Capitolo 4 - Papà...?

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Non mi ero ancora ripresa del tutto, e quel "coso" mi diceva già di studiare? Non ero proprio una frana a scuola, ma mi bastavano e avanzavano le lezioni che dovevo subire quasi quotidianamente!

-Comunque sia per adesso questa cosa deve rimanere segreta, per cui abbiamo bisogno di un Quartier Generale- disse il ragazzo.

-E allora? Sei tu che ne sei convinto. Potremmo tranquillamente incontrarci in qualche luogo fuori città oppure dopo la scuola...- cominciò Yumi.

-No- la interruppe Aleksandr. -Potremmo attirare l'attenzione di qualcuno, umano o no che sia, e ti ricordo che è probabile che quelli dei Piani Alti si mettano a investigare se vedono uscire assimeme due angeli di categorie differenti... soprattutto un angelo assassino accompagnato da ben due angeli Chiave. E poi non voglio che si pensi che uno come me possa uscire con due come voi, ho una certa reputazione da sostenere, io!- Non avevo parole per descrivere il suo atteggiamento.

-Ehi!- sbuffai io. -Non so bene chi siano "quelli dei piani alti" come li chiami tu e per adesso non m'interessa, ma non ti permetto di insultarci! E poi chi ti credi di essere?! Di che reputazione stai parlando? Quella del ragazzo menefreghista che cerca di uccidere con lo sguardo?- Più ci parlavo e più mi innervosiva. Aveva un carattere per nulla socievole ma non faceva nulla per sembrare meno scontroso, anche se devo ammettere che sono sempre stata una testa calda nonostante cercassi di camuffare questo tratto del mio carattere.

-Bada a come parli! Per reputazione intendo più che altro quella da angelo, non mi interessano molto le vostre opinioni da ignoranti, in particolare la tua- rispose. Ma cosa diavolo gli avevo fatto?

-Ma allora tu te le vai proprio a cercare! Vuoi prenderle per caso?!- sbraitai io. Non sono una persona violenta, ma quando qualcosa o qualcuno mi fa girare i cinque minuti divento pericolosa, e non per modo di dire. Il 'pivello' invece accennò un sorrisino di sfida.

-Come se avessi paura di una ragazzina come te-.

-Ti sconsiglio di farla arrabbiare...- disse Yumi. Stava continuando a dimostrare di avere un altro carattere. Potevo non sapere nulla di lei ormai, quasi come un'estranea.

-E poi si può sapere perchè parli come se io fossi una bambina dell'asilo? Quando sei arrivato nella nostra scuola hai detto di avere 14 anni, mentre io ne ho quasi 16!- Era una cosa che mi dava alquanto fastidio e non riuscivo proprio a capirla.

-Perché ti comporti come tale, e poi chi ti dice che io non ne abbia 17 di anni? Tu non sai niente di me nè tantomeno degli angeli; potrebbero dimostrare meno anni di quanti ne abbiano. Noi angeli assassini in particolare portiamo molto bene l'età...!- Io guardai Yumi con aria confusa ma lei abbassò lo sguardo.

-E va bene, per adesso mi arrendo. Se proprio dobbiamo continuare questo discorso, facciamolo domani, si sta facendo tardi- proposi io.

-Ti va bene se io dormo da te?- mi chiese Yumi.

-Anch'io- disse Aleksandr con un tono che mi fece intendere che quella non fosse una domanda.

-Eh no!- esclamai io. -Yumi è mia amica, è una ragazza e non è come te, quindi per me va bene anche perchè non causa alcun disturbo, ma tu, "coso", non puoi! Come ti è potuta passare per l'anticamera del cervello una cosa simile? Hai qualche rotella fuori posto per caso? Se non sparisci immediatamente giuro che ti cambio i connotati!!!- ero fuori di me, ma le mie reazioni lo divertivano.

-Smettetela di litigare voi due- si decise a parlare Yumi -Adesso tu te ne vai! Non hai capito che non ti vuole? E io non sono ancora pronta per risponderti!- Era furiosa, talmente tanto che non diedi peso all'ultima frase, visto che stava mettendo paura pure a me.

-Va bene, va bene, me ne vado- disse Aleksandr alzando le mani in segno di resa.

-Ci si vede a scuola, novellina- mi disse. Non mi piaceva farmi chiamare in quel modo, ma cominciavo a pensare che cercasse di essere gentile, anche perché mi aveva chiamato "novellina" e non "pivellina" come aveva fatto per il resto della serata... ma forse cercavo sempre di trovare il lato buono nelle persone.

Finalmente se n'era andato e io e Yumi rimanemmo da sole. Cenammo con del semplice riso e cominciammo a discutere sul da farsi il giorno seguente. Dovevamo in ogni caso tornare a scuola quindi finimmo alcuni esercizi cominciati in classe.

-E' vero?- chiesi io.

-Che cosa?-

-Che voi... noi angeli dimostriamo meno anni di quanti ne abbiamo realmente?-

-Quando si comincia ad avere un certo potere...-

-Quindi tu...-

-Ho quasi 18 anni, ma tu... Non so quanti anni tu abbia esattamente, ma non coincide con l'età terrena-. Non sapevo nulla di lei, e neanche di me stessa a questo punto. -E' meglio che tu legga il diario che ti ho portato-.

-D'accordo. Lo farò stasera prima di andare a dormire. Ordino io la cucina, vai pure a lavarti- dissi io accennandole un sorriso. Ordinata la cucina andai in camera e presi il libro. Era leggermente ingiallito e si vedeva subito che fosse vecchiotto, ma era scritto con una bella calligrafia anche se l'inchiostro era di colore grigio e quindi facevo fatica a distinguere le parole. Cominciai... era scritto in latino!

"Per chi leggerà in futuro questo Diario, non lo sto scrivendo di mia iniziativa, ma bensì perchè costretto dai Piani Alti. Io sono Misaki Issei, discendente della stirpe reale..." E' mio padre! "Sono da poco tornato dalla missione, dovevo trovare il responsabile del furto della Gemma...." Più leggevo e meno capivo. Fra l'altro io discendevo da una qualche stirpe reale? Che cos'era la Gemma? Nessuno mi aveva mai detto niente di tutto ciò, eppure... mi sembrava di sapere qualcosa. Era quella sensazione quando ti interrompono durante un discorso e ti dimentichi l'argomento; ecco, era la stessa fastidiosa convinzione di avere un vuoto di memoria.

Finalmente Yumi uscì dal bagno. Notò che stavo leggendo e si bloccò sull'uscio, forse per non distubare.

-Tuo padre... me lo aveva dato prima di di andare via in Inghilterra dicendomi di nasconderlo fino a quando non sarebbe stato il momento di rivelarti tutto... adesso capisci qualcosa in più?- chiese, ma io feci cenno di no con la testa.

-La Gemma... la stirpe reale... chi sono io?- farfugliai io anche non volendo una risposta immediata, mentre appoggiavo i gomiti sulla scrivania e prendendomi la testa tra le mani. Si avvicinò senza parlare, come faceva mia madre quand'ero piccola. A quel gesto mi vennero gli occhi lucidi.

-Ne riparliamo domani, non pensarci adesso. Andiamo a dormire, d'accordo?- disse lei sorridendomi. Io accettai.

Ciao a tutti e grazie per tutte le visualizzazioni! Spero vi piaccia e che sia sufficientemente lungo. Arigatou gozaimasu; matane!

Enjeru (Angelo)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ