotti. So che è una cosa parecchio strana ma io sono fatto così.
Ciao a tutti! Mi scuso per essere così maledettamente in ritardo, ma avevo fa fare una marea di verifiche per cui... Cercherò di essere più puntuale d'ora in poi. Intanto vi  ringrazio tantissimo per le visualizzazioni e i voti. Anche se parecchio in ritardo... buon San Valentino e... e basta. Aggiornerò FORSE sabato e domenica, ma non garantisco nulla. Mi scuso per eventuali errori di battitura e vi chiedo di commentare. Grazie per tutto il sostegno che ho ricevuto fin'ora! :)

Enjeru (Angelo)Where stories live. Discover now