L'amore Sognato Da Sempre

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Aprii gli occhi leggermente per poi richiuderli strizzandoli immediatamente. La luce, ancora dopo quelle due settimane passate in ospedale mi dava fastidio. Riprovai ad aprirli ancora più lentamente mettendo a fuoco la stanza verde pastello che mi circondava. La luce che si trovava sopra la mia testa era accesa e tutto intorno a me era stranamente silenzioso. Puntai i gomiti sul materasso dandomi lo slancio necessario a farmi alzare Il capo da quel letto che ormai odiavo. Continuai a scrutare la stanza cercando di capire dove fosse Elena, e come mai non era al mio capezzale, come ormai era consuetudine. Mi sedetti a bordo letto e passando  la mano destra tra i capelli scompigliati chiamai i sul nome timidamente, nella vana speranza che fosse in bagno o fuori dalla stanza a prendere un bicchiere d'acqua. La mia voce rimbombò dentro quella silenziosa stanza, come un ecco in alta montagna, per poi ritornare nelle mie orecchie provocandomi un brivido di paura. Quella scossa piena d'angoscia mi fece subito alzare in piedi, ma il mio corpo ancora intorpidito dal sonno pesante di prima stendeva a stare eretto facendomi barcollare vicino al comodino. D'impulso poggiai tutte due le mani su di esso scrutando il piano bianco che mi si presentò davanti. In ordine sparso c'erano le mie medicine, il pacco del kleenex e il mio cellulare che lampeggiava. Lo afferrai pregando il cielo che ci fosse un messaggio di Elena, ma davanti a miei occhi si presentò tutt'altra scena.

- Matt...ti prego...non farmi del male... - dissi con voce rotta dalla paura mentre i miei occhi lo guardavano pietrificata

- Cosa ti fa pensare che io possa farti del male? In fondo sei mia moglie no? - chiese sogghignando e avvicinandosi a me. Il suo sguardo era malefico e i suoi occhi azzurri glaciali, qualcosa di veramente  paralizzante - Una moglie che mi ha tradito con il primo che gli è passato davanti e che ha buttato al vento sette anni della nostra vita...Ma allora, forse, dovrei farti del male sul serio... - continuò sfiorandomi la guancia destra con il dorso della sua mano

- Ti prego Matt... - 

- Sai, mi sei piaciuta dalla prima volta che ti vidi davanti a quel cinema...non avrei mai pensato che una ragazza come te potesse interessarsi ad un ragazzo timido e schivo come me... - continuò il suo monologo sbottonando i bottoni che facevano parte del vestito in jersey fiorato che portavo - Ma tu con la tua bellezza e la tua simpatia avevi già
 conquistato tutti, compreso me...ti ricordi la nostra prima volta? - chiese avvicinandosi al mio orecchio destro infilando la sua mano sinistra tra le mie gambe - È stato bellissimo...- 

Sbarrai gli occhi a quel tocco non voluto e con le mani cercai di spostarlo. Il mio cuore iniziò a galoppare forte, lo sentii quasi fuori dal petto. Dentro di me la paura che lui volesse violentarmi divento reale. Cominciai a gridare con tutto il fatto che avevo in petto nella speranza che qualcuno sentisse le mie urla disperate.

- Grida quando vuoi mi piccola Elena, non credo qualcuno ti sentirà mai...i nostri vicini di casa sono fuori città, e come ben sai la signora Fleming è sorda come una campana... - disse girandomi di peso verso l'isola la quale era diventata la mia prigione. Strinse il mio corpo su di esso e con una mossa veloce e brusca alzò la mia gonna strapando il mio intimo. In quello stesso momento tornai a gridare più forte di prima, avevo le corde vocali in fiamme ormai ma non volevo essere toccata in nessun modo da lui.

- Lasciala verme schifoso!! - 

Alzai i miei occhi pieni di lacrime e lo vidi, lui era qui.

- Damon giusto? - chiese Matt facendomi alzare prendendomi per i capelli e avvicinando il mio viso al suo accarezzandolo - Finalmente sei arrivato! Non ci speravo  più! - 

- Ora che ti sei levato questo sfizio perché non la lasci andare? Tu vuoi me no? - 

- In effetti è proprio così! -  Disse con voce entusiasta  ed estraendo la pistola da dietro la schiena la punto su Damon. I suoi occhi aprirono dallo spavento. Alzò le mani come a volersi difendere guardandomi spaventato

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