Capitolo 5 ~ GIORNO 4

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<<che ore sono?>> Ace aprì gli occhi abbandonando il mondo dei sogni.
Si guardò intorno come per cercare una risposta alla sua domanda.
Il suo sguardo però si fermò sul suo letto, ricordandosi dell' accaduto.
Si alzò a fatica e raggiunse i piedi del letto.
Guardò la coperta e con una mano la sollevò facendola uscire dagli angoli del materasso.
Appallottolò il lenzuolo e le gettò dentro una cesta nella stanza, così che quando ci fosse stata l'occasione, lo avrebbe buttato via.
Si spogliò mettendo i vestiti sulla sedia e andò in bagno, con l'intenzione di farsi una doccia.
Aprì il getto d'acqua del soffione e si abbandonò al piacere dell' acqua calda, piegando la testa all' indietro e passando le dita tra i capelli.
Quando uscì dalla doccia però, non si accorse che la base di essa mostrava sul marmo bianco delle strisce di sangue andare nello scarico.
Si sbilanciò verso l'asciugamano, ma sentì un dolore lancinante.
Si guardò il braccio fino ad arrivare al petto e notò che la pelle intorno alla ferita era ancora rialzata se non di più e nell' aria circostante, una fitta rete di bluastre molto evidenti stavano coprendo quasi tutto il pettorale e parte della spalla.
<< Cazzo...devo andare da un medico, ma non posso andare dal nostro doc...si preoccuperebbero tutti, altrimenti>> sussurrò Ace mettendosi la camicia più scura che avesse, così da coprire lo sfregio.
Mentre lo faceva però, si accorse di una cosa insolita.
Le dita, anzi meglio dire le unghie delle sue mani, avevano un colore misto tra il viola e il bluastro.
Intorno a queste, il calore era più evidente e scuro con delle screpature sulla pelle, invece sotto di esse, era più sfumato e chiaro.
Ace le guardò e toccò a lungo senza dire nulla.
Si vestì e andò sul ponte sperando che almeno i raggi del sole sulla pelle, lo avrebbero fatto sentire meglio.
Alzò la testa verso il cielo, chiuse gli occhi e fece un bel respiro.
Appena aprì gli occhi e guardò davanti a sé, vide Marco che sbracciava in alto per salutarlo.
<<Buongiorno>> <<buongiorno anche a te Ace, che ti succede, non hai dormito bene?>> Ace si mise a sedere accanto a lui e si guardò le mani chiuse a pugno sopra le gambe.
<<Ace, tutto ok?>> Chiese Marco, quasi irritato dal silenzio del compagno.
<<Si tutto ok>> rispose schiarendosi la voce, ingoiando la saliva.
<<Sono solo un po' stanco, tutto qui>>
Ace cercò di rassicurarlo alzando la testa per guardarlo.
Marco aggrottò la fronte e lo guardò stranito.
<<Che c'è Marco, perché mi stai guardando così?...oh, ad ogni modo...mi dispiace di averti risposto male l'altra volta, ma non stavo bene quindi...mi dispiace insomma e...>> Le scuse di Ace vennero interrotte dal biondo.
<<Ace...ma che hai fatto all' occhio?>>
<<Eh? Cosa ha il mio occhio?>> Chiese il moro toccandoselo.
<<Non lo so cosa hai fatto ma...vai davanti ad uno specchio e guarda tu stesso>> così Ace tornò in camera e si specchiò.
L'occhio era gonfio e irritato, la sclera era praticamente rossa.
Si toccò l'occhio per vedere cosa avesse all'interno, ma uscì solo del liquido rossastro, che gli diede fastidio.
Un giramento di testa lo costrinse ad appoggiarsi ai bordi del lavabo, quando un senso di nausea lo fece inginocchiare sul w.c, rigettando una disgustosa bile appiccicosa e densa, di colore rosso.
<<Cazzo, che schifo>> disse Ace mentre usciva dalla cabina, chiudendo la porta.
<<Hai visto il tuo occhio?>> Domandò Marco all'improvviso facendolo impallidire.
<<Si, ho visto...mi sarà entrato qualcosa dentro>> rispose Ace con un sorriso.
Camminarono fianco a fianco per il ponte, fino ad arrivare a prua.
<<Oh, non mi ero accorto che eravamo salpati>> disse il ragazzo mettendosi la mano sopra gli occhi per guardare l'orizzonte.
<<Siamo salpati da un po'...il mare è così calmo...praticamente è una tavola, forse è per questo che non ti sei accorto di niente>> spiegò la sua versione Marco.
<<Si, sarà per quello...>> Sussurrò Ace.
<<Dove stiamo andando?>>
<< Su un isola di nome Lory...non è molto distante, ci arriveremo presto>>
<<Bene...quando attracchiamo me lo dici?>>
<<Perché?>>
<<Niente, lo sai come sono fatto, no?>> Sorrise.
<<Va bene, ho capito>> rispose il biondo esasperato.
Conclusa la conversazione Ace andò in cabina.
Chiuse la porta dietro di sé e appoggiò le spalle su di essa.
Sospirò rumorosamente.
<<Cercherò un dottore su quell' isola...spero riesca a dirmi cosa ho...>> Si sedette davanti alla porta e chiuse gli occhi per riposarsi un po'.
<<Ace, siamo arrivati. Sei lì dentro?>>
<<Si Marco, esco subito, grazie>> finalmente.
Ace scese dalla nave dopo aver sentito tutte le solite raccomandazioni dei sui compagni, in particolare dal comandante della prima flotta.
La città non era vitale come Nora ma, era piena di bancarelle di ogni tipo: di alimentari, di abbigliamento, di addobbi casalinghi fatti in casa e molte altre.
Il moro si fermò davanti a un signore di mezza età, speranzoso.
<<Scusi, posso farle una domanda?>>
<<Certo giovanotto, chiedi pure>> rispose l'uomo.
<<Sa per caso se c'è un ospedale o un ambulatorio qui vicino?>>
<<Certo, vai avanti dritto e poi gira a destra. Ti ritroverai davanti ad un piccolo ospedale>>
<<La ringrazio, arrivederci>>
Appena arrivato all' ospedale, Ace, andò in contro ad un' infermiera.
<<Buongiorno, senta sono venuto qui per un consulto medico>>
<<Ok, l'ambulatorio è da quella parte. Sia paziente ed attenda la fila, grazie>> detto questo Ace andò in fila mettendosi a seduto, quando il lumacofono cominciò a suonare.
<<Pronto?>>
<<Ace ma dove sei? Sono venuto a cercarti al ristorante, ma non ti ho trovato>>
<<No non sono lì, sto solo...facendo un giretto. Comunque, che mi devi dire?>>
<<Randal è tornato, che palle la sua missione è durata troppo poco>>
<<Ma se è in missione da un anno e mezzo>>
<<Infatti ahah...non fare casini, eh! Ci si vede più tardi>> chiuse la conversazione.
<<Oh, che strapalle però...proprio oggi doveva tornare>>  guardò avanti: in fila vi erano quasi tutti anziani dai 60 anni in poi, ed Ace sperò che l' attesa sarebbe durata poco.

30 MINUTI DOPO
<<Buongiorno, si sieda sul lettino...come si chiama?>>
<<Ace>>
<<Bene, eccoci qua... cosa c'è che non va?>> Chiese il medico.
Non era vecchio anzi, dimostrava all' incirca 30 anni ma anche se giovane, sembrava essere un ottimo medico.
Aveva i capelli marroni ed occhi dello stesso colore, naso tondo e labbra piccole e sottili.
<<Beh ecco, è da qualche giorno che ho mal di testa, sanguino dal naso e ho la nausea...sono andato da un altro medico, e mi ha detto che ho la sinusite, così mi ha dato una medicina, ma...non funzionato molto>>
<<D'accordo...vediamo un po'>> il medico gli tirò sù la camicia sulla schiena e sentì il suo respiro con lo stetoscopio.
<<Mmm...i tuoi polmoni sembrano star bene...non sento alcuna anomalia>>
<<Il mio occhio...>> Sussurrò Ace
<<Vediamo...sembra una lieve congiuntivite...sentì Ace io ti voglio aiutare, ma per farlo tu devi dirmi tutto, devi essere sincero con me, altrimenti non arriveremo da nessuna parte>>
<<Ecco io...ho...ho una specie di...di irritazione sul petto che arriva fino alle spalle>>
<<D'accordo, sdraiati>> Ace seguì le indicazioni del medico che aprì il primo bottone della camicia.
<<Cavolo...>> Disse vedendo le venature sulla spalla.
<<Sembra un grave caso di sfogo sottocutaneo, forse dovuto a qualche tipo di infezione...ti posso prenotare delle analisi, se vuoi...saranno pronte fra una settimana circa e nel frattempo ti posso dare un antibiotico ad ampio spettro e delle gocce per gli occhi>> il medico prelevò del sangue per le analisi.
<<Va bene, allora arrivederci>> Ace andò a prendere i farmaci e dopo averlo fatto uscì all' aria aperta.
Passò tutto il pomeriggio passeggiando, e andò a mangiare in una locanda.
Era appena uscito quando...
<<Guarda, guarda...il comandante della seconda flotta....ahaha...ma che cazzo, lo sai che hai un vero aspetto di merda, incredibile>> rise Randal.
Egli non era un vero e proprio comandante, infatti, gli venivano assegnate solo le missioni più facili.
Secondo Randal, sarebbe dovuto diventare lui il comandante e quando scelsero Ace, era furibondo, da allora lo perseguita.
<<Parla quello uscito da un culo>> sussurrò in risposta Ace.
<<Hai detto qualcosa?>>
<<Si...ho detto che bello rivederti...stronzo>>
<<Come?>>
<<Si, stronzo...sai sono quei cosi disgustosi che escono dal culo, la cui pizza è difficile da dissolvere>>
<<Tu brutto bast...>>
<<Basta adesso... Randal sei tu che ha cominciato... adesso basta, dobbiamo tornare alla nave>> interruppe il litigio Marco fermando Randal.
Quando furono sul ponte, Ace bloccò Marco
<<Ehi Marco, quanto tempo resteremo qui?>> Chiese stanco.
<<Beh penso per un po'...dobbiamo fare un po' di scorte e poi il tempo non sembra essere dei migliori, secondo Eddie non migliorerà presto>> disse il biondo guardando il cielo nuvoloso.
<<Eh già, sentì...allora perché non restiamo per una settimana più o meno, tanto l'isola è gigantesca, c'è tanto da vedere, no?>>
<<Si, immagino di sì... d'accordo, una settimana...tutto ok, come stai?>>
<<Si tutto apposto, era solo stanchezza.
Allora io vado a letto, buona notte>>
Dopo avere salutato Marco, Ace, andò in cabina, si spogliò e andò a lavarsi i denti.
Mise il dentifricio sullo spazzolino e strofinò questo bene sui denti, quando un dolore acuto, lo costrinse a fermarsi.
Si tolse lo spazzolino di bocca, e sputò.
Nel lavabo, insieme alla schiuma del dentifricio, c'erano delle macchie di sangue.
Aprì la bocca con l'intenzione di vedere, nello specchio, da dove provenisse, quando, un fiotto si sangue gli fece piegare la testa verso il basso, finendo dalla bocca al lavabo.
Ace tossì per non soffocare.
Alzò la testa e si guardò nello specchio.
<<Che cazzo ti sta succedendo?>> Chiese al suo riflesso.
Prese le gocce per gli occhi, bestemmiando come un turco dal dolore e si sciacquò la bocca a causa del sapore metallico di prima.
Prese l'antibiotico e si stese sul letto a guardare il soffitto, chiuse gli occhi, e si abbandonò fra le braccia di Morfeo.

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