capitolo 1

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Mentre dormivo nel piccolo letto della mia camera, avevo come la sensazione che oggi avrei ricevuto una brutta notizia.. Sai quando si dice di avere quelle così dette "previsioni"? Ecco io mi sentivo proprio in quel modo.

Molto angosciata, decisi di controllare che ora era. Mi alzai e mentre camminavo per la camera buia, picchiai il dito mignolo del piede destro alla sedia..  "Aaaaahh.. Che doloreeee!!" Urlai.

Ho già capito che oggi non sarà uno dei miei giorni migliori. Anzi, non ne ho mai avuti, perciò, credo che non ci sia bisogno di preoccuparsi tanto.

Cercai il mio cellulare sulla scrivania, e appena lo trovai, lo accesi e controllai l'ora. La luce del display mi acceca e mi servì qualche secondo prima di mettere a fuoco. 

 6:00 

20 settembre 2014

La scuola qua è già iniziata da due settimane. Tornai un po' a letto aspettando che suoni la sveglia alle 6:30. Accesi il mio carissimo computer portatite e iniziai a leggere qualche frase tumblr. Mi ricordai che oggi era il mio primo giorno a scuola qui a firenze.

Mi prense subito il panico. Pensare solamente a dovermi riadattare a un'altra scuola. Ormai sono abituata a cambiare città. Mia mamma Carol, sempre, e dico sempre, viene licenziata da tutti i bar dei paesi in cui abbiamo abitato perché ci prova con ogni cliente che entra o con i suoi colleghi di lavoro. Mia mamma era una prostituta, e questo spiega il perché di questo suo vizio di provarci con tutti. Faceva questo "lavoro" se si può definire in questo modo, per guadagnare soldi per pagarsi il piccolo appartamento che aveva. A solo 17 anni rimase incinta di me. Io non so chi sia mio padre. Non ne ho mai parlato con lei, e comunque non ho insistito molto su questo argomento. Se non fosse per quel suo viziaccio sarebbe una madre molto brava, ma essendo molto giovane forse non gliene frega più di tanto.

Ricontrollo l'ora e ora mancavano cinque minuti alle 6:30. Facendomi coraggio, mi decisi ad alzarmi . Andai in cucina e aprii il frigorifero. Sono sola in casa, mia mamma non c'è.. Strano.

Nel frigo non c'era quasi nulla, ma presi l'unico yogurt alla stracciatella che era rimasto. Lo mangiai velocemente, e poi bevvi un po' di succo alla pesca. Lentamente, andai in bagno, accesi la luce, e mi guardai allo specchio. Avevo delle occhiaie orribili e un viso spento.  Solo i miei occhi azzurro\verdi davano un po' di luce a questo volto morto. Decisi di farmi una doccia veloce. Andai in camera e mi misi le prime cose che mi capitarono tra le mani. Una felpa dell'H&M nera, dei jeans chiari, e un paio di converse alte nere. Mi truccai mettendomi un po' di mascara e facendomi una linea nera sopra gli occhi. Pettinai i miei capelli neri lucidi. Ero un pochino più presentabile di come mi ero svegliata. Meglio così. Dopo ciò, preparai la cartella.

Sono le 7:30, tra cinque minuti devo uscire di casa per andare alla fermata dell'autobus. Non abito molto distante dalla scuola, ma non ho tanta voglia di camminare stamani. Di solito mi piace, ma oggi non è giornata. Il mio zaino dell'Eastpak pesa.  Prensi le chiavi e chiusi a chiave a porta. Dovetti fare qualche metro a piedi per arrivare alla fermata.

Mentre camminavo sul marciapiede, vidi una macchina nera affiancare accanto me, e dopo poco il finestrino si abbassò. Si affacciò mia madre.

"Heyyy. Buon giorno Ross. Scusa se stanotte non sono tornata a casa, ma sono andata da Robert!" disse lei, sembrava essere felice. Ma comunque... Chi è Robert!?

"Giorno" dissi semplicemente. Non avevo tanta voglia di parlare con lei ora. 

"Stai andando alla fermata dell'autobus?" ruppe il silenzio che si era creato.

"Secondo te?" risposi un po' irritante.

"Oh, andiamo Ross, su con la vita. Hai 16 anni!" disse praticamente urlando. Sbuffai

"Salta in macchina, ti portiamo noi a scuola!" urlò di nuovo. "Vero Robert!?" continuò.

"Certamente" disse una voce adulta. Sconosciuta da me. Obbedii e salii nella macchina. C'era un odore di fumo incredibile e tossii. Non sopporto quell'odore. 

"Che scuola fai?" mi chiese alla fine l'uomo.

"Liceo Artistico" risposi con voce neutrale.

"Woow, impegnativa come scuola!" sorrise, guardandomi dallo specchietto. Aveva un sorriso perfetto. È un uomo molto carino, credo sia vicino ai 40 anni, ma sembra simpatico. Capelli neri, un po' brizzolati alle parti. Grandi occhi verdi e un po' di barba. Mentre guardavo fuori dal finestrino, ero persa tra i miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta che fossimo arrivati.

"Dimmi solo che non è la fine"Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin