XI

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"Amico, credo sia normale." Borbotta Niall, stendendosi scompostamente sul divano nero e mettendo il vivavoce al telefono "Ne hai parlato con la dottoressa?"

"Sì, le ho scritto." Harry si mangiucchia l'unghia del mignolo, mentre osserva la sua camera da letto e tutti gli scatoloni che ha impilato frettolosamente. Entro quella sera deve portarne almeno la metà a casa del liscio e lui sta perdendo tempo parlando al cellulare con il suo migliore amico. Ben lavoro, Haz!

"E?" lo esorta a continuare.

"Mi ha detto che non avendo una gestazione a rischio teoricamente possiamo, ma non devo affaticarmi troppo." Sbuffa, abbassandosi sotto al letto per prendere una maglietta che non aveva notato. Aggrotta le sopracciglia quando si rende conto che non riesce a piegarsi, guarda in basso verso la sua enorme pancia e geme.

"Sono enorme." Piagnucola "Avevi ragione quando mi avvertisti che non sarei neanche riuscito a pisciare." Si siede a terra e stende le gambe fasciate da un paio di pantaloncini della tuta. È ridicolo.

"Io ho sempre ragione, mio caro."

"Ti odio."

"Non sfogare il tuo bipolarismo da gravidanza su di me." Lo sgrida giocosamente "Piuttosto, ti serve una mano con il trasloco?"

"Tanto te lo avrei comunque chiesto." Muove le dita dei piedi, continuando a restare a terra.

"Sfruttatore." Alza gli occhi al cielo, riprendendo il telefono posato sullo stomaco per portarselo all'orecchio "Riguardo la situazione di prima, onestamente non vedo dove sia il problema." Si guarda le unghie della mano sinistra "Se vuoi farci sesso, lo fai."

"La fai così facile tu!"

"Amore, vi siete conosciuti a letto praticamente." Quasi lo urla "Non mi dire che ti vergogni."

"No!" sbotta, cercando di alzarsi con fatica "Ma non so quanto io possa essere sensuale, considerando che sembro un ippopotamo."

Harry sa di non essere particolarmente attraente con quell'enorme pancione, a stento si fa vedere a petto nudo per la paura di essere imbarazzante mentre si spalma il solito olio per le smagliature. All'inizio non era un problema, quando la pancia era piccola e appena accennata. Louis gli diceva sempre quanto stupendo fosse e non gli toglieva mai gli occhi di dosso, ora sembra quasi che essersi dichiarati abbia fatto spegnere la miccia.

"Secondo te sono brutto?"

"Non dire stronzate." Si inizia ad innervosire "Sei una bomba sexy e lo sei anche ora con cinque chili in più." Si mette seduto "Quel coglione ha molti difetti, ma una delle poche cose buone che fa è amarti maledettamente tanto."

"Dici?" sta per piangere, se lo sente. Vorrebbe dare la colpa alla sua sensibilità da persona incinta, ma in realtà è sempre stato un ragazzo dalla lacrima facile.

"Sì, lo dico eccome." Vorrebbe incrociare le braccia al petto, ma ha una mano impegnata "E se non ti trovasse più apparente solo perché hai messo un po' di pancia, allora è semplicemente un gran coglione."

"Ti voglio tanto bene." Singhiozza.

"Non mi odiavi?" ridacchia, sentendo il bisogno di abbracciarlo e confortarlo.

"Ti odio e ti amo."

"Louis potrebbe ingelosirsi, guardati le spalle." Sorride intenerito "Dopo passo per aiutarti, ma ricordati che entro le nove e mezza devo essere al lavoro."

"Certo, certo." Si mantiene la schiena con le mani una volta riuscito a sistemarsi in posizione eretta, poi riattacca dopo averlo salutato.

Louis: Sicuro che non ti serva una mano? Posso prendere un permesso per uscire prima, sono il capo.

We made it | l.sWhere stories live. Discover now