Stato Di Grazia

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Heather - Conan Gray

Vederla ritornare fu come un'apparizione. Uno stato di grazia mi avvolse totalmente facendomi dimenticare tutto il resto. Mi sentivo fortunato nella sfortuna. Per lei avrei fatto di tutto, anche morire. La sua figura si avvicinò a me sfiorandomi il braccio destro nudo provocandomi un brivido. La guardai dritta negli occhi, quegli occhi nocciola che mi ricordavano tanto la cioccolata calda di inverno. Quegli occhi che sortivano sempre lo stesso effetto su di me, un sorriso da idiota. Ormai faceva parte del mio repertorio, ma a me non importava, lei era tutto quello di cui avevo bisogno. Rispose con quel sorriso angelico che mi aveva rapito fin dal primo sguardo. I suoi occhi si erano come accesi incontrando i miei, l'unica medicina di cui avevo bisogno. In quei giorni mi ero chiesto molte volte come una ragazza come lei fosse ancora al mio fianco, ed ogni volta, puntualmente, trovavo le risposte nei suoi occhi. In realtà, non ci conoscevamo da tanto, e questo era un dato di fatto, ma lei aveva stravolto la mia mente, la mia anima. Nel mio curriculum non spiccavo come ragazzo dell'anno, anzi, per dirla tutta non ero mai stato il ragazzo di nessuna. Non avevo mai superato il limite, non avevo mai superato il giorno dopo. Ma con lei era stata subito magia. I giorni si susseguivano, e il mio corpo reagiva bene alle terapie, mi sentivo sempre meglio. Tra gli esercizi sul tappetino, e le lunghe passeggiate fatte con Elena nel giardino dell'ospedale mi sentivo rinato, avevo avuto questa seconda possibilità, una possibilità che volevo vivere fino in fondo. Era quello che pensavo ogni volta che le mie labbra si incontravano con le sue. Il mio tutto.

(Elena)

Obbligai Damon a sdraiarsi sul letto, ogni volta che facevamo una passeggiata lui si sentiva stremato, anche se non voleva darla a vedere. Dopo avergli dato un bacio e averlo ammonito scherzosamente perché aveva allungato un po' le mani uscì fuori dalla stanza e mi avvicinai all'erogatore dell'acqua.

- Signora Gilbert, posso parlare un attimo? -

- Mi sembrava che l'ultima volta che ci siamo visti, ci eravamo detti tutto...- risposi tenendo il bicchiere sotto il getto dell'acqua riempiendolo quasi fino all'orlo

- Ha ragione, ma se potessi parlare con lei un attimo, gliene sarei veramente grato...-

Mi girai verso di lui, e quegli occhi azzurri questa volta non erano gelidi come l'ultima volta, questa volta avevano una luce diversa.

- Va bene, ma la prego di essere cellere, non voglio lasciare Damon da solo a lungo...-

Lui annuì, e mostrandomi la strada con il braccio destro mi avviai verso il suo ufficio. Varcai la soglia con un po' di timore, l'ultima volta che ero entrata in quella stanza era stata con Matt durante le sue dimissioni. Giuseppe Salvatore mi superò, e avvicinandosi velocemente alla sua scrivania mi indicò una delle due poltrone poste davanti a lui. Mi avvicinai ad una delle due poltrone lentamente, e altrettanto lentamente mi sedetti in quella di destra.

- So bene, che ultima volta non ci siamo lasciati pacificamente, ma mi premeva porgerle le mie scuse...-

Rimasi a guardarlo incredula, i miei occhi che da prima si erano spalancati adesso si erano chiusi in due fessure scrutandolo con fare interrogativo cercando di capire dove volesse arrivare il primario.

- Non mi guardi così signora... - disse accennando un mezzo sorriso come quello di Damon - Riconosco i miei sbagli, benché sembri uno uomo senza scrupoli...-

- Beh...io non volevo dire proprio questo...- risposi cercando di nascondere quel pizzico di imbarazzo che si era palesata sul mio viso

- E l'altro giorno, con lei, ho sbagliato di grosso...non avevo il diritto di parlare in quel modo. Aveva perfettamente ragione! - disse alzandosi e voltandosi verso la finestra che aveva alle sua spalle e incrociando le mani dietro la schiena continuò - Come ha potuto notare, mio figlio è un ragazzo caparbio e intelligente, che nella vita ha fatto le sue scelte, anche sbagliate, ma sempre con il cuore. In questo a preso sicuramente da sua madre... Ma altre scelte le ha fatte sicuramente con l'organo sbagliato, che non sto qui a dirle! E lei, cara signora, mi sembrava una di quelle scelte sbagliate! - affermò risedendosi di fronte a me - Ma quando si è svegliato dal coma è ha fatto il il diavolo a quattro per vederla, ho iniziato ad avere qualche dubbio su quello che pensavo, anche se poi ho avuto con lei quel colloquio spiacevole...-

Sognando L'AmoreUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum