Stringimi A Te

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Max Richter - Luminos

Guardai estasiata il suo viso a lungo. Non so da quando stavo lì a fissarlo ma non potevo fare altro. Le sue labbra perfette, qualla barbetta che era cresciuta a malapena, la sua mano destra appoggiata sul suo sterno nudo,  e l'altra aperta sopra il suo capo. Lui che aveva cambiato la mia vita, ed era diventato a sua volta tutta la mia vita. Lui che mi aveva regalato una parte di se, e quella  parte adesso, aveva un cuore  che batteva dentro di me. Lui l'uomo di cui mi ero innamorata follemente, e che mi aveva fatto compiere follie, follie che avevano un senso adesso. Ero sempre più convinta del fatto che lui mi avesse salvato da tutto, in tutti i modi possibili. L'avevo aspettato tanto... ed ora dormiva beatamente vicino a me inebriandomi con il suo profumo di bergamotto, ormai il mio preferito. Un raggio di sole mi accarezzò il volto illuminando l'iride destro destandomi da quella dolce stasi. Appoggiai i piedi delicatamente a terra, e con passo lento mi avvicinai alla finestra. Spostai la tenda bianca di qualche centimetro, stringendola tra le mani. Quel dolce tepore, mi riscaldò l'anima e chiudendo gli occhi, iniziai ad immaginare il viso del mio bambino sfiorandomi il ventre, una cosa che prima mi procurava solo dolore. Adesso potevo concedermi il lusso di farlo. Adesso tutto era perfetto. All'improvviso sentii le sue braccia stringermi i fianchi per poi proseguire sul mio ventre intrecciandosi con le mie mani. Avvicinò il suo viso al mio da dietro, sfiorandomi la guancia con le sue labbra delicatamente. Lo accolsi portando la mia mano verso o suoi capelli accarezzandolo. Lo guardai negli occhi, scrutandoli amorevolmente, lui ricambiò il mio sguardo sorridendo felice e dandomi un bacio casto prendendo tra le mani il mio mento. La sera prima, dopo la scoperta a casa di Caroline, parlammo molto di quello che era appena successo, e come lui non si fosse mai sentito preso in giro da me. Lui era a conoscenza, almeno in parte, della mia situazione. Sapeva, che qualcosa non andava, sapeva che quel desiderio di maternità non poteva essere realizzato. Ma non era entrato nei particolari, fino alla notte appena trascorsa, quando aprendomi il suo cuore trovai solo gioia e felicità per una notizia inaspettata. Come fu inaspettata anche la notte trascorsa con lui, abbracciati. Abbracciati, guardandoci negli occhi. Non potevo chiedere di più dalla vita, avevo sognato quel amore...e adesso era tra le mie mani. E per nulla cosa al mondo l'avrei lasciato andare. 

Sapevo che Matt aveva la visita in ospedale, e che quindi non sarebbe stato in casa. Chiesi a Damon di accompagnarmi a recuperare alcuni indumenti e degli oggetti di valore affettivo inestimabile. Aprìi la porta piano, avevo paura di entrare. Non avevo il coraggio dopo la mia uscita della sera prima. Damon mi prese per mano e guardandomi con sguardo rassicurante, entrai con lui al mio fianco. Quello che apparì ai nostri occhi ci lasciò sconcertati, tutti i miei vestiti era buttati alla rinfusa sul pavimento del salotto e alcuni di loro erano anche stati tagliati. Mi avvicinai ad essi con la mano sul cuore, che in quel momento sembrò uscire dal petto. Mi feci cadere sul divano vicino iniziando a tremare con lo sguardo perso nel vuoto. Damon che non aveva lasciato la mia mano neanche per un momento si avvicinò alle mi ginocchia

- Hey  guardami...-  disse cercando di recuperare il mio sguardo - non devi avere paura ci sono io con te! Mi hai capito? - continuò cercando di farmi forza 

Ma io ero completamente devastata, annuì solamente e nello stesso istante una lacrima solcò il mio viso. Dove poteva arrivare Matt? Io non lo riconoscevo più. Avevo davvero paura di lui

Damon avvicinò le sue labbra alla mia fronte dandomi un bacio stringendomi a sé e prendendo il suo piccolo borsone che avevamo portato con noi, iniziò a recuperare la mia roba, o almeno quelle che era sfuggita alla furia di Matt. 

(Damon) 

Era tutto surreale, anche io non potevo credere a miei occhi, e sicuramente non potevo nascondere il mio disprezzo per questo essere immondo, ma provai ugualmente a recuperare la roba di Elena. Entrai in camera da letto guardando velocemente nei cassetti e nel portagioie, arraffando tutto quello che vedevo. I miei occhi all'improvviso si alzarono verso lo specchio che rifletteva un letto disfatto e i cuscini squarciati. Restai a guardare  il copriletto tagliato e fatto a brandelli allibito.  Mi avvicinai con fare sicuro e veloce nel bagno in camera quando vidi  lo specchio rotto al centro e tracce di sangue ovunque.  Sbarrai gli occhi, il nostro poliziotto era davvero fuori di sé, e si era anche fatto male, ed Elena non poteva vedere questo scempio. Uscì velocemente dal bagno e mi precipitai giù per le scale, trovandola ancora seduta sul divano. Cercai invano di nascondere il mio viso devastato, però lei si accorse lo stesso di tutto.

- Cosa c'è Damon? Cosa hai visto di sopra? -  Chiese alzandosi di scatto e  venendo verso di me

Abbassai lo sguardo, e recuperando un po' di sangue freddo risposi

- Niente che possa interessarti...adesso andiamo ricompreremo tutto! - dissi cercando di tirarla per un braccio quasi strattonandola

- Damon cosa hai visto?! - chiese cercando di fare resistenza scandagliando il mio sguardo

- Elena! Andiamo via e basta! - dissi alzando la voce senza volerlo, mi avvicinai a lei accarezzandole la guancia e continuai - Ti prego, non fare altre domande...- 

Non sapevo come avrebbe preso la cosa, ma non volevo scoprirlo di certo restando lì dentro. Entrammo in macchina, e dopo qualche minuto di silenzio sentenziai.

- Devi denunciare Matt...- 

- Cosa? - rispose buttando lo sguardo su di me

- È la cosa più giusta da fare... è per cautelarti...- 

- Damon mi dici cosa cavolo hai visto in camera da letto?! - 

- Elena è uno psicopatico! Tu non ti avvicinerai più a quella casa! E non uscirai più senza di me o comunque non da sola! - 

- Damon spiegami non trattarmi da stupida! - disse parlando in modo agitato

- Proprio perché non lo sei, io non ti dirò un bel niente! Sei davvero una testarda! Cazzo! - dissi gridando spegnendo davanti al vialetto di casa mia

Non potevo raccontarle cosa avevo visto, dovevo proteggerla ad ogni costo.

- È tu sei un idiota! - gridò guardadomi con gli occhi delusi e affranti. Avvicinò il dorso della sua mano destra alle sue labbra tremando.

Mi accorsi di aver esagerato, ma lo facevo per il suo bene, non volevo che si sentisse male, e non volevo che sapesse cosa aveva combinato Matt in camera. Le sfiorai il braccio per attirare la sua attenzione, ma lei prontamente scosse il braccio ed uscì dalla macchina sbattendo la portiera. 

Ice Dance - Edward mani di forbice

Presi un respiro profondo e stavo per uscire pure io dalla macchina, quando vidi cadere dal cielo dei fiocchi di neve. Guardai meravigliato, era da tanto che non vedevo nevicare. Uscì incredulo dalla macchina poggiando il braccio sulla portiera e guardando verso di lei la vidi alzare le mani verso il cielo come a voler toccare tutti i fiocchi. Iniziò a girare su se stessa mentre la neve cominciò a scendere aumentando la sua caduta. Il suo viso si illuminò sorridendomi. Volteggiava tra i fiocchi, facendo alzare il suo vestito di seta azzurro come cielo. Sembrava un angelo che danzava tra le nuvole del paradiso. All'improvviso tolse il giubbotto di pelle che le avevo dato facendolo cadere a terra, continuando a danzare incurante del freddo e di quello che potevo pensare io. Io d'altro canto riuscivo solo a guardarla con il mio solito sguardo da ebete. Lei così bella, così delicata... così vera. Credo che neanche nei sogni più nascosti avrei aspirato a tanto, ed ora questo angelo, che danzava davanti a me sarebbe diventata anche la madre di mio figlio. 

Mi avvicinai a lei con passo leggero,  e togliendomi il giubbotto la avvolsi delicatamente tuffandomi nei suoi occhi. Le sorrisi come un idiota, e cercai di scusarmi per quello che le avevo detto prima quando lei avvicinò l'indice alla mia bocca sfiorando le mie labbra.

- Damon...stringimi forte...stringimi a te come non hai fatto mai...e amami con tutto te stesso...- 

- Elena...- 

- Proteggi il mio cuore Damon... È tuo per sempre...- 

La strinsi forte a me respirandolo fino alla fine. Appoggiò il sul viso all'estremità del mio collo, sentii le sue lacrime calde attraversarmi. Il mio respiro iniziò a farsi irregolare accarezzando i suoi morbidi capelli, alzai il viso verso il cielo, e respirando a pieni polmoni tra la neve iniziai a piangere. Chiusi gli occhi, e per un'attimo tutto sembrò fermarsi. Potevo sentire distintamente il mio respiro nel suo. Il mio cuore iniziò a battere forte dall'emozione...lei aveva stravolto la mia vita, dandole finalmente un senso.

Sognando L'AmoreWhere stories live. Discover now