•Capitolo 3•

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<<Allora ragazzi, oggi facciamo un esercizio che ci faceva fare il coach Ukai. A coppie, palleggiate la palla al compagno e nel frattempo fate un numero con le dita. Il vostro compagno, prima di riceverla, dovrà dire ad alta voce tale numero per poi fare la stessa cosa. Questo esercizio servirà per allenarvi nel vedere più cose, essenziale quando siamo in campo.>>

Le coppie si sono create da sole, visto che sono sempre le stesse: Tsukishima e Yamaguchi, Sugawara e Daichi, Nishinoya e Takada e puntualmente io e Hinata.

Non sono per nulla preoccupato per questo esercizio, visto che ho la capacità di poter fare molte cose contemporaneamente.

Palleggiata la palla, faccio il numero tre con la mano ma Hinata non riesce a vederlo in tempo e la palla gli cade in testa.

<<Hinata-boke perché non hai detto il numero! Devi dirlo e poi prendere la palla, o per te sono troppe cose da fare insieme?>> gli chiedo ghignando.

Spero che con questo si senta spronato a contraddirmi e a riuscire a fare bene l'esercizio, visto che è molto importante.

<<S-si scusami Kageyama! Dovevo abituarmi a questa cosa, ma ora so per certo di riuscirla a fare!>>

Detto questo imitò l'azione da me compiuta poco fa alzando cinque dita.

<<Cinque!>>

Urlo per poi riconsegnare la palla.

<<Uno!>>

<<Quattro!>>

<<Duee!>>

Continuiamo questo esercizio per qualche altro minuto senza intoppi. Nella palestra sembrava stessimo dando di matto. Alla fine terminiamo l'esercizio e, visto l'ora, iniziamo a fare stretching.

Dopo aver posato i palloni, aver pulito la struttura ed essermi cambiato, mi avvio a casa.

<<Kageyama-kun! Fermati!>>

Quando mi giro trovo il rosso correre velocemente nella mia direzione affiancato dalla sua bicicletta.

<<Cosa c'è Hinata?>> chiedo con fare alquanto scocciato.

<<V-visto che abbiamo un pezzo di strada in comune, stavo pensando, b-beh se ti andasse di percorrerlo insieme.>> mi chiede alquanto imbarazzato.

<<Per me è indifferente, fai come vuoi tu.>>

Dico facendo spallucce. In realtà non mi dispiaceva avere un po' di compagnia prima di rientrare a casa.

Presi nuovamente il telefono con le cuffie per ascoltare un po' di musica ma, prima di avviare la riproduzione casuale, porgo l'auricolare sinistro al rosso.

Quest'ultimo mi guarda confuso ma poi, senza fare domande né tante cerimonie, si infila l'auricolare nell'orecchio per ascoltare i vari brani.

A causa della differenza di altezza, ho dovuto mettere il telefono nella tasca della felpa anziché in quella dei pantaloni. Il più grande, man mano, si avvicina sempre più a me fino a quando, a dividere le nostre braccia, ci sono solo pochi centimetri.

Arrivo di fronte casa mia senza nemmeno accorgermene ma, essendo la canzone in ascolto quasi terminata, decido di farla finire attendendo un po'.

Senza potercene nemmeno rendere conto, un ragazzo in bicicletta sfreccia velocemente affianco a noi facendo perdere l'equilibrio a Hinata che cade addosso a me.

Riesco a prenderlo ritrovandomi in una posizione abbastanza ambigua: io in piedi mentre il ragazzino è steso sulle mie braccia, con un piede a terra e l'altro un po' alzato, con la faccia rivolta verso la mia, distante pochi centimetri. Sembra la posizione finale di un tango.

 Sembra la posizione finale di un tango

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(Tipo questa, per intenderci. Ovviamente in modo meno "ballato", senza quella gamba dietro o le mani intrecciate).

Quando il piccoletto se ne accorge, tenta di alzarsi per ricomporsi ma, appena ci prova, inizia a lamentarsi di un dolore alla caviglia.

Effettivamente inizia a diventare gonfia, dunque decido di farlo entrare in casa per poterlo almeno medicare. Gli prendo il braccio sinistro e lo metto intorno al mio collo per farlo aggrappare mentre lui zoppica.

Poggio la sua bici al muro di casa e lo faccio entrare dentro. Non c'è nessuno, quindi ho più libertà nel muovermi. Poggio Hinata sul divano in soggiorno mentre mi dirigo in bagno a prendere qualche crema e una fascia.

Ritornato in salotto decido di ispezionare meglio la caviglia e capisco che si sia presa una bella storta. Senza perdere tempo metto un po' di ghiaccio sulla zona violacea mentre srotolo una garza per poter immobilizzare la caviglia.

Hinata's P.O.V.

Inizio a sentire delle fitte sempre più forti e il ghiaccio non aiuta. Vedo Kageyama molto concentrato in ciò che fa e sicuramente non è la prima volta, visto che si muove in maniera esperta. Mi spruzza anche u po' di ghiaccio spray e poi passa ad applicarmi delle creme dall'odore abbastanza intenso. In fine mi benda la caviglia con una fascia marroncina, che fissa poi con dei gancetti elastici.

Non so come ritornare a casa con questa fasciatura e il dolore che non accenna a passare, soprattutto dovendo pedalare la bicicletta: questa non ci voleva proprio.

Opto per chiamare mio padre per farmi venire a prendere quando il moro mi chiede cosa preferissi per cena.

<<Come scusa?>> chiedo, sperando di aver capito male.

<<Ti ho chiesto cosa se avessi qualche preferenza per la cena, altrimenti faccio io.>>

<<Ma che cena, ora torno a casa non ti preoccupare.>> Rispondo anche se non tanto convinto. Mi sono ricordato che entrambi i miei genitori erano partiti per affari e che avevano portato Natsu a stare dalla nonna. Io avrei trascorso le prossime due settimane a casa da solo, quindi nessuno sarebbe potuto venire.

<<Non puoi rincasare in queste condizioni, quindi stasera ti fermi qui, poi domani ti riporto a casa. Non ti mangio.>>

<<V-va bene. Grazie di tutto: dell'aiuto, della medicazione, dell'ospitalità e dell'impiccio, grazie davvero.>> Dico con un mezzo sorriso.

Non mi aspettavo che potesse essere così premuroso, per fortuna lo è stato altrimenti sarei stato spacciato.

<<Comunque mangio di tutto, non mi faccio alcun tipo di problema!>> ammetto sorridendo.

Kageyama fa una leggera risata per poi dire:

<<Ti pare che uno come te si fa problemi sul cibo? Qualunque cosa tu abbia davanti di commestibile lo ingerisci in un secondo.>> Per poi ridere ancora più forte.

"Come se lui fosse tanto diverso" dico fra me e me, ridendo insieme a Kageyama.

🗻Angolo autrice🗻
Hey! Hey! Hey! Spero che il capitolo vi piaccia! Da lunedì ho ripreso gli allenamenti di pallavolo, quindi credo che inserirò alcuni esercizi che svolgo in palestra nella storia, come ho fatto all'inizio. Quell'esercizio è complicato perchè in men che non si dica la palla è già scesa! Bando alle ciance, vi saluto, vi abbraccio forte e alla prossima!

-Hideko


Come l'estate in inverno |Kagehina|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora