•Capitolo 22•

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«...e questi sono tutti i verbi irregolari inglesi. Come ci siete arrivati in prima superiore senza nemmeno conoscerli?» chiede Tsukishima evidenemente irritato dalla situazione.

Giuro di non averne mai sentito parlare e non ne conosco nemmeno mezzo. Come posso impararli tutti in così poco tempo? Non ci riuscirei nemmeno tra cent'anni.

«Be-was/were-been; bear-bore-borne; become-became-become; begin-began-begun; bite-bit-bitten, sono giusti?» chiede invece Kageyama, guardandosi le dita che utilizzato per contare solo lui sa cosa.

Yamaguchi e Tsukishima rimangono stupiti dalle cose appena dette dall'alzatore, anche se io non ci ho capito molto in realtà.

«Li hai già memorizzati così in fretta? Allora il re ci sa fare, solo che è troppo pigro per poter fare sul serio e andare bene a scuola. Se lo facesse, probabilmente sarebbe l'essere perfetto!» lo deride lo spilungone.

Yams lancia un'occhiataccia al biondino e poi prende la parola

«Hai davvero una memoria invidiabile, Kageyama-kun! Andando avanti così li memorizzerai in un attimo e il test andrà sicuramente bene» aggiunge sorridendo gentilmente.

«Anche se magari non hai la stessa memoria fotografica di Kageyama, anche tu Hinata ci riuscirai sicuramente! Hai una grandissima forza di volontà che colmerà la mancanza di una memoria visiva» basta, questo ragazzo è troppo prezioso per questo mondo.

Gli sorrido e lo ringrazio per la fiducia.

Dopo un'altra ora passata a studiare, ripetere e sentire Saltyshima irritato per delle equazioni matematiche che non ci riuscivano, finalmente possiamo sciogliere la sessione di studio.

«Basta non ce la facevo più! Ci vediamo settimana prossima, ciao!»

Detto questo scappo via. Un'altra parola e la mia testa sarebbe esplosa, un po' uno spreco direi.

Tsukishima non abita molto lontano da casa mia, ma questa è comunque una zona che non conosco molto bene, anzi.

Guardandomi intorno però non posso fare alto che ammettere quanto sia un bel quartiere: le abitazioni contornano il viale mentre aiuole ben curate lo abbelliscono e rendono tutto più colorato; i bambini più piccoli che escono di casa e si raggruppano per andare a giocare insieme mentre i loro genitori parlano tra di loro o li guardano dalla finestra di casa.

Tutto così pacifico e rilassante, tanto da farmi venire l'irrefrenabile voglia di riprodurre tale panorama a casa sul mio album.

Sorridente e pieno di aspirazioni saltello per tutta la strada senza accorgermi di qualcuno che mi stava chiamando in continuazione. Solo quando vengo toccato sulla spalla, come incitazione a fermarmi e a girarmi, mi rendo conto che Kageyama stesse annaspando, fiacco alla mia sinistra.

<<Ma - annaspa - quanto corri? E poi, oof, non mi senti?>> termina, per poi prendere aria.

<<Perché mi hai seguito?>> chiedo con una voce apparentemente neutra, non voglio far trasparire nulla.

<<Beh, tanto la strada da fare per tornare a casa è la stessa che fai tu, quindi ho preferito farla in compagnia>> dice rialzandosi normalmente in piedi e con un piccolo sorriso rivolto verso di me.

Non ha senso fare l'antipatico, se mi devo far passare questa sbandata che ho preso per lui non vale la pena evitarlo per sempre, non risolverebbe nulla.

Faccio un sospiro e gli rispondo <<Si va bene va bene, hai ragione tu. Andiamo su bakageyama>>lo incito per poi proseguire il tragitto.

Parliamo del più e del meno, gli faccio notare il paesaggio intorno e gli svelo il mio progetto di disegnarlo questa sera.

<<Dammi il tuo telefono che così faccio una foto, giusto da tenere come punto di riferimento nel caso in cui ti scordassi un particolare>>

<<Posso farla benissimo io la foto>> gli dico facendogli la linguaccia e tirando fuori il telefono dalla mia tasca.

<<Beh - mi ruba il telefono dalle mani - io ti offro una prospettiva più ampia e diversa, quella di una persona più alta di te>> e prendendomi in giro scatta qualche foto all'altezza del suo volto.

Si ok effettivamente venti centimetri non sono pochi, e molto probabilmente vede anche cosa c'è alla fine di quella strada, però dai-

Guardalo un attimo.

Cosa, perché?

Mi giro per curiosità e mi rendo conto che ha alzato le braccia per poter fare qualche foto e di conseguenza anche la sua maglia si è alzata leggermente.

Gito subito la testa dall'altra parte scuotendola.

Ringraziami più tardi.

<<Ok tieni ho finito>> e mi ridà il telefono.

<<Mh grazie, non dovevi disturbarti>> dico facendo finta di nulla e riprendendomi velocemente il cellulare.

Camminiamo un altro poco e finalmente arriviamo a destinazione.

<<Io vado per di qua, ci vediamo domani allora>> scuote la mano e si dirige verso casa sua.

Casa sua... mi ricordo ancora di quando sono stato da lui un po' di giorni prima che mia madre tornasse, poi nonna non si è sentita bene e sono dovuto andare da lei, e quindi non ho sfruttato appieno l'ospitalità.

Tornato a casa sistemo lo zaino e vado a farmi una doccia, giusto per mettere a bada i pensieri e il mal di testa che stanno procurando.

Mi vesto e mi butto sul letto con l'album da disegno, il mio astuccio di matite e gomme e il telefono, per controllare le foto.

Scorro nella galleria e trovo ciò che cercavo.

Sembra che io e lui abbiamo visto e camminato in due posti completamente differenti: la prospettiva, il gioco di luci, la profondità, è tutto differente.

Ci sarà da divertirsi.

Finisco di controllare le foto quando trovo qualche selfie di Tobio. Inevitabilmente scoppio a ridere.

In qualcuno aveva la faccia concentrata, probabilmente pensava di star usando la fotocamera esterna, mentre le ultime erano fatte palesemente apposta.

Mi riprendo dalla fragorosa risata e le riguardo un altro poco: gli ultimi raggi di sole, la golden hour, lo illuminano facendolo apparire più tranquillo e sereno, mettono in evidenza i suoi occhi scurissimi e i capelli del medesimo colore.

Sorrido e ritorno alle foto del paesaggio, ma prima decido di mandare quelle foto a Kageyama per chiedere spiegazioni.

Fatto ciò, mi metto nella posizione più comoda ed inizio a disegnare, con un po' di musica lo-fi a basso volume che esce dalle casse che ho in camera, e mi immergo nel mio lavoro, riassaporando tutte le emozioni provate prima.









🐳Angolo autrice🐳

Ed eccomi qua, pronta a farvi sclerare (si spera). 

Ho avuto un periodo di blocco, in cui sapevo cosa volevo fare ma non tramite quale mezzo. Mi sono illuminata, o sono stata illuminata. Grazio migliore amico per avermi illuminata

Ho anche iniziato di nuovo gli allenamenti, quindi so a cosa ispirarmi nei momenti in cui dovranno allenarsi.

E nulla, ho iniziato la scuola e già voglio andarmene.  A voi invece come va?

Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, faccio sempre del mio meglio e vorrei tanto sapere anche cosa ne pensiate voi.

Ci sentiamo presto <3

-Hideko

Come l'estate in inverno |Kagehina|Where stories live. Discover now