Capitolo 21 - Onii-san

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Quando ripresi i sensi mi trovavo nell'infermeria della mia ragazza vecchia scuola. Accanto a me c'era Yumi.
-Finalmente ti sei svegliata! L'infermiera al momento non c'è...- Ditemi che non è un dejà-vu...
-Come sono arrivata qui?- chiesi perplessa.
-Ti ci ha portato Aleksandr-kun-  Fail. Non era andata così la volta scorsa.
-Cosa avete fatto sul tetto?- mi domandò Yumi. La mia testa cominciò a fare molto male. Sembrava voler scoppiare da un momento all'altro. Poi tutto intorno a me divenne sfocato e confusionario. Mi stava venendo la nausea. Alla fine: il buio. Qui mi ritrovai in una piazza, più precisamente: al centro di essa, ed ero circondata di gente che aveva dei sorrisi malefici in volto. Solo in secondo luogo mi accorsi di essere in ginocchio, mentre le mie mani e la mia testa erano appoggiate a un enorme arnese di legno. Alzai lo sguardo e mi terrorizzai: sopra di me era appesa un'affilatissima e palesemente pesantissima lama di quello che penso fosse ferro. Perché? Cosa stava accadendo?
Riconobbi nelle prime file un ragazzo che mi assomigliava quasi come una goccia d'acqua,  era la mia versione maschile. Dopo alcuni istanti vidi un'ombra passarmi di fronte agli occhi, mentre precepivo un peso freddo sul collo, che subito dopo diventò calore fino a che provai una momentanea fitta di dolore. Poi un altro cambio di scena.
Tutto il "pubblico" stava svanendo in una spirale nauseante, mentre io non precepivo più il mio corpo.
Dopo quella che mi era parsa un'infinità, mi ritrovai in una casetta di legno. Ero adagiata su un letto di fortuna, mentre da una finestrella passavano i tiepidi raggi del sole. Notai che nell'angolo c'era una scrivania in betulla, sulla cui sedia sedeva beatamente addormentato stesso ragazzo che avevo visto nella piazza. Mi sedetti, o meglio cercai di farlo, perché una stretta fasciatura sul busto me lo impediva, oltre al dolore e alla fatica a respirare. Cercai di non fare rumore, ma il ragazzo aprì gli occhi, fissandomi con uno sguardo preoccupato. Io ricambiavo, anche se non conoscevo, o meglio credevo di non conoscere quella persona.
-Ayako!- mi festeggiò con voce di qualcuno che è stato corrotto dal pianto fino a poco prima. Anche lui usa quel nome.
-T-tu... chi sei?- gli chiesi.
-Sono Haru... hai... hai perso la memoria? S-sono tuo...- si fermò di colpo. -Fratello- sussurrò infine. Quella parola mi lasciò spiazzata.
-Ma i miei gen...- fui interrotta.
-Non te li puoi ricordare. Le persone che tu chiami mamma e papà non lo sono realmente. Finalmente ti ho trovata onee-chan- disse per poi abbracciarmi. Profumava di vaniglia...
-Ma noi adesso dove siamo?- chiesi cercando di fidarmi di colui che speravo fosse realmente mio fratello.
-Siamo nella mia casetta nel bosco- disse indicando si fiero. Probabilmente l'aveva costruita da solo dal nulla.
-M-ma la scuola?-
-Quale scuola?-
-Quella di magia...!-
-Cosa significa? Chi te ne ha parlato?- Come faceva a farmi quella domanda?
-In che senso?-
-Tu non dovresti sapere nulla né sugli angeli né su altre creature-.
-Noi siamo discendenti di qualche stirpe reale?- domandai calma ricordando lo stupore di Sasha nel vedere le mie ali. Chissà come stava...
-Sì, ma adesso rispondi alla mia domanda!- mi ordinò risiedendosi sulla sedia. E così fui costretta spiegargli tutto per filo e per segno, tralasciando ovviamente i dettagli della mattina dell'"appuntamento" con Daniele.
Ciao a tutti! Mi spiace per il fatto di non riuscire a pubblicare spesso, ma non ho tempo per via degli esami (sigh).
Comunque spero che questo capitolo vi piaccia e cercherò di scriverli più lunghi grazie al nuovo aggiornamento di Wattpad (Yay). Vi ringrazio per le visualizzazioni.

Enjeru (Angelo)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu