Capitolo 3 ~ GIORNO 2

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Quella mattina, Ace si svegliò con un leggero, ma fastidioso mal di testa.
Si alzò a sedere, appoggiando la schiena sulla testiera del letto e con l'indice ed il medio di entrambe le mani cominciò a massaggiarsi le tempie per cercare di lenire il dolore.
<<Il buongiorno si vede dal mattino eh?...allora questo deve essere proprio un giorno di merda>> disse allora Ace, quando sentì un gigantesco boato provenire dal ponte della nave.
Si vestì, mettendosi anche la camicia per il freddo rimasto dal giorno prima,e uscì dalla cabina con l'intento di andare a vedere cosa fosse stato quel fracasso e con il malore che aveva, molto probabilmente se non gli avessero dato una valida spiegazione, avrebbe sicuramente dato fuoco a qualcuno.
<<Che cosa sta succedendo?che cosa è tutto questo casino, per dio!?>> Urlò Ace a due membri della ciurma che se le stavano dando di Santa ragione.
<<Questo stronzo mi ha urtato facendomi cadere con la colazione per terra e siccome a pulire tocca al sottoscritto oggi, sono particolarmente incazzato!>> Disse uno dei due uomini, prendendo per il bavero della giacca l'altro.
<<Non è colpa mia se sei deficiente e non sai tenere fermo un piatto. Io non ti ho nemmeno toccato, imbecille!>> Rispose a tono questo.
<<Adesso basta! Vi state comportando da mocciosi. Ora fate la pace come i piccolini ,da bravi, e pulite insieme sto schifo, ok? Dai ragazzi, devo discutere con quelli di Nora oggi! Ho anche un mal di testa da cani, non vi ci mettete pure voi>> disse spazientito il comandante.
<<A questo proposito, comandante siamo arrivati. Abbiamo appena gettato l'ancora come puoi vedere, l'isola è tutta tua>> si intromise nel discorso il navigatore di bordo.
<<Bene, adesso vado dal sindaco allora e tu verrai con me>> rispose il moro << voi tenete d'occhio la nave ragazzi, torneremo presto...o almeno lo spero>> continuò Ace.
<<Secondo te, quali saranno queste famose divergenze?>> Chiese il navigatore.
<<Non lo so Addie, ma spero non sia una cazzata, perché il pensiero di essermi fatto un viaggio di tre giorni per niente, mi manderebbe in bestia>>
<< Eh beh, si ti capirei in tal caso>>
Iniziarono a dirigersi verso il centro della città.
Quando arrivarono, le persone che incontrarono avevano un espressione mista tra il preoccupato e il rassicurato.
<<Buongiorno, senta vorrei parlare con il sindaco della città, per favore>> chiese con cortesia Ace.
<<Posso chiedervi chi siete, giovanotto?>> Domandò un vecchietto.
<<Sono il comandante della seconda flotta di Barbabianca. Sono stato mandato qui con l'incarico di risolvere delle dispute>> disse con tono sicuro il giovane.
<<Ah, si certo, menomale...il sindaco sta nel quartiere qui vicino,ma Adesso credo   sia agli uffici comunali>>rispose il vecchio.
<<Bene, la ringrazio moltissimo arrivederci>>
I due pirati si recarono verso il comune e durante il cammino, videro alcune persone bisbigliare tra loro guardandoli.
<<Che palle, odio essere osservato così>> sbuffò Ace.
<<Eh...che ci vuoi fare?>> Rispose Eddie, anche lui scocciato.
<<Oh benvenuti, entrate pure>> esclamò il sindaco appena li vide e i pirati, si accomodarono.
<<Grazie signor sindaco, come può vedere abbiamo accolto la sua chiamata e vorremmo sapere che cosa non va>>
<<Si comandante, ringrazio tutti voi e il vostro capitano per questo. Bhe, il fatto è che ultimamente, a largo delle nostre coste, ci sono delle navi di altri pirati che girellano qua e là. Lo so che sembra una cosa da nulla questa ma...la verità è che alcuni di questi pirati sono sbarcati e spesso non hanno buone intenzioni e spaventano molto la gente del villaggio. Volevo chiedere, visto che la nostra isola si trova sotto la protezione di Barbabianca , un po' più di sicurezza per i nostri concittadini. La povera gente di qui non riesce nemmeno a dormire la notte per la paura>>concluse il sindaco con uno sguardo sinceramente preoccupato.
<<D'accordo, capisco la vostra paura ma potete stare tranquilli...non ci sono pirati in grado di mettersi contro Barbabianca...riferiró quanto detto al capitano a vedrete che andrà meglio>> lo rassicuró Ace.
<<Ah, molto bene...per ringraziarvi voglio offrirvi la cena sul porto. Parteciperanno tutti quanti per festeggiare, che ne dite?>> propose il sindaco di Nora.
<<Se c'è da mangiare a volontà gratuitamente, perché no! Ehehe>> ridacchiò Ace.
<<Sempre il solito>> esclamò il navigatore.
<<Bene allora, vediamo al porto stasera alle 19>> concluso il primo cittadino.
<<Ok, non mancheremo>>.
Arrivati da pochi minuti sulla Moby Dick, Eddie andò sotto coperta mentre Ace prese il lumacofono per informare gli altri in mare aperto: <<sono Marco, Ace sei tu?>>
<<Si sono io, abbiamo appena parlato con il sindaco di Nora, e...a quanto pare erano solo dei pirati che facevano scorribande lì vicino. Volevano solo essere rassicurati tutto qui...almeno mi offriranno la cena>>
<<Ahahaha...almeno quello...poteva andare peggio,no?>> Appena Marco fece la domanda, ad Ace venne in mente la ragazza strana che lo aveva ferito.
Infatti, ora che ci faceva caso, i graffi si stavano ancora facendo sentire...
<<Ace? Sei ancora lì?>>chiese Marco
<<Si sono qui, già hai detto bene...poteva andare peggio...>> E così chiuse la chiamata.
Finalmente la sera era arrivata e i pirati non vedevano l'ora di festeggiare mangiando, scherzando, bevendo e cercando di flertare con qualche donna.
<<A tutti i cittadini di Nora...stasera si festeggia la forza, la sicurezza dei pirati di Barbabianca e la protezione che ci stanno dando...detto questo, buon appetito a tutti!>> Urlò il sindaco, facendo iniziare tutti a mangiare, quando però Ace, a sentire quella voce così forte, si trattenne dal gridare per il fortissimo dolore alla testa che, da quella mattina non era ancora passato.
Vedendolo gemere e tenersi la testa tra le mani, il navigatore si preoccupó <<Ace tutto bene? Ti senti male?>>
<<Si è solo un po' di mal di testa>> rispose il moro forse per rassicurare soprattutto se stesso.
Eddie vide colare dal naso di Ace un rivolo di sangue...<< ACE...il naso>> gli fece notare, facendo portare la mano del ragazzo proprio alla base di esso, sporcandola di sangue.
<<Cazzo...scusa vado in bagno>>lo avverte Ace.
Superò la gente che festeggiava ed arrivò al bagno della nave, nella sua cabina.
Si osservò il naso allo specchio e se lo pulì con l'acqua quando un forte starnuto gli fece colare, moltissimo altro sangue, che andò anche a sporcare lo specchio <<oddio, non si ferma più>> esclamò Ace ormai con il sangue in gola, portando la testa verso il basso tenendosi il naso.
Il sangue era andato da per tutto, anche addosso a lui.
20 minuti. Stette ben 20 minuti in piedi, quando finalmente, l'emorragia finì.
Pulì tutto e si fece una doccia veloce per pulirsi dal sangue, ancora incredulo da quello che era appena capitato.
Si mise a sedere sul letto per riposare, quando un conato di vomito lo assalì e si precipitò senza indugio verso il bagno.
Non rigettò a lungo ma fu abbastanza da farlo preoccupare.
Nel w.c c'era del sangue, molto sangue.
<<Forse ne ho ingoiato troppo prima>> tentò di spiegare a sé stesso Ace
<<Domani vado dal doc...giusto per essere sicuro...>> Ace si guardò la ferita al petto...stava diventato scura e i bordi erano rialzati... Faceva male cavolo, tanto male... passò le sue dita su di essa e notò che era un po' giallastra in alcuni punti.
Decise di andare a letto dato che era ormai era stanco morto, nonostante fossero solo le  otto di sera e non avesse avvertito nessuno alla festa, ma questo ad Ace, non importava.

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