Tormento

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Table for two - Abel Korzeniowski

I giorni passarono in fretta, tra le prove a teatro e i silenzi di Matt. L'ultima discussione avuta l'aveva mandato in confusione, e più era confuso e più il silenzio rimbombava nei nostri cuori. Avevo preparato la valigia in tutta fretta la sera prima, con lui che mi guardava appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte, sapevo che la questione lo faceva stare male, lo leggevo nei suoi occhi rossi. Gli stessi occhi che con la loro dolcezza mi avevano fatta innamorare. Ero  una ragazzina quando mi innamorai di lui, lo eravamo entrambi. Non cercavo l'amore,  ma lui con la sua simpatia e i suoi modi garbati mi aveva subito conquistata. Ed adesso lo guardavo come un estraneo.

Non ero riuscita a chiudere occhio quella notte. Mille pensieri affollavano la mia mente, tra cui Damon. Non riuscivo a non pensarci, ed ogni volta che lo facevo, mi tremava il cuore. Mi chiedevo, sorseggiando un caffè macchiato, se tutto questo avesse a che fare con Matt, e se non fosse stato proprio lui a fare scattare questo desiderio verso Damon. Quel desiderio che si era completamente impadronito di me. Il mio tormento. Ed ogni volta mi sentivo uno schifo... perché non era così che avevo sognato la mia vita. Poggiai la tazzina dentro il lavello, e con passo leggero mi infilai dentro il bagno. Una doccia veloce ed ero già pronta. 

Chiamai un taxi che mi portò in aeroporto. Il mio volo era previsto per le 9 del mattino mai io alle 7 ero già lì. Mi avvicinai alle sedie della sala d'attesa e scrutando dentro la borsa sperai di aver preso tutto l'occorrente. Avevo sempre la sensazione di dimenticare qualcosa. Quando all'improvviso lo vidi arrivare, era stupendo. Camicia nera, giubbotto di pelle,  jeans, anfibi e Ray ban neri, alle orecchie aveva gli auricolari e con il capo teneva il ritmo facendo strane smorfie con la bocca. Era così spensierato, sicuro di se e tremendamente sexy. Sorrisi come un'idiota quasi con la bava alla bocca. Cercai di sistemare la maglietta aderente blu a barchetta che avevo scelto e dei pantaloni skinny neri con stivaletto basso. Non so perché lo feci, ma volevo essere carina...carina per lui. 

(Damon) 

Mi era sempre piaciuto arrivare con largo anticipo in aeroporto. Mi piaceva ascoltare la musica a tutto volume con gli auricolari, con la gente che correva a destra e a manca, immaginando la loro destinazione. Tenevo il ritmo con la testa mentre mi avvicinavo alla sala d'attesa quando ebbi una piacevole sorpresa, lei era già lì. Lei che ormai era diventata il mio tormento. La guardai per qualche secondo e lei fece lo stesso. Abbassai gli occhiali per guardarla meglio, ma lei abbassò subito lo sguardo. Appoggiai di nuovo gli occhiali sul naso e continuando a tenere il ritmo, mi avvicinai lentamente e mi sedetti vicino a lei.

- Pop quiz, come mai una ragazza come te, e qui sola in largo anticipo? A. Non sei riuscita a dormire perché mi pensavi B. Non vedevi l'ora di vedermi. O C.  Che poi sarebbe la mia preferita - dissi abbassando gli occhiali nuovamente - Vuoi ardentemente baciarmi?  - conclusi con uno dei miei sorrisi

- Nessuna delle tre!! - rispose arrossendo e girandosi dall'altra parte

- Peccato, pensavo almeno di averne beccata una! - incalzai togliendo gli occhiali e il giubbotto di pelle

- Ti sei sbagliato di grosso! - 

Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai 

- Beh, c'è sempre tempo per rimediare... - mi soffermai sulla sua spalla portando i suoi capelli dietro l'orecchio. Lei si girò lentamente verso di me guardandomi come rapita.

- Damon! - 

- Alaric! Tempismo perfetto amico mio...- lo guardai fulminandolo con gli occhi

- Alaric! - disse alzandosi in piedi -  Io..io vado un attimo in bagno! - così dicendo corse via verso i servizi igienici.

- L'hai fatto apposta, ammettilo! - chiesi appoggiando le braccia alle spalliere delle sedie e rimettendomi gli occhiali

Sognando L'AmoreWhere stories live. Discover now