XII

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"Betty?"

"Assolutamente no."

"Ariel, allora."

"Come la sirenetta?"

"Beh, credo di sì."

"No."

"Non ti va bene niente!" esclama Louis "Dai qualche idea anche tu." posa con troppo enfasi il computer sul tavolino del salotto.

"Non urlarmi contro." Sussurra Harry, stringendo forte il cuscino che ha posato in grembo.

"Scusami, non volevo." Sospira il liscio, chiudendo gli occhi con lentezza a lasciandosi cadere verso la spalliera del divano. Porta una mano verso gli occhiali da vista per toglierli e massaggiarsi le palpebre stanche "Mi dispiace, sono molto nervoso in questi giorni."

"Ho notato." Sbuffa, secco. È una sola settimana che il riccio vive in pianta stabile in quell'appartamento e onestamente, per quanto stupendo sia, vorrebbe ardentemente tornare a casa sua.

"Va bene, cosa è successo?" il più grande si gira completamente verso l'altro, seduto a gambe incrociate "Cosa c'è che non va?"

Harry non risponde, continua invece a guardare la televisione come se chef Ramsay che sbraita contro dei poveri ragazzi sia così interessante.

"Harry." Louis indurisce il tono.

"Cosa?" sbatte le mani sul cuscino. Volta il capo verso di lui, le sopracciglia contratte in un cipiglio e le labbra strette fra loro.

"Che diavolo sta succedendo fra noi?" alza la voce, piegando una coscia per stare più comodo, l'altra gamba che penzola dal divano.

Louis non è stupido, è ovvio che si è accorto nell'incredibile tensione che aleggia fra quelle mura. Harry non vuole farsi vedere svestito, non vuole farsi baciare e addirittura lo scosta quando prova ad abbracciarlo nel sonno. Non ha idea del perché, è sicuro che non abbia fatto nulla per scatenare la sua ira- anzi, il riccio non è neanche arrabbiato. Lo ignora e basta e questo è ancora peggio-.

"Non lo so, Lou." È inutile mostrarsi come il duro della situazione, come quello che non prova niente nel vedere giorno dopo giorno le loro menti distanziarsi sempre di più.

"Parlami, dimmi cosa non funziona." Gli afferra le mani, stringendole forte "Dimmi se sbaglio qualcosa."

"Tu non sbagli niente ed è questo il problema." Ribatte, la voce quasi impercettibile.

"Cosa vuol dire? Non capisco." Inizia ad accarezzare entrambi in dorsi con i pollici, tastando la sua pelle morbida.

"Non fai mai un passo falso, sei così perfetto che stento riesco a credere che tu sia davvero così." Non lo guarda negli occhi, mentre si apre come mai ha fatto con lui.

"Spiegati meglio."

"Chi mi dice che il tuo non sia solo un momento? Che tu sia solo emozionato del fatto che sarai padre?" gli stringe convulsivamente le dita "Che tu sia innamorato di tua figlia e non di me."

"Te lo dico io." Lo tira verso di sé "Te lo sto dicendo io, Harry."

"Io, io non-."

"Io ti amo come non ho mai amato nessuno." Lo blocca, lo sguardo serio "Ti amo in maniera così spropositata che a volte non so neanche come comportarmi. Ho paura di come potresti vedermi se ti mostrassi quanto cazzo ti amo, ho paura di fare troppo o troppo poco." Gli mantiene il mento girato verso di lui, quando vede nota il suo capo iniziare ad abbassarsi "Sei fantastico sotto ogni aspetto, oltre che tremendamente bello." Ridacchia "Non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi reso padre, non posso negare di essere perdutamente innamorato di nostra figlia, ma non credere che stia con te solo per questo." L'altra mano finisce sulla sua guancia morbida "Sto con te perché ti amo fottutamente tanto, Harry. Ormai non saprei neanche più vivere senza di te."

È normale che il riccio stia piangendo, è normale perché è incinto e pieno di ormoni impazziti ed è normale perché Louis è lì, che lo guarda con quegli occhioni celesti e lo prega di dire qualcosa, qualunque cosa.

Reprime un singhiozzo e serra un attimo le palpebre, per cercare di non far uscire più lacrime di quante già hanno preso a scendere.

"A me- a me piace Noelle." Sussurra, allungando le mani per stringergli le braccia rivolte verso di lui "Papà mi cantava sempre una canzone su questa ragazza di nome Noelle."

Il più grande rilascia un sospiro, storce le labbra in un sorriso.

"Lo trovo adorabile." Si abbassa verso il pancione, che diventa ogni giorno più grande "Ciao Noelle, non aspetto altro che stringerti a me." Bacia morbidamente il rigonfiamento da sopra la maglietta "Ora però devo dedicarmi al tuo altro papà, perché lo amo tanto ed è uno stupidino."

Drizza la schiena e lo inchioda al suo posto con una sola occhiata.

Harry non sa come ha fatto a ritrovarsi a cavalcioni sul corpo dell'altro, non è ha davvero idea. Fino a cinque minuti fa stavano litigando e ora invece si trova ad ansimare sulle labbra dell'avvocato, intento a passare le dita ovunque su quel corpo bollente.

"Mh, Lou." Gli miagola sul viso, avvicinandosi maggiormente a lui e tirando i capelli troppo lunghi che hanno cominciato a posarsi sul collo.

"Che c'è?" boccheggia, staccandosi leggermente "È troppo? Ti fa male qualcosa?"

"Oh, ti prego!" lo blocca immediatamente, buttandosi con foga sulla sua bocca e intrecciando le dita sulla nuca calda. Lo strattona verso di sé, arcua la schiena per sentire meglio i loro petti a contatto, stringe le cosce attorno al suo busto. Sono mesi che non ha il piacere di essere stretto così passionalmente, sono mesi che non si lascia andare.

"Così bello." Sussurra il liscio, facendo slittare le labbra sul suo mento e poi sulla mandibola spigolosa e morbida. Lascia baci umidi a bocca aperta su quella pelle nivea, accompagna quei gesti delicati al movimento sconnesso delle mani, che viaggiano curiose sulla schiena muscolosa- come se non la conoscessero già-.

Lecca il pomo d'Adamo particolarmente sporgente e caccia i denti, mordicchiando una piccola porzione di paradiso.

Harry geme in estati, piegando il collo indietro per lasciare all'altro maggiore spazio. Fa cadere le braccia sulle sue spalle ampie, abbandonandole con tutto il loro peso. Quell'uomo è così bello, così affascinante. Dalla prima volta che lo ha notato in quella piccola discoteca ne è rimasto completamente ammaliato. Lo ha guardato da lontano, si è scolato un bicchiere- non ricorda se fosse il suo, ma non gli interessa molto- e ha preso coraggio per andare a parlargli. Non rammenta ciò che si sono detti, non è la minima idea. Ma ciò che ricorda bene è il lungo bacio che si sono scambiati subito dopo e l'estenuante viaggio in macchina. È consapevole di aver fatto un'enorme cazzata ad andare a letto con uno sconosciuto e, ad aggravare la situazione, non usando neanche una protezione. Ma non se ne pente, per niente. Ciò che ha ricavato è una stupenda futura famiglia e un ragazzo che lo ama.

"Ti amo." Gli prende il viso fra le mani per guardarlo negli occhi, mentre gli confessa per l'ennesima volta il suo amore.

"Ti amo." Ripete Louis, le iridi brillanti e le gambe tremanti "Ma non riesco a farti niente, se penso che nostra figlia può sentirci." Ammette imbarazzato, facendo una smorfia.

Harry ridacchia, abbracciandolo stretto.

"Nemmeno io." Affonda il naso nel suo collo, annusando il suo odore che tanto adora "Ne ho parlato anche con Niall e con la dottoressa." Gli spiega, continuando a non volersi staccare "È troppo sconcertante come cosa."

"Mi sembrerebbe di fare... cose davanti a lei." Guarda in basso "Davanti a Noelle." Sente il petto gonfiarsi, riempirsi di un sentimento troppo grande da descrivere a parole.

"Ti amo così tanto." Lacrime che ormai lo accompagnano in ogni momento iniziano a scendere "Vi amo così tanto." 

We made it | l.sWhere stories live. Discover now