Traccia 62.

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Steso da solo sottoterra perché
Dici fa caldo, ma se piove
Coi piedi in fiamme resti qua
accanto a me
Piccolo mostro, sai che c'è?
Scrivo nel mio diario nero, con la testa appoggiata da un lato nelle gradinate della casetta. Sono passati vari giorni da quella discussione avvenuta nella Sala Relax, e non c'è mai stato uno sguardo tra di noi, entrambi ci evitavamo, non mangiavano mai insieme ,uno prima l'altro dopo e viceversa. Io continuavo a prepararmi per la puntata di domani, lui continuava ad esercitarsi nelle sue coreografie.
Qualche ora prima delle prove, ero seduta a scrivere un'altro pezzo, iniziato in quell'angolo della sala degli studi. Con lo sguardo fisso verso il mio quadernino pieno di scritte e scarabocchi, qualcuno si siede affianco a me, con la consapevolezza che sicuramente non è lui.
Senza parlare, questa figura mi porge sopra la mia mano un foglio bianco ripiegato. Con lo sguardo ancora fisso verso il foglio, giro lo sguardo e noto il viso di Crytical.
"Cosa è?" domando lui, rigirandomi nella mano quel foglio ceduto da lui.
"Il testo della canzone che porto domani" dice lui.
"Posso leggerlo?" domando io.
"No. Quando non ci sono io, è molto privato" dice lui. Mi giro verso di lui per ringraziarlo, fino a quando alle sue spalle più lontano, dietro i tavoli della cucina incontro quei occhi, che mi fanno cedere per un secondo il cuore. In un secondo anche lui, incontra i miei occhi per poi scappare velocemente nella sua camera.
"Vado a prepararmi per le prove" mi risveglia la voce del mio compagno, per poi alzarsi e andare in camera sua. A mia volta anche io mi alzo per andare verso la cucina e poi avviarmi in camera mia.
Una volta entrata in camera, noto come le mie due compagne si stavano già preparando.
"Come vi vestite?" domando alle ragazze aprendo l'armadio e decidere i vestiti.
"Io un completo blazer e pantaloni con questa fantasia" dice Rea, prendendo i suoi vestiti per farmeli vedere.
Prendo una semplice maglietta bianca con dei jeans larghi e le semplici air force, per entrare in bagno e iniziare a prepararmi.

"Vi aspetto fuori" dico alle ragazze, che si stavano ancora preparando. Prendo tutto il mio materiale per uscire nel giardino e accendermi una sigaretta. Mi avvicino all'albero per appoggiarmi e fumare, con una mano nel taschino del mio pantalone oversize.
Sento una porta scattare, giro il mio sguardo, da dietro l'albero, per vedere come Christian, Mattia e Dario uscire dalla porta. L'ultimo ragazzo nota subito la mia figura, che subito accenna il mio nome.
"Beba, hai da accendere?" domanda lui, provocando l'attenzione degli altri due, che stavano parlando tra di loro. Da dietro l'albero sbuco, per avvicinarmi con fatica a loro, e passare l'accendino al mio compagno ballerino. Rimaniamo tutti e quattro in silenzio, io difronte a Christian cercando di non guardarlo e gli altri due guardandosi intorno per capire l'attuale imbarazzo. Per fortuna  veniamo richiamati dalla voce di Claudia, che ci avvisa di poterci recare in studio. Tra i quattro sono la prima ad uscire velocemente dal cancelletto, con le braccia nude e le mani nelle tasche, con le cuffie nell'orecchie. Camminando, guardo verso il cielo,ancora bello chiaro e soleggiato.
Con la musica ancora nelle orecchie, apro la porta di sicurezza degli studi per disinfettarmi le mani e andare verso i tecnici.
"Ciao Mario" dico al ragazzo, addetto ai microfoni. Mi tolgo le cuffie e mi dirigo verso di lui.
"Ciao Beba. Come stai?" domanda lui, iniziando a prendere dal cestino il mio microfono con gli auricolari.
"Sopravvivo. Azzurra come sta?" dico io, iniziando a mettermi il microfono intorno alla vita.
"Vi guarda sempre da casa" sorride lui.
"Entra in studio" dice lui nel mentre che prende gli altri microfoni per gli altri ragazzi che piano piano stavano arrivando.
"Salutami tua figlia" dico io prima di salire le scalette per entrare nello studio. Mi siedo nel mio banco per poi essere raggiunta dagli altri tutti miei compagni.
"Iniziamo le prove" dice Piero, rivolto a tutti noi.

"Benedetta, scendi"
Prendo il mio microfono, per poi scendere giù.
Metto gli auricolari nelle orecchie per avvicinarmi il microfono nelle labbra e iniziare a cantare, e liberarmi.

13:01/15:27

Finisco di cantare, con gli applausi dei miei compagni alle mie spalle. Mi tolgo gli auricolari, per poi poi ritornare al mio posto, ma qualcuno mi richiama.
"Benedetta vieni qua, un attimo" mi dice Antonella che fino a quel momento era seduta in uno dei posti dei professori di canto. Mi avvicino lentamente alla sua figura.
"Perché non hai suonato la chitarra?" domanda lei
"Mi sono totalmente dimenticata" dico io, portandomi una mano nella faccia.
"Ringrazia che hanno messo la base con la chitarra registrata. Ormai è troppo tardi, domani la canti così" dice lei.
"Va bene. Scusa Anto" rispondo io, rigirandomi per ritornare alla mia postazione.
"Ricordati quello che ti ho detto nel ritornello" dice lei in un tono di voce più alto per farsi sentire da me.
Salendo i pochi scalini, mi trattiene Alex toccandomi nel polso.
"Cosa è successo?" domanda lui.
"Mi solo dimenticata della chitarra" dico io con un tomo di disperazione.
"Andava però comunque bene" dice lui, sorridendomi per poi lasciarmi andare a sedere nel mio banco.

"Come ti senti oggi?" mi chiede Alex, nel mentre che uscivamo dallo studio per rientrare in casetta, dopo almeno due ore di prove per la puntata di domani.
"Tranquilla. Non ci rivolgiamo più la parola ed ogni volta che incrociamo lo sguardo mi evita" rispondo io, guardando davanti dove si intravede da lontano la nostra casetta.
"Gli passerà Benedetta, non ti devi sentire obbligata a dire cose che non senti."
"Hai ragione, ma non so neanche io cosa sento. Io sono innamorata di lui, ma qualcosa mi blocca. Non mi fa andare avanti, è come se fossi bloccata."
"Tu hai mai amato qualcuno?" domando al mio compagno, girando il mi sguardo verso di lui.
A quella domanda il suo sguardo si fa più serio, come se non volesse dire niente, come se anche lui fosse bloccato da questo sentimento.
"Penso di sì" dice lui in un sussurro, girando anche lui il suo sguardo verso il mio.
Per qualche motivo insensato, ci mettiamo a ridere.
"Messi bene siamo" dico io, in un sorriso, provocando nuovamente una risata in lui.

Tracce.Where stories live. Discover now