CAPITOLO 14

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"Tutto sistemato, Di," mormorò Phoenix, con trionfante soddisfazione, uscendo dal padiglione e dirigendosi verso la pista.

Un grande sospiro sfuggì dal petto di Diana. Lo guardò di sottecchi, ansiosa di sapere quanto di quel tutto sistemato fosse una finzione per rimediare al tentativo di sua madre di rovinare le cose tra loro. Sembrava felice e diabolicamente attraente, gli occhi scintillanti per il piacere del risultato ottenuto.

"Nix... Intesterai davvero la proprietà a mio nome?" sbottò lei.

"Sì, bimba, lo farò. Victor Newell sta legittimando il passaggio di proprietà."

Bimba... Questo era il vezzeggiativo che usava soprattutto dopo che avevano fatto l'amore. Aveva pensato che esprimesse un profondo affetto per lei, ma forse non era altro che un'espressione del senso di intimo possesso legato a quel particolare momento.

Tuttavia era la seconda volta, quel giorno, che pronunciava quella parola al di fuori del contesto sessuale, alimentando in Diana la speranza in ciò che agognava da lui... un amore duraturo.

"Avevo pensato di farti una sorpresa a Natale... Però, ora il segreto è svelato e dovrò aggiungere qualcos'altro."

"No, Nix... non lo farai," ribatté Diana ansiosa. "Già così non potrò ricambiare con un regalo altrettanto grande, e non credo che dovrei comunque accettarlo..."

"L'hai già più che ricambiato, piccola. Essendo te stessa e dandomi tantissimo."

Il tono velato della voce e il calore nei suoi occhi le fecero abbassare la testa. Usò l'orlo del cappello per nascondere il volto e il dubbio angoscioso della sua mente. Era solo sesso? Non poteva tollerare quell'incertezza.

"Parlavi sul serio? Riguardo al fatto di... di sposarmi e avere una famiglia?"

Fece uscire quelle dolorose parole in un fiato solo, tenendo la testa abbassata, terrorizzata di rivelare i propri sentimenti per poi sentirsi rispondere ridendo che era stato un piano per rovinare la giornata di sua madre. Lui si fermò, la girò per vederla in volto, la attirò in un abbraccio.

"Diana, guardami!" le ordinò.

Le lacrime le spuntarono negli occhi.

"Guardami, bimba!" ripeté con maggiore intensità.

Phoenix non si curò della folla di spettatori che li urtava cercando di conquistare la posizione migliore per osservare la corsa. Non si interessò di vedere se il suo cavallo vinceva o perdeva.

Tutto era insignificante per lui, tranne Diana, la ragazza che un tempo era stata, di cui aveva odiato la vita che divideva con suo padre, e la meravigliosa donna che aveva davanti a sé in quel momento, la cosa migliore che gli fosse mai capitata.

Con lentezza, lei sollevò la testa. Gli occhi erano umidi, ma lei lo guardò lo stesso. La coraggiosa Diana, determinata a conoscere il proprio destino. Phoenix ammirava da sempre quello spirito forte, e la sua vulnerabilità ora gli turbava il cuore.

Aveva giocato male, lasciando che il puntiglio di sua madre lo spingesse a esprimere ciò che in primo luogo doveva dire a lei. Le asciugò le lacrime sulle guance.

"Oh, bimba... Non hai ancora capito quanto sei importante per me? Quanto ti amo?" mormorò, riconoscendo ed esprimendo finalmente ciò che realmente sentiva per lei. "Amore mio, non volevo affrontare il discorso del matrimonio fino alla World Cup. Ero felice di continuare così, facendoti realizzare le tue ambizioni ippiche prima di fare altri piani per il tuo... nostro futuro."

DALLA PELLE AL CUOREWhere stories live. Discover now