Capitolo 33

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La testa di Iris pulsava come mai prima d'ora, era una sensazione del tutto nuova per lei.
Ci mise un po' a rimettere insieme i pezzi: il laboratorio, Tony, la bottiglia vuota per terra... tutto quello che ricordava era confuso, non riusciva a dargli il giusto ordine cronologico, sapeva di essersi in qualche modo riappacificata con lui, ma non sapeva esattamente quando.
Sperò che anche lui, d'altro canto, ricordasse quello che bastava.
Strofinò la faccia contro il cuscino, anche se non ricordava di essersi messa a letto. Decide di aprire finalmente gli occhi e capì che quella non era camera sua. Le pareti erano grigie, l'armadio leggermente più piccolo, ed il materasso più duro di quanto ricordasse, ma quella camera le era familiare: si rese conto che era quella di Bucky.
Sul lato destro, le finestre le permettevano di guardare le mille sfumature che aveva assunto il cielo, ormai al tramonto... ma quanto aveva dormito? Si mise seduta sul letto, strofinandosi la faccia con le mani ed emettendo qualche lamento.
Aveva decisamente bisogno di una doccia, così si alzò e si diresse in bagno. Chiese a Jarvis un po' di musica rilassante e iniziò a lavarsi.
La doccia per lei era sempre stata un momento di riflessione, il getto d'acqua bollente aveva in qualche modo un effetto terapeutico sul suo corpo e sulla sua mente, le permetteva di ragionare senza farsi sopraffare dai pensieri. Ripercorse un po' ciò che era successo negli ultimi giorni, dalla gara in poi, e pensò a quanto fosse cambiata rispetto a qualche mese prima.
Se prima le avessero chiesto di mettere così a nudo i suoi sentimenti, probabilmente lei avrebbe risposto che era meglio morire, piuttosto che mostrarsi fragili.
In questo brevissimo arco di tempo, però, si era resa conto del contrario: è proprio nel confidare all'altro ciò che proviamo che possiamo essere forti, perché gli mostriamo le nostre debolezze, le nostre fragilità, e corriamo il rischio che questo possa ferirci, ma lo accettiamo perché il bene che ne ricaviamo è sicuramente maggiore.
L'amore, l'affetto, la fiducia... Aveva imparato a sue spese che queste cose sono inscindibili l'una dall'altra.
Iris aveva passato tutta la sua vita a fingersi invincibile e perfetta, ma questo non aveva fatto altro che indurirla, così tanto che adesso per lei mostrarsi semplicemente per quel che era diventava ancor più faticoso.
Ripensò a quando aveva stretto forte il volante prima di iniziare la corsa, a quanto avesse avuto paura in quel momento. Ora, che poteva ragionare a mente lucida, si chiedeva se il vero coraggio non derivasse proprio da quella paura: possiamo fare mille cose, ma finché non superiamo i nostri limiti, siamo sempre allo stesso punto di partenza.
Lasciò che i suoi pensieri continuassero a fluire, mentre canticchiava le note delle canzoni scelte dall'intelligenza artificiale.
Una volta uscita dalla doccia, si diresse verso l'armadio, alla ricerca di un cambio che purtroppo, ovviamente, non trovò.
«Jarvis, per caso Nat è in camera sua?» chiese all'aria.
«Si, signorina.»
«Puoi chiederle di prepararmi un cambio? Dille che sto andando a prenderlo.» si asciugò al meglio, per poi uscire - non prima di aver guardato a destra e sinistra ed essersi assicurata che non ci fosse nessuno nel corridoio - e dirigersi verso la camera della rossa, che le aprì subito la porta, facendola entrare.
«Ciao, Nat. Scusa il disturbo, ma credo che camera mia sia ancora chiusa.» si giustificò la corvina.
«Tranquilla, ti ho preparato questo, va pure in bagno a cambiarti.»
Iris fece quello che l'amica le aveva detto. L'intimo che Nat le aveva prestato era in pizzo, molto più provocante di quanto lei avesse mai osato, così dopo averlo indossato si guardò allo specchio. Certo che faceva la sua figura.
«Dì un po', Nat, in quali occasioni lo usi questo?» la canzonò, ridendo.
«Oh beh, per andare a fare la spesa, per salvare il mondo, solite cose insomma!» ironizzò l'altra ed entrambe risero. Iris si sentiva felice di essere lì. Indossò anche la t-shirt nera e i jeans ed uscì dal bagno.
«Mi raccomando, adoro quel completo. Vedete di non rovinarmelo.» la prese in giro la rossa, ma questo fece arrossire terribilmente l'asgardiana, così l'amica scelse di non infierire ulteriormente su di lei.
«Dai, vai ad asciugarti i capelli, o prenderai freddo. Ci vediamo dopo.» la congedò ed Iris seguì ancora una volta le sue direttive.

Angolo autrice:

Ciao 💘
spero che la storia di Iris continui ad appassionarvi, come ha fatto con me quando l'ho scritta! Devo ammettere che sono particolarmente legata a questo capitolo. L'evoluzione e la crescita del personaggio di Iris non sono ancora terminate, ma si intravede sempre di più il suo sviluppo.
Sono qui per dirvi che Iris mi ha insegnato tante cose, spero che possa essere lo stesso per voi. Passiamo tutta la vita a fare del nostro meglio dimenticando di fare ciò che ci piace, a furia di voler sembrare i migliori ci dimentichiamo chi siamo, esattamente come ha fatto Iris.
Non c'è tempo per fingersi forti, invincibili, per non rischiare in modo da non essere feriti o delusi.
Spero che in qualche modo questo vi resti, al prossimo capitolo, e grazie mille per tutto il supporto che mi dimostrate ogni giorno!💘

It cannot be all there | Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora