CAPITOLO 5

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Phoenix avvertì la scarica di adrenalina che in una partita a poker accompagnava sempre una mano rischiosa. Accetterà Diana la sua proposta? La guardò attentamente senza aggiungere altro, aspettando la sua risposta.

Un'ondata di calore le inondò la nuca. Le guance si accesero, accentuando il verde degli occhi, che innegabilmente gli avevano comunicato interesse. Phoenix sapeva di essere un uomo attraente, e la sua ricchezza accentuava la sua sensualità. Forse Diana non era riluttante ad includere anche lui nell'accordo, anche se, a ventisette anni, poteva nutrire tantissime idee romantiche. Amore e matrimonio non erano sul piatto. E lui non aveva intenzione di offrirglieli.

Lei respirò profondamente. Non distolse gli occhi. Non fingeva di non capire cosa lui intendesse. Stava considerando la proposta, vagliando cosa significasse per lei. Phoenix si ritrovò stranamente teso nell'attendere la sua risposta, desiderando che lei gli cedesse. Alla fine lei non rispose, scegliendo invece di fare una piccola indagine.

"Puoi avere qualunque donna... Perché io?"

Non aveva detto no. Neanche . Era una domanda intelligente, che scandagliava le sue motivazioni. Non aveva mai pagato per avere sesso nella sua vita, non in maniera così diretta. Qualche volta aveva fatto dei regali, a ringraziamento del piacere ricevuto.

Quindi... perché era pronto a mettere in gioco così tanto per Diana Beaumont? Perché lei non avrebbe avvicinato l'uomo che l'aveva privata di tutto. Doveva trovare il modo di attirarla nel suo mondo, e non gli importava quanto sarebbe costato.

Se avesse pensato che si trattasse solo di una faccenda di sesso, era molto probabile che per orgoglio avrebbe rifiutato. Meglio quindi colorare la situazione con dei sentimenti che lei poteva apprezzare.

In fin dei conti, Diana aveva mostrato una straordinaria sensibilità per l'ingiustizia che lui aveva subito dalla famiglia.

"Perché credo che tu mi avresti accolto a casa," rispose con dolcezza. "Eri consapevole del fatto che non ero ammesso in nessun luogo nella proprietà di Derbyshire e non pensavi fosse giusto. E così, Diana?"

Lei annuì.

"Tu sola," sottolineò.

"Non penso che Lizzie sarebbe stata contraria," si affrettò a rispondere.

Lizzie... Si preoccupava molto della sorella, vittima della famiglia Beaumont. Phoenix ne era certo, aveva visto l'espressione addolorata sul volto di Diana quando le aveva chiesto se Lizzie fosse amata. Voleva salvare la sorella più fragile da ogni ulteriore abuso da parte di Lady Victoria.

Stranamente, lo desiderava anche lui. Nessuno doveva rimanere vittima di quella donna. Se dava a Diana denaro più che sufficiente per coprire i bisogni di entrambe le sorelle, poteva ottenere due risultati: la libertà di Lizzie e la collaborazione di Diana per il suo piano.

"Però... Lizzie non si troverebbe qui con me, come te," osservò lui.

Anche lei lo sapeva. La figlia adottiva più piccola era filata via dietro la madre come un topo impaurito. Prima che Diana potesse aggiungere altro in difesa della sorella, Phoenix continuò a descrivere ciò che sperava risultasse un quadro seducente.

"E con te che sento un legame, Di. Ricordo di averti osservato saltare con il tuo cavallo, molti anni fa. Poesia in movimento... Mi piace l'idea di saperti in quella casa, a mantenere tutto inalterato. Solo che questa volta ci sarebbe posto anche per me. Non che io intenda vivere nella tenuta con te, ma vorrei venire in visita di tanto in tanto, sentire quella sensazione di ritorno a casa di cui mio padre ha sempre goduto. Essere accolto da te con un sorriso e un Martini. Andare a cavallo con te. Godere della tua compagnia. Mi sembra molto bello."

DALLA PELLE AL CUOREWhere stories live. Discover now