CAPITOLO 2

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Diana fissò la bara nella quale era rinchiuso suo padre. Era ancora difficile credere che fosse morto, che un improvviso attacco cardiaco avesse potuto sottrargli la vita. Senza preavviso.

Sir Stephen Beaumont non aveva mai avuto un giorno di malattia. Aveva sempre emanato una tale forza vitale che la sorpresa di quella fine brusca stava ancora soffocando ogni sensazione di dolore.

Ed era una fortuna, dato che la madre aveva ordinato a lei e a Lizzie di mantenere un'assoluta dignità durante il servizio funebre. Era una cerimonia pubblica. Il padre doveva essere orgoglioso di loro. Quel giorno veniva reso onore ad uno degli uomini più importanti dell'Inghilterra.

Fuori dalla cattedrale c'erano state troupe televisive a filmare il loro arrivo, per non parlare di tutte le persone importanti che erano venute a rendere l'ultimo omaggio: politici, capitani d'industria, l'associazione ippica inglese.

Poteva sentirli prendere posto alle sue spalle, infilandosi tra i banchi, salutandosi sottovoce. Dall'altra parte della navata c'erano i principali collaboratori del padre, l'altra famiglia, che avevano condiviso i suoi sogni, aiutandolo a creare un impero dei trasporti, ed erano stati strettamente coinvolti nella realizzazione dei suoi più grandiosi progetti.

'Ha passato molto più tempo con loro che con noi.'

Probabilmente erano distrutti dalla sua morte. Piangevano il loro capo, ma si interrogavano anche sul loro futuro. Chi avrebbe preso il posto di quell'uomo ora scomparso? Lei non aveva alcuna conoscenza degli affari del padre. Né l'aveva Lizzie, che stava studiando per prendere il diploma di infermiera.

Sua madre aveva dedicato la propria vita a impersonare la parte della moglie perfetta, amministrando la loro casa, ma non era interessata ad altro che a mantenere quella condizione sociale così importante per lei.

Erano state protette dalla ricchezza, ma nessuna di loro sapeva cosa sarebbe accaduto ora. Stavano galleggiando nel vuoto. Forse avrebbe trovato le risposte che cercava nelle ultime volontà del padre.

L'indomani sarebbero dovute andare dall'avvocato per la lettura del testamento. La mamma era agitata, anzi furiosa... Victor Newell, da anni il consulente legale di suo marito, si era rifiutato di recarsi da loro nell'intimità e comodità della loro casa.

Questo significava un altro viaggio in città, un'altra coraggiosa esposizione in pubblico. Senza considerare il profondo disappunto espresso da sua madre per telefono, il legale non aveva cambiato idea, sostenendo che stava eseguendo gli ordini di Sir Stephen.

Non c'erano discussioni. Neanche sua madre poteva spezzare il legame di suo padre con le persone che avevano lavorato per lui. Ma aveva perso il legame con la vita. No, gli era stata sottratta. Probabilmente l'unica cosa che gli era stata sottratta. Tranne...

Il ricordo di Phoenix Beaumont le balenò nella mente. Nonostante ciò che i suoi genitori le avevano detto, non aveva davvero creduto che fosse stata la madre naturale ad averlo allontanato dall'uomo che ora giaceva in quella bara. Suo padre aveva scelto di lasciarlo andare.

Non riusciva ad immaginare niente di diverso, soprattutto perché Sir Stephen aveva deciso di non riaccoglierlo. Era l'unica spiegazione ragionevole al fatto che Phoenix Beaumont non fosse diventato parte delle loro vite. E adesso era troppo tardi per pareggiare i conti, pensò con tristezza.

Durante il loro unico incontro le aveva lasciato un'impressione così forte da spingerla a chiedersi come avesse affrontato il rifiuto del padre. Doveva essere stata una ferita profonda. Anche se quel colpo non gli aveva impedito di diventare un imprenditore di successo. Anzi, forse lo aveva spinto a farsi un nome da solo.

DALLA PELLE AL CUOREWhere stories live. Discover now