9 - Giochiamo per vincere

1K 98 458
                                    

Galassia, Asgard.

«Perché sei ancora nel mio letto?» la mattinata era cominciata con quelle parole, che Loki aveva rivolto, con tono frustrato, a Hege.

«Oh... cazzo!» era poi proseguita con questa esclamazione di piacere, mentre il Dio degli Inganni si spingeva con intensità dentro il corpo della donna.

«Signore, l'inaugurazione... oddio, mi scusi» e si era conclusa con questa frase, quando Kåre aveva fatto irruzione nella stanza di Loki per comunicargli i suoi impegni.

La scena che il consigliere si era ritrovato davanti era stata del tutto inaspettata per lui. Hege, piegata sull'enorme letto matrimoniale, con gli avambracci e le ginocchia a sorreggere il peso del suo corpo, mentre Loki, in ginocchio, si trovava dietro di lei.

Nel momento in cui aveva realizzato ciò che stava accadendo, Kåre, si era voltato immediatamente, portandosi una mano sul volto.

«C'è un motivo se richiedo sempre di bussare prima di entrare nelle mie stanze» la voce di Loki arrivò dritta alle sue orecchie, facendolo sentire ancora più in imbarazzo.

«Beh, già che sei qui, vuoi unirti a noi?» gli chiese Hege, mentre le gote di lui si coloravano velocemente di rosso e i gli occhi si spalancavano scioccati. Fu a quel punto che il Dio degli Inganni si staccò da lei, sbuffando e dirigendosi verso il bagno.

«Ci tengo sempre a ricordarvi che io ho una moglie» puntualizzò Kåre, continuando a dar loro le spalle.

«E che sarà mai» commentò la donna, ricominciando a vestirsi e ridendo di sottecchi, mentre si immaginava la faccia sconvolta del consigliere.

Nel frattempo, Loki, chiuso nel suo regale e fiabesco bagno, fissava insistentemente la sua immagine riflessa nello specchio. Le voci e i rumori provenienti dalla camera da letto gli arrivavano come un suono ovattato.

Una specie di sottofondo ai suoi pensieri ossessivi, rivolti tutti a quella donna, Lilith.

La cosa che più lo sconcertava era il fatto che lei si comportasse con assoluta tranquillità. Faceva ciò che voleva, come se quella fosse stata casa sua. Nonostante sapesse di non essere la benvenuta e di aver ottenuto la sua benedizione nel restare solamente perché le sarebbe potuta tornare comoda, lei non si faceva alcun problema a disturbarlo e punzecchiarlo.

Si era insidiata ad Asgard, trovando una casa e anche un'alleata -per quanto piccola potesse essere- aveva iniziato a socializzare con i popolani, facendosi sempre più amici. E per di più, non perdeva occasione per entrare a palazzo e infastidirlo in qualsiasi modo possibile.

Loki avrebbe dovuto mandarla via, farla arrestare, rinchiuderla in quelle prigioni sotterranee, nelle quali aveva passato parecchio tempo pure lui. O avrebbe dovuto ucciderla, così da estirpare il problema sul nascere.

Ma c'era qualcosa, come un sesto senso, una strana intuizione dentro di lui, che gli impediva di farlo.

Quella donna era unica nel suo genere.
Il Dio degli Inganni non aveva mai conosciuto prima una così. Aveva un gran potere a sua disposizione, le mani macchiate di sangue e più nemici di quanti se ne potessero immaginare.

Era molto simile a lui, combattiva, sicura, sarcastica e, purtroppo gli toccava ammetterlo, anche dannatamente sexy.

Per quanto fosse un Dio astuto e intelligente, non poteva far tacere i suoi istinti e i suoi bisogni fisici. Gli piaceva divertirsi, in tanti modi e soprattutto gli piaceva il sesso.

Perciò, nonostante Lilith gli stesse causando solo un gran ammontare di stress, problemi e pensieri, non poteva negare che possedesse una bellezza fuori dal comune, capace di attirarlo.

Sinners || Loki ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora