Capitolo 7 - GIORNO 6

42 6 5
                                    

Si tastó la zona intorno all'occhio, ancora incredulo, aumentando il dolore inflitto dalla sfera biancastra che fino a poche ore fa non era altro che l'iride.

Ace indietreggiò velocemente sbattendo la schiena contro il muro quasi, sfondandolo, alzò la mano poggiandola sull'occhio sbiadito e cominciò ad imprecare, prima silenziosamente, fino ad arrivare a un tono sempre più elevato.

<<Che cazzo è? Che cazzo è?!!>> si rispecchiò sperando che quell' innaturalità fosse solo frutto della sua immaginazione , ma constatò che quel pensiero non era destinato ad essere veritiero.

Si preoccupò come non mai e, questo, non fece che sollevare la bile dallo stomaco fino all' esofago.

Quest'ultimo cominciò a bruciare come le fiamme dell' inferno e per avere un minimo di sollievo, rigettò la lava di bile nel gabinetto, mentre l'occhio era ancora dolorante.

Si vestì velocemente mettendosi il cappello ben posizionato sul capo per coprire il più possibile i capelli danneggiati e , per gli occhi, si mise degli occhiali spessi e scuri.

Attraversò il corridoio per poi uscire all' aperto, cercando di scendere dalle nave senza farsi notare ma a quanto pare, il suo piano, era destinato a fallire sin dal principio, perché una voce fin troppo conosciuta gli scombussoló il sistema nervoso: << ehi, comandante ace, dove stai andando così di fretta? Non dovresti occuparti della nave e della ciurma? È solo una mia impressione o stavi scappando come un ladro?... che c'è? Troppe.... responsabilità? Ahahahah>>
Ace sbuffò prendendosi il pollice e l'indice sulla cima del naso.

Non aveva voglia di perdere tempo con quel deficiente: << Randal, attento, se farai altre domande una dietro l'altra, ti verrà un ictus>> rispose con ironia facendo ridacchiare molti pirati attorno a loro.

Randal si infuriò, rispondendo in modo altrettanto rabbioso: <<Mi stai dando dell' idiota andicappato, per caso?>>
<< La tua perspicacia non cessa mai di sorprendermi>> non stette a sentire le offese del collega e si incamminò in città.

Si intrufolo in un vicolo in modo da arrivare più velocemente allo studio del medico non soffermandosi sul fastidioso odore di umidità che impregnava l'aria.

Ace non fece in tempo a svoltare l'angolo della via, che  qualcuno gli aveva afferrato il braccio, fermando il suo passo.

Si voltò verso il diretto interessato, che scoprí essere una donna.

Una bella donna , con vestiti succinti, tra cui una gonna Corta altezza sedere e un top Blu scuro che le copriva e sollevava  il seno pieno.

La ragazza era sulla ventina con occhi e capelli marroni legno sequoia, le sue labbra erano piene e forse vere.

Le unghie smaltate di rosa fluo si aggrapparono ancora di più al suo braccio, innervosendolo.
<<Ehi, bel fusto, che ne dici se ti fermi un momento e ci divertiamo insieme eh? Ti va?>>
<< Lasciami andare, ho fretta!>>
<< Sembri agitato e stressato...ti faccio passare tutto, baby>>
<< Ho detto...che...non...ho...tempo, lasciami!!>>
<< Va bene, va bene, non ti scaldare bellezza...se dopo hai tempo...torna e chiedi di Tessie...>> Ace non rispose e riprese a camminare.

Entrò nella struttura medica, seguendo la strada verso l'ambulatorio.

Si affacciò allo studio della segretaria e, quando la vide, si schiarì la voce per attirare l'attenzione:<< salve, vorrei consultare il dottore, per favore>>
<<È fortunato , adesso è libero. Aspetti lo avverto>> rispose lei sorridendo.

Si alzò dalle sedia e bussò alla porta del medico, aprendola subito dopo:<< dottore, c'è un paziente per lei>> chiuse la porta dietro di sé ,lasciando Ace fuori dalla stanza a sentire i loro bisbigli.

THE INFECTION Where stories live. Discover now