XIV

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"A me piace questa." Liam indica una carrozzina rosa e nera.

"Scherzi? Cosa sono questi stereotipi di genere?" lo sgrida Zayn spingendolo "Piuttosto è meglio bianca."

"Il bianco si sporca subito." Ribatte il castano, incrociando le braccia al petto muscoloso.

"Oh, non sapevo avessi un bambino." Gli punto un dito contro "Da quando sei esperto di queste cose? Ti ricordo che sono un artista, so di cosa parlo."

Harry sospira pesantemente, contemplando un set di tre ciucci. Andranno bene trasparenti? No, si macchieranno sicuramente.

Il riccio e gli altri- esclusi Niall e Louis- hanno deciso quella stessa mattina che è decisamente ora di fare compere per la bambina, che sta crescendo sempre di più. È stanco, sudato e gli fanno male le caviglie, ma è comunque contento di star facendo qualcosa di diverso rispetto a stare steso in un appartamento triste e vuoto con l'aria condizionata spenta perché non fa bene a Noelle e nemmeno alla tua cervicale.

"Perché diavolo costano così tanto i seggiolini?" sbraita il più piccolo, spalancando gli occhi alla vista di quel prezzo esorbitante.

"Come se non potessi permettertelo."

"Io non posso decisamente." Precisa "Louis potrebbe comprare l'intero negozio."

"E quindi? Non è un bene?" Liam aggrotta le sopracciglia, infilando di nascosto nel carrello una bavetta color albicocca. Nessuno gli toglierà la possibilità di riempire di pizzi e brillantini la sua nipotina.

"Non voglio sfruttarlo." Si gratta nervosamente l'interno del braccio, sentendosi in difficoltà.

"Scherzi?" spalanca gli occhi Zayn "Oltre al fatto che è anche sua figlia." Riprende la bavetta per rimetterla a posto "Non lo stai di certo sfruttando. Da dove è nata questa enorme stronzata?"

Harry punta le scarpe a terra, ripassando con la scarpa le forme delle mattonelle chiare.

"Mi ospita a casa sua, mi paga l'affitto dell'appartamento che ancora non ho venduto." Elenca tutte le cose che quel ragazzo sta facendo per lui, ma viene bloccato prontamente.

"Tesoro, il tuo problema è che non riesci ancora a vederlo come il tuo ragazzo, la tua famiglia." Liam gli afferra le spalle, con delicatezza "Lui non ti sta facendo un favore, si sta semplicemente prendendo cura di te, di voi." Muove le mani in una carezza "E poi vorrei ricordarti che hai un lavoro e non dipendi da lui."

Il riccio vorrebbe piangere, come ogni volta che un'emozione troppo forte lo travolge. Ma si trattiene, non vuole fare scenate in mezzo a biberon e scarpine decisamente minuscole e adorabili.

"Vi voglio tanto bene." Singulta.

"Basta smancerie, forza andiamo." Li esorta il corvino, battendo una volta le mani e girandosi con eleganza.

Se non avesse conosciuto Louis, Harry si sarebbe buttato fra le braccia di quell'insegnante tanto affascinante. Lo ammette.

-

"Perché hai tutte queste stanze?" il riccio lega i capelli morbidamente sulla nuca, osservando ogni porta presente su quell'infinito soppalco.

"L'ho comprata così." Alza le spalle "Principalmente per la mia famiglia, sai quando mi vengono a trovare." Apre la stanza più grande- un locale dopo quella padronale- "Ma anche perché ho sempre voluto una famiglia e mi sono portato avanti, diciamo." Ridacchia imbarazzato, grattandosi il retro del collo.

Harry si allunga per lasciargli un lungo bacio, gli sussurra quanto lo ama sulla guancia e poi si stacca saltellando verso la futura camera di sua figlia. È una classica camera per gli ospiti, un letto matrimoniale, un lungo armadio e una poltrona.

"Dove metteremo queste cose?"

"Non preoccuparti di questo, ci penso io."

Il riccio sorride emozionato, immaginando già il colore delle pareti e delle tende, le foto che scatterà e che non vede l'ora di incorniciare e appendere ovunque.

"Ti amo davvero, Louis." Si gira verso di lui "Sei una delle cose più belle che mi sia mai capitata." Posa le mani sul suo pancione- ormai enorme e sull'orlo di esplodere-.

Il liscio lo guarda senza proferire parola, le palpebre leggermente spalancate e le labbra umide.

Harry si gratta il polso imbarazzato, non sapendo cosa dire per rimediare al mutismo dell'altro. Ha forse sbagliato a esprimersi? Ha detto qualcosa di sbagliato?

"Oh, amore mio." Si riprende, dopo un attimo di stupore "Anche io ti amo da morire, non saprei cosa fare senza di te." Gli afferra il viso, avvicinandolo a sé per guardarlo intensamente negli occhi, cercando di perdersi in quella distesa verde.

È rimasto un attimo basito da quelle parole, non perché non se le aspettasse o perché non crede a quei sentimenti che sta professando, ma per il semplice motivo che Harry non è tipo da questi sfoggi amorosi. Sa che si vergogna nell'aprirsi completamente, lo ha capito bene, ed è per questo che non oserebbe mai arrabbiarsi o sentirsi insicuro in quella relazione. L'unica cosa che importa sono loro due, insieme, non delle stupide dimostrazioni teatrali.

"Vi amo così maledettamente tanto." Gli sussurra sulle labbra, coprendo le sue mani posate sul ventre gonfio con le proprie.

"Grazie di non avermi abbandonato, ti prego non farlo." La voce gli trema, ma questa volta non piangerà.

"Non lo farei mai, mai e poi mai." Lo rassicura, la voce seria e ferma "Perderei troppo, perderei voi."

Si abbandonano a un lungo bacio. Cercano di trasmettersi l'un l'altro tutto l'affetto e l'amore che provano, tutta la voglia di passare la vita insieme che hanno, tutta la passione che li divora dall'interno. 

We made it | l.sWhere stories live. Discover now