4. Viola

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Varcai la porta di vetro del negozio di fiori di Viola ed attesi che finisse un mazzetto di margherite gialle per una cliente. Quindi, non appena uscì, mi fiondai da lei, poggiando i gomiti sul bancone.

-Viola sembravi piuttosto agitata...va tutto bene? Devo parlarti anch'io...tua madre Iris è di là?-

Lei avvicinò lo sgabello giallo e mi si sedette di fronte, sbuffando.

-No, è tornata a casa prima. Devo dirti una cosa importante, Chiara, prima che tu lo venga a sapere da altri, dato che le voci girano già...- fece lei cadenzando le parole.

-Sono tutta orecchi...-

-Christian Blandi è tornato!- esplose d'un fiato, quindi mi osservò, senza muoversi, aspettando una mia reazione.

Abbassai lo sguardo sul bancone e mormorai: -Lo so...-

-Cazzo! Questo borgo di merda non riesce a tenersi un cece in bocca!- sbraitò lei su di giri.

Io restai immobile a fissare il bancone di vetro, ripensando all'incontro che avevo avuto un'ora prima e che sembrava essere stato totalmente irreale.

-Stai bene? Cioè...ora che lo sai...magari eviti i posti in cui potresti incontrarlo...anche se, dopo quello che è successo, dubito sia ancora uno di quelli che fanno baldoria...Chiara? Mi ascolti? Stai bene?!-

-L'ho visto...- mormorai di nuovo e subito alzai lo sguardo per leggere la sua reazione.

Lei spalancò gli occhi e tirò fuori un grosso respiro.

-Dove??!! Vi siete parlati??!! Lui...-

-Sono stata al casale...- incalzai.

-Chiara...- biascicò contrariata.

-Lo so, so che ora che nonno non c'è, non devo tornarci, che non avrei dovuto tornarci, ci ho provato per mesi ma oggi non ho resistito, sentivo il bisogno di andarci...sarei rimasta un po' e poi sarei tornata; ma d'un tratto è arrivato lui, sotto al ciliegio ed io stavo per cadere, lui mi ha sostenuto e poi...-

-Poi cosa?!-

-Mi ha detto che vuole vendere il casale, tutto, tutta quanta la tenuta...che non è il suo posto...-

-Ma...non ti ha riconosciuto?!-

-No, nemmeno dopo avergli detto il mio nome...lui, non è lui, è diverso. Non è colui che conoscevo...-

-Chiaretta, le persone cambiano...solo tu non lo hai fatto...sei cresciuta nella tua piccola bolla perfetta, lontana dalla malignità del mondo, difesa da quel gigante buono di tuo nonno. Hai fatto la pendolare per studiare a Firenze quando chiunque avrebbe affittato una casa con altri studenti. Hai 23 anni ma non dici una  parolaccia, anzi imprechi come si faceva nell'ottocento. Sei un fiore raro, Chiaretta, rarissimo e molto fragile. Ora che sei sola, che tuo nonno non c'è più, la tua bolla rischia di scoppiare ed io ho paura che tu cada e ti faccia tanto male. E Christian Blandi, beh, lui non attutirebbe di certo la caduta-.

Sospirai. Aveva ragione. Viola era la mia coscienza, quella scurrile, certo, ma era pur sempre la mia coscienza. Analizzava la mia vita dall'esterno ed io, attraverso i suoi occhi, riuscivo a vedermi davvero. Soprattutto adesso che non avevo più quelli di nonno in cui riconoscermi.

-Io penso che dovresti vedere il mondo fuori da qui, è così pieno di cose belle...potrebbe regalarti tante gioie da compensare tutti i dolori di quest'ultimo anno...Devi affrontare il mondo e scoprire cosa è disposto a darti. Se mi prendono a quel corso di flowers design a Milano, potresti partire con me a settembre! Milano è enorme e potrebbe offrirti lavori importanti, la possibilità di restaurare notevoli opere d'arte che qui non vedresti mai!-

Affossai di più il viso tra le mani e la fissai dritta in quei suoi bellissimi occhi verdi.

-Forse non sono pronta...-

-Ti devi buttare! Perché non sarai mai pronta! Sei rimasta inchiodata al tuo rapporto con Blandi ma sono passati nove anni! Non hai mai lasciato avvicinare nessuno per paura di cosa?!-

-Sono gli altri che non si avvicinavano a me perché mi consideravano strana e non il contrario, Viola...-

-Questo è vero, ma qualcuno c'è stato...quel Tommaso Angelini, quell'amico della scuola di restauro di Firenze...non gli hai dato nemmeno una possibilità...-

Scossi il capo. -No, non l'ho fatto,  semplicemente perché era il corrispettivo fiorentino di Christian...-

-Ecco! Vedi?! Lui è sempre in mezzo! Ti condiziona la vita anche se non vi vedete e frequentate da anni!-

-Domani vado al casale, cerco la scatola di nonno e me la porto via. Dopodiché non ho nessuna intenzione di tornarci mai più. Ho chiuso con il Blandi!-

-Che sia la volta buona... Vuoi che ti accompagni?-

-No. Devo farlo da sola. Dire addio a quel posto, a quello che è stato. Per sempre. Diventerà di qualcun altro ed io non potrò più metterci piede, anche se è stato tutta la vita di mio nonno e non ci avrei mai rinunciato...-

-Sei stata tu, tutta la vita di tuo nonno...non lo scordare...-

-Sai, quando mi raccontava della nonna, gli brillavano ancora gli occhi, dopo tutti quegli anni, io potevo leggere in quel luccichio l'amore per lei, così forte e inebriante da riempire la stanza. E lui, mi diceva che il mio, di amore, era lì fuori e che mi avrebbe trovato senza che io me ne rendessi conto. Ed io ho sempre creduto che fosse...lui, il mio amico d'infanzia dagli occhi di ghiaccio-.

-Sei la solita romantica sognatrice...potresti fare come me, semplicemente non legarti, divertirti, avere tre o quattro ragazzi con cui spassartela a turno, ogni volta che ti prende male...-

A quelle parole scoppiammo a ridere. E lei continuò:

-Dai! Lo sai che mi annoio in questo borgo dimenticato da Dio! Piuttosto, non mi hai detto com'è...insomma...quella cicatrice che ha sul viso, di cui tutti hanno sempre parlato, quel segno indelebile dell'incidente che poteva costargli la vita...gli ha deturpato il volto? È per quello che non è più tornato qui?-

-L'ho vista appena. È coperta dalla barba, ha i capelli piuttosto lunghi e come se non bastasse aveva un cappello con la visiera...I suoi occhi, quelli soltanto, erano gli stessi. Profondi e blu come il mare...-

Viola fece per aprire bocca ma il suo telefono squillò.

-Iris dimmi...sì è qui, glielo dico, ok...a dopo...-

-Non capirò mai perché chiami tua madre per nome...-

-Lo sai com'è fatta...vuole sentirsi giovane e pensa che non chiamandola mamma i suoi anni restino bloccati. Comunque ha detto di invitarti a cena, è giovedì no!?-

-Sì, vero...passo a cambiarmi e sono da voi...- risposi sorridendo.

Oltre il Casale ©Where stories live. Discover now