Capitolo 3

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«Un agente la scorterà fino a casa, signorina.» Si affrettò a comunicare una delle segretarie dello Shield ad Iris: finalmente sarebbe tornata a casa sua e avrebbe potuto attuare il suo piano col Soldato D'Inverno.
«Non c'è bisogno. Va benissimo fuori allo Starbucks dove mi stavate facendo pedinare.» chiarì la corvina con una punta d'irritazione sull'ultima parola. Proprio non le scendeva giù l'essere stata catturata dall'associazione di difesa mondiale. La segretaria annuì e si allontanò, probabilmente per informare l'autista sul cambio di rotta o più semplicemente perché Iris l'aveva spaventata, scorbutica com'era. 

In quel momento, Bucky fece il suo ingresso con un borsone poggiato sul braccio metallico, sebbene quest'ultimo fosse ben coperto. «Sei pronto, Soldato?» gli chiese Iris, probabilmente per prenderlo in giro e lui la ignorò. Soldato. Proprio non lo accettava di aver fatto male a tutte quelle persone, persone che avevano una famiglia, amici, attività. Lui non era un soldato, non più. Era un killer spietato, questo si, ma un soldato no. Un soldato ha valori, ideali, scopi precisi. Lui agiva semplicemente perché gli veniva ordinato da un "superiore". La segretaria di prima si presentò di nuovo, invitando i due a seguirla. 

Arrivarono in un parcheggio esterno alla struttura ed Iris si sentì già più libera: il vento le agitava i capelli e la gonna che si era ostinata a non cambiare con gli abiti dello Shield. Pensò che per prima cosa, una volta giunta a casa, avrebbe fatto una doccia infinita. Prima di giungere alla macchina trovò schierati davanti a sé Fury e pochi metri dopo gli Avengers, così, incuriosita, alzò un sopracciglio. «Che carini, una festa d'addio. Dove sono i popcorn?» tentò di smorzare la tensione, ma l'unico che sembrava divertito dalla sua "battuta"era Tony, che aveva fatto un sorriso sghembo in risposta. «Iris, spero per lei che non farà nessun passo falso.» la minacciò il capo dello Shield facendola divertire, con cosa poteva minacciarla, in fondo? «Altrimenti dovrò vedermela con loro?» mandò un'occhiata divertita alla squadra di eroi. «Comunque le ho dato la mia parola. Al Soldato non sarà torto nemmeno un capello e non lo torcerà neanche, vedrete, gli rimboccherò le coperte e gli leggerò la storiella della buona notte.» continuò a scherzare come se niente fosse, prima di superarlo e ritrovarsi di fronte Steve. 

«Qualche altra raccomandazione?» chiese, palesemente rivolta al biondo.

«Se gli fai qualcosa, non servirà nemmeno il mio scudo per ucciderti.» le intimò il biondo.

«Buona permanenza anche a te, futuro compagno di team!» ignorò la minaccia con finto tono allegro, andando verso Natasha. «Ci si vede alla prossima imminente distruzione del mondo, Nat.» incredibile ma vero, la Vedova si era guadagnata la sua simpatia attraverso sguardi complici e qualche battuta simpatica. 

«Potresti passare anche prima, se ti va, ci saresti utile in ogni situazione.» 

«Mangiare pizza davanti ad un film non vale come situazione.» rise spontaneamente, guadagnandosi gli sguardi confusi degli Avengers, ricordando la sera prima: era stata scortata nella sua stanza, con tanto di bagno caldo già pronto e vestiti puliti e comodi, ma si era seduta su una poltroncina, ignorando completamente tutto il resto, come se accettare quelle attenzioni avesse potuto piegare la sua indipendenza. Non avrebbe fatto nulla se non a casa sua. Poi la rossa si era presentata in camera sua con due pizze fumanti ed aveva acceso Netflix su uno schermo davvero enorme, mandando a monte i suoi piani in poco tempo. «Non si sa mai, il pericolo è sempre dietro l'angolo!» la canzonò l'altra ridendo, cosa che fece sorridere anche la corvina. Poco tempo e molte occhiatacce da parte del Capitano dopo, salirono in macchina ed iniziarono il loro viaggio.

Circa tre quarti d'ora dopo si trovarono di fronte al luogo designato e scesero dall'auto. 

«Dove andiamo adesso?» chiese Bucky, non sapendo cosa aspettarsi da un tipetto del genere: dal suo curriculum risultava essere un esponente della malavita e lui non sapeva più come le cose funzionassero in quell'ambiente, non che prima se ne intendesse particolarmente. Prima della seconda guerra mondiale i malavitosi, quei pochi che c'erano, tendevano a nascondersi o a mantenere un profilo basso, quindi si aspettava una piccola casa in periferia, ma i dubbi lo assalirono quando Iris lo invitò a salire su una Range Rover nero opaco sui sedili posteriori. Non conosceva quella marca, ma l'auto gli sembrò costosa in confronto a tante altre che aveva visto circolare in città. Lei si posizionò al posto del passeggero. «Trevor, portami a casa il più velocemente possibile, ho urgente bisogno di una doccia!» sbottò la ragazza impaziente verso l'autista, che annuì di rimando.

It cannot be all there | Bucky BarnesWhere stories live. Discover now