Capitolo 11

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"Oggi hai di nuovo la faccia depressa."

"Sono solo stanco, Grace. Abbiamo fatto un turno infernale di dodici ore."

Logan e Grace stavano uscendo dal Rockford's Hospital ed erano le sei del pomeriggio.

Logan stava morendo di fame e per di più aveva un mal di testa allucinante.

Non era stato nemmeno piacevole quel giorno soccorrere due ragazzine che alla fermata degli autobus erano state picchiate da delle loro coetanee perché si erano date un bacio in pubblico.

Per fortuna, esistevano ancora delle persone che possedevano un po' di senso civico e in quel contesto una signora che aveva assistito a tutto aveva avuto la prontezza di avvertire il 911.

Ogni minuto in più che trascorreva era in realtà un minuto in meno che lo separava da una crisi isterica.

"Hai litigato con il tuo amico speciale?"

Logan sospirò pesantemente e si grattò il collo con stizza. "No, Grace, non ho litigato con Ryan."

"Ah, quindi si chiama Ryan. Ed è sexy?"

Il paramedico guardò la sua collega e la trovò a sogghignare.

Alzò gli occhi al cielo. "Grace, per favore, non sono dell'umore oggi."

Grace si prese Logan sottobraccio, lo faceva spesso. "Me ne sono accorta, muso lungo. Ma vorrei tanto sapere perché sei così pieno di negatività."

Perché in passato sono stato un figlio di puttana omofobo, il quale non accettava che oltre alla figa potesse piacergli anche il cazzo e ha fatto un sacco di sbagli tra cui mandare quasi in overdose una sua compagna di scuola e picchiare un ragazzino perché indossava dei pantaloni fucsia. Ma non posso dirti tutto questo, Grace, altrimenti mi odieresti come odi la maggior parte degli uomini. E faresti bene.

"Non ho dormito bene, soffro di insonnia," le disse.

In realtà, non fu proprio una vera e propria bugia, anzi, aveva detto una parte di verità. Le stava solo omettendo il motivo della sua insonnia.

Il motivo era, ovviamente, l'aver ritrovato il ragazzino che aveva picchiato quasi cinque anni prima.

Grace lo guardò, quella ragazza aveva degli occhi celesti grandissimi e attenti.

"Lo so che non mi stai dicendo tutto, Logan, ma va bene così. Vorrei solo che un giorno ti fidassi di me a tal punto da raccontarmi il motivo del tormento che ti trascini dietro come una zavorra."

Arrivarono vicino alle loro auto che erano parcheggiate l'una di fianco all'altra, Logan si poggiò con la schiena contro lo sportello della sua macchina, incrociando le braccia al petto.
Grace gli si mise di fronte, lo sguardo attento.

"Se ti raccontassi tutto, Grace, finiresti per odiarmi."

La sua collega scosse il capo. "Non credo, Logan. Non sono così superficiale da giudicare una persona per il suo passato, io mi concentro sempre sul presente e tu sei un ragazzo che sta soffrendo al momento."

Logan si strinse nelle spalle. "Passerà, prima o poi."

Sì, che grandissima cazzata.

"Siamo amici io e te, Logan, vero?" chiese a bruciapelo Grace.

Logan annuì."Certo, lo siamo," confermò.

Grace stava diventando ogni giorno che passava sempre più importante per lui.

In quel periodo caotico della sua vita Logan teneva principalmente a due persone: a lei e a Ryan.

"Allora, ogni tanto, ricordati di essere un umano e non un riccio. Smettila di essere così chiuso e spinoso," disse Grace, accarezzandogli il volto con fare materno.

Logan (Red Moon Saga 3) Where stories live. Discover now