La mia tigre

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Oggi è il compleanno di Thomas, stiamo andando al locale dove si tiene la festa, quando Damiano ha visto come mi sono vestita, sono sicura che mi avrebbe voluto far cambiare volentieri, ma si è trattenuto e gliene sono grata, limitandosi a dirmi 

"Sei proprio bella piccolè" 

"Grazie, anche tu lo sei" 

Sorride molto compiaciuto, sa di esserlo, io ho messo un tubino, blu notte, leggermente attillato, che mi arriva sotto il ginocchio, di solito non mi piace indossare certi tipi di vestiti ma quando mi sono vista allo specchio mi sono accorta che questo abito mi stava davvero bene e ho deciso di tenerlo, poi mi è bastato vedere lo sguardo del mio ragazzo per capire che avevo fatto centro, sotto ci ho abbinato un paio di sandali con i tacchi e stavolta ho lasciato i capelli sciolti, per una volta mi sento bella. Damiano invece indossa dei pantaloni blu a righe, una camicia bianca sotto con una giacca rossa, è dannatamente bello e sexy. Arriviamo che c'è già un sacco di gente, come al solito Thomas ha voluto esagerare, lo cerchiamo per dargli gli auguri, poi andiamo a scovare anche Ethan e Victoria. Più tardi, me ne sto tranquillamente seduta su un divanetto a bere qualcosa, Damiano mi ha lasciato un attimo per andare a parlare con dei suoi amici, io ho preferito rimanere qui, quando Victoria mi prende per un braccio e mi trascina in pista a ballare, a nulla valgono le mie proteste 

"Vic non ho voglia di ballare, ti prego" 

"Oh non fare la noiosa, è una festa e siamo qui per divertirci" 

"Vic, lo sai che non posso stare là in mezzo" 

"Ci sono io con te tranquilla non ti lascio sola" 

"Vic…" 

"Dai vieni" 

Riluttante la seguo, la musica che sta andando non è delle mie preferite ma mi adeguo. Mi chiedo dove sia finito Damiano, non che io voglia controllare tutti i suoi movimenti, solo che mi sento persa se non è accanto a me, lui è la mia sicurezza, soprattutto quando sono circondata da tanta gente come in questo momento. In effetti poco dopo che stiamo ballando inizio a sentirmi a disagio e cerco di farlo capire alla mia amica, lo sapevo io che sarebbe successo, urlo per farmi sentire e sovrastare il rumore della musica 

"Vic, io torno a sedermi" 

"Non ti sento" 

Mi fa lei, mi avvicino al suo orecchio allora 

"Ho detto che torno a sedermi, non riesco a stare più qui" 

"Vuoi che venga con te?" 

"No, tu resta pure a ballare" 

Annuisce con la testa, mi volto per raggiungere di nuovo il divanetto, quando mi scontro contro qualcosa o meglio qualcuno, riconosco all'istante il suo profumo, alzo gli occhi su di lui che mi sta tenendo per le braccia e mi sta sorridendo 

"Stia attenta signorina, non guarda dove mette i piedi? Ma noi ci siamo già visti da qualche parte o sbaglio?" 

"È vecchia come tecnica di rimorchio David" 

Provo a scherzare io, poi deve accorgersi della mia cera, perché mi domanda preoccupato 

"Stai bene piccola?" 

"Uhm starei meglio se mi sedessi" 

"Vieni" 

Una volta fuori dalla calca, mi sento decisamente meglio 

"Vuoi andare fuori a prendere un pò d'aria?" 

"No, tranquillo, sto bene ora" 

"Sicura?" 

Perché la vita senza te non può essere perfetta - Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora