Capitolo 32

1.4K 95 5
                                    

Iris era arrivata davanti alla torre, in mano aveva la busta del supermercato da cui era uscita poco prima e la stringeva come se fosse la sua ancora di salvezza.
'Adesso' pensava 'devi farlo adesso', cercava di convincersi, ma i suoi piedi restavano ancorati al suolo.
Per quanto tutti trovassero Tony logorroico ed irritante a lei piaceva proprio questo, e si era affezionata a lui, ma sapeva anche che Tony era un osso duro e non era del tutto convinta delle informazioni che le avevano dato le sue 'fonti'.
Fatto sta che probabilmente doveva essere un po' ridicola in quel momento, per cui uno sguardo torvo di qualcuno che usciva da lì la convinse ad entrare.
Alla reception non c'era nessuno, erano ormai le undici e probabilmente si stavano prendendo un caffè sul retro, ma Iris fu felice di non doversi rapportare a nessun estraneo in quel momento.
«Jarvis?» chiese all'aria.
«Salve, signorina Iris. È un piacere rivederla. Posso fare qualcosa per lei?» le rispose prontamente l'intelligenza artificiale.
«Sì, sapresti dirmi se Tony ha espresso qualche direttiva su di me? Non farmi entrare, magari?» chiese titubante.
«Niente del genere, signorina, vuole che lo informi della sua presenza?» Iris tirò un sospiro di sollievo a questa notizia: Jarvis era in qualche modo un'estensione del miliardario per cui il fatto che non l'avesse lanciata fuori dall'edificio o che le sue armature non fossero venute a scortarla in prigione era già un buon segno per lei.
«No, non avvisarlo. Dimmi solo dov'è adesso.»
«Nel suo laboratorio, ma ha chiesto di non essere disturbato da nessuno.»
«Tranquilla, non voglio essere di disturbo.» scherzò Iris, che in qualche modo aveva acquisito un po' di sicurezza.

Vide Tony lavorare a qualcosa dalla vetrata, così senza pensarci troppo - perché avrebbe potuto fare retrofront da un momento all'altro - entrò nel laboratorio.
Prima che potesse dire qualcosa, però, fu preceduta da Tony che, senza nemmeno alzare gli occhi dai suoi progetti disse: «Jarvis, non ero stato chiaro? Non volevo essere disturbato.»
«La signorina Iris ha detto che non ha alcuna intenzione di disturbare.» rispose Jarvis, che a quanto pareva non aveva uno spiccatissimo senso dell'umorismo, all'opposto del suo creatore.
Fatto sta che a quelle parole Tony si immobilizzò per qualche secondo, prima di alzare di scatto gli occhi verso Iris.
«Non dovresti essere qui.» le disse gelido.
«Sono venuta a portarti qualcosa per fare una pausa. Jarvis, riproduci qualcosa degli AC/DC, inizia da Back in Black.» lo ignorò lei, poggiando su un bancone bianco laccato sgombro dai progetti i due bicchieri e aprendo la bottiglia di alcool che aveva comprato poco prima.
«Sono le undici del mattino.» si oppose il moro, probabilmente cogliendo il contenuto della bottiglia.
«E questo ti ha mai fermato prima?» chiese ironicamente la corvina, certa che la risposta fosse no, riempiendo i due bicchieri.
Oltrepassò il bancone e consegnò il bicchiere a quello che considerava ancora un suo amico, che indugiò un po' ma alla fine scelse di accettarlo, facendo sorridere Iris.
Lo fissò per un po', cercando di capire cosa pensasse, ma non ci riuscì.
I due mandarono giu il tutto in un solo fiato, così Iris versò altro whisky, stavolta in modo più generoso di prima.
«Ascolta, Tony...» fece un sorso, per poi proseguire «So che ho sbagliato. Non sono nemmeno in grado di esprimere a parole quanto sia dispiaciuta per tutto quello che è successo e forse tu più di tutti puoi capire quanto sia difficile per me ammettere questa cosa.» lo pensava davvero.
Sotto questo punto di vista si sentiva vicina a Tony più che a chiunque altro: erano entrambi troppi orgogliosi, troppo criptici, troppo difficili da capire, troppo chiusi con gli altri, in che era un paradosso se si pensa a quanto parlasse il moro.
Ma stavolta toccava a lei - e non solo - mettere tutto ciò da parte, o quanto meno scegliere se questo suo carattere fosse più importante dei suoi amici e no, non lo era, quindi avrebbe fatto la prima mossa, ma Tony doveva darle una mano.
«Ma ti chiedo scusa. Non proverò a giustificarmi, non proverò a convincerti. Ti chiedo semplicemente scusa.» proseguì.
Anche Tony bevve un altro sorso prima di prendere parola, ma dovette già riempirsi di nuovo il bicchiere, per cui Iris gli passò direttamente la bottiglia, in modo che potesse servirsi quanto preferiva.
«Quella mattina, te la ricordi?» Iris sapeva esattamente di che stava parlando, si riferiva a quella volta che avevano bevuto insieme allo stesso orario di questo momento, così annuì senza interromperlo.
«Quella mattina avevo già preparato due bicchieri, perché sapevo già che avresti accettato. E che saresti stata l'unica tra tutti a farlo.» bevve un sorso «Avevo ragione, ovviamente. Mi sembrava di conoscerti da sempre. Eri un libro aperto. Ma quella sera... mi hai spiazzato.»
Anche stavolta sapeva esattamente a cosa si riferiva, come poteva non saperlo... alla sera della festa in cui Loki era arrivato per portarla ad Asgard.
«Non mi fido di chi vede tutto rosa e non ha mai fatto niente di male, sia chiaro: sono convinto che tipi del genere nascondano molto più degli altri, quindi tutto sommato tu mi sembravi una a posto. Ancora non concepisco come tu abbia potuto farci una cosa del genere. Mi manda in bestia. Ma quello che più mi fa arrabbiare è il fatto che tu saresti potuta non essere qui.» le confessò, finendo l'ennesimo bicchiere di whisky.
«Così mi farai arrossire, Stark.» lo prese in giro lei.
Anche Iris si era nuovamente servita e la bottiglia iniziava ad essere sempre più leggera. L'alcool sembrava essere l'unico modo per loro due di affrontare una conversazione del genere. La corvina non aveva pensato al fatto che non aveva più la guarigione accelerata per cui in breve si ritrovò ad essere completamente brilla, seduta per terra insieme a Tony che non era in una condizione tanto diversa, a ridere del passato, come se fosse davvero trascorsa una vita, la bottiglia ormai vuota ai loro piedi.

[...]

«Te la ricordi la faccia di Capitan Ghiacciolo, quella volta?»
«Vogliamo parlare della faccia di Dottor Jekyll e mister Hide quando ti ho dato uno schiaffo sul sedere per farti spostare?» scoppiarono entrambi a ridere, dopodiché il buio.

It cannot be all there | Bucky BarnesWhere stories live. Discover now