Capitolo 22 - Emozioni dimenticate

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~~~~~~~~Un mese dopo~~~~~~~~
-Haru! Vieni, sennò facciamo tardi a scuola!- strillo a mio fratello dalla cucina. Dopo averlo incontrato e avergli raccontato della scuola e delle mie "avventure" siamo tornati a casa mia e anche lui adesso frequenta la mia stessa classe. Ho scoperto che siamo gemelli. Non ho più avuto notizie di Sasha, tanto meno di Yumi. Ai è mia amica, e forse sono l'unica che le parla, escluso mio fratello. L'unico problema è che ha una specie di doppia personalità a causa di un incidente del passato. Purtoppo non se la sente di parlarmene. Però sono ancora leggermente diffidente dopo quello che era successo in palestra, ma Haru dice che era semi posseduta, tipo Yumi. Parlandone con la diretta interessata ho scoperto che le capita ogni tanto, perché Kasura aveva ucciso i suoi genitori e a lei aveva fatto bere un qualcosa forzandola, e quel qualcosa appunto le crea queste crisi si personalità.
Nonostante siamo in anticipo di tre quarti d'ora dobbiamo uscire. Voglio visitare il cimitero... Cerco di non pensarci ma le lacrime solcano le guance ogni sera, senza un motivo preciso. Ieri stavo ascoltando la musica per esempio, e tutto d'un tratto mi è sembrato che tutto il mondo mi cadesse addosso.
Finalmente usciamo e andiamo, o meglio voliamo verso il cimitero.
Settimana scorsa ho imparato a creare piante dal nulla e decido di fare crescere delle dalie accanto alla tomba di Dani. Quando arriviamo sul posto noto subito che la pietra nera e lucida che dovrebbe risaltare in mezzo a lapidi bianche, è graffiata e spaccata in alcuni punti. Qualcuno ha addirittura pasticciato la sua foto con uno spray. Appena assisto a quella visione, corro lì e cerco di fare qualcosa di utile con la magia. Sono distrutta. Le gambe non reggono più mio peso e cedo in ginocchio, sporcando leggermente la gonna della divisa. Haru si avvicina a me e mi cinge le spalle con un braccio.
-Lo sai che non era molto ben voluto... ma è morto da eroe... non capisco perché...-
-Basta!- esclamo in un singhiozzo. In effetti ha ragione. Al suo funerale c'erano solo parenti e alcuni amici. Quando sono arrivata lì mi è stato detto che c'era una bambina che rischiava di essere investita. Lui, non conoscendo ancora gli incantesimi per fermare il veicolo, non ha potuto far altro che buttarsi.
-Dai, andiamo. Ci pensiamo al ritorno da scuola- mi rassicura mio fratello. Io non rispondo ma mi alzo e mi asciugo il viso con la manica della camicia.
Arriviamo a scuola giusto in tempo e ci sediamo vicini, per fortuna, in due banchi in fondo alla classe. Appena appendo la cartella sul gancio a lato del banco, vedo una figura a me più che nota. Sasha... È molto pallido e i suoi occhi sono spenti e sembra quasi una bambola di pezza. Sta disegnando su un album con la copertina in pelle. Sembra usare il carboncino. Non essendo il professore ancora entrato, decido di avvicinarmi e salutarlo.
-Ehi! Come...- comincio ma lui copre il disegno, anche se riesco a scorgere una ragazza, ma non faccio in tempo a distinguerne i particolari.
-Siediti. L'insegnante sta per arrivare- mi ordina con tono piatto. Che caratteraccio! Devo comunque eseguire il comando perché so che rischierei la nota se non lo facessi.
-Ecco cosa ottieni a essere gentili- sussurro ad Haru. Lui per tutta risposta ridacchia sotto i baffi.
Le lezioni passano velocemente, e io mi annoio parecchio perché la storia della magia e le teorie le so già tutte, grazie sia ai miei ex-amici sia a mio fratello. A pranzo non ho fame, perciò lascio Haru-onii-san in compagnia dei suoi amici e cerco Sasha. Cos'aveva oggi? Perché era sparito? Lo trovo sul tetto con Ai. Loro sono vicini, troppo vicini, e stanno guardando all'orizzonte, mentre sembrano discutere su qualcosa di importante. Non so il motivo, ma mi fa maledettamente male. Mentre cerco di capire perché quel ragazzo non mi abbia rivolto parola ma lo faccia animatamente con una persona appena conosciuta, mi ritorna in mente il giorno dell'incidente. Ai stava guardando tutto da una finestra dell'edificio. Un brivido mi percorre tutta le schiena e una paura apparentemente infondata mi suscita un panico non da poco. Le gambe cedono. La mia voce strilla da sola. Le lacrime bagnano il mio viso e fanno male. Vedo quelle gocce toccare terra, ma sono rosse. Io mi accovaccio per terra cercando di non dare peso a quella sensazione. Intanto la mia testa sembra essere trafitta da una lama e mi provoca un immenso dolore.
Mi sento sollevare da due braccia abbastanza muscolose, ma non riesco a capire di chi si tratta. So solo che di sicuro non è Sasha. Le mie orecchie sono tappate e non riesco a sentire quasi nulla, se non dei rumori ovattati in lontananza. Percepisco un bicchiere di vetro poggiato sulle mie labbra. Penso che mi stiano facendo bere qualcosa che mi faccia sentire meglio... lo spero. Dopo alcuni minuti il dolore alla testa sembra svanire e riesco a sentire. Comincio a percepire il mio corpo ma non ho la forza per alzarmi e... non vedo nulla per quanto mi sforzi.
-Onee-chan!-sento. Subito vengo abbracciata.
-Onii-san.... dove sei?- chiedo cercando le sue mani. Lui lo capisce e afferra le mie. Questo piccolo gesto mi rassicura molto.
-Cosa vedi? Cosa ti è successo? Ti prego...- sento la sua voce flebile mentre mi tempesta di domande.
-Stavo cercando Sasha e mi sono sentita male. Dove siamo? Quanto tempo è passato?-
-Siamo nell'infermeria della scuola. La pausa pranzo non è ancora finita. Ma come fai a non capire dove siamo?-
-Non vedo.... niente....- sussurro. -Dov'è Sasha?-
-Non so. So solamente che appena ha saputo ciò che ti è successo è impallidito più di quanto lo fosse- spiega cercando di nascondere una risata carica di... non so, ma è simile all'invidia... -Adesso è il caso che ti riposi- dice e mi da un bacio sulla fronte. A volte sembra un bambino, ma cerca sempre di fare del suo meglio come se fosse mio fratello maggiore.
-Aspetta. Io voglio fare lezione. Non voglio perdere l'anno per colpa di tutte le volte che sto male- lo imploro.
-Come "tutte le volte"? Vuoi dirmi che non è una novità?-
-Beh, non proprio. Non è mai successo una cosa così, ma mi è capitato abbastanza spesso di svenire-. Sembra rimanerci di sasso.
-Allora chiedo all'infermiera. A proposito! Ho scoperto che è la stessa della tua vecchia scuola! Ma non ti assicuro niente anche perché la prossima ora abbiamo pratica del fuoco-.
-Vuoi dire che c'è Oribe-sensei?- Sono entusiasta.
-Esatto! Aspettami qui!-
-Come farei a muovermi...- Sento dei passi svelti allontanarsi. Poco dopo ne sento degli altri, diversi, ma che si avvicinano altrettanto velocemente e abbastanza furtivamente. Peccato per quella persona che il mio udito è diventato quasi canino ormai.
-Scusa... non posso dirti nulla di quello che è successo ma... Yumi sia bene. Ti prego: perdonami per tutto e per quello che sto per fare- mi dice una voce flebile e stanca, palesemente spesso corrotta dal pianto. Ho giusto il tempo di capire di chi si tratti, e subito sento due labbra delicate come petali di rosa poggiarsi sulle mie, piene di morsi a causa del mio nervosismo.
-Sasha... kun...- La mia voce è un sussurro. Poi lui se ne va frettolosamente, lasciandomi con il bisogno di sapere di più e con mio fratello che arriva subito.
-Oribe-sensei ha detto che puoi seguire solo le lezioni di teoria, ma di pratica no. Sarebbe pericoloso, oltre che inutile perché non potresti eseguire alcun esercizio... sei rossa, vuoi che ti controlli la febbre?- Diamine! Sto andando a fuoco ma non penso sia quello il motivo...

Enjeru (Angelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora