Traccia 84.

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"Ascolta questa strofa" dico io, inseguendo Alex che stava lavando i pavimenti insieme a Cosmary e Rea.
"Probabilmente sarà un'overdose
Ad ammazzarti dentro un bagno
Con il tuo passato, baby" canticchio io, guardando il mio quadernino che in meno di due giorni si era riempito di frasi e parole, alternati a vari scarabocchi.
"Dammi il quaderno" dice lui, appoggiando la scopa da una parte per poi prendermi dalla mano la penna. Dopo neanche dieci secondi scrivendo una frase nel mi diario, riprende la scopa per pulire il pavimento della stanza principale.
""Probabilmente sarà un'overdose
Ad ammazzarti dentro un bagno
Con il tuo passato, baby, ci vai a nozze
E se mi ami, allora di' se sbaglio" sussurro io, leggendo la frase scritta dal mio compagno.
"Come vivo senza di te?" domando al ragazzo abbracciandolo improvvisamente da dietro.
"Non vivi" puntualizza lui, lasciandomi una carezza sui capelli e poi tornare a pulire. Prendendo il computer dal tavolo della cucina esco per nascondermi dietro il grande albero e riprendere a scrivere, con il pezzo nelle orecchie.
"Perché ti sei nascosta qua?" domanda una figura affianco a me, facendomi spaventare.
"Non farlo mai più" dico io, mettendomi una mano sul cuore e socchiudendo leggermente il computer, insieme al quadernino.
"Non vuoi proprio farmele leggere ve?" domanda lui, con un sorriso, appoggiando il capo nel tronco affianco al mio.
"È che non ho ancora completato la seconda strofa" dico io avvivando la mia testa alla sua.
"Dove eri?" domando al ragazzo, che per qualche ora era stato assente.
"Avevo lezione con Andreas" dice lui attaccando il suo braccio nelle mie spalle, facendomi avvicinare al suo petto.
"Ti ha parlato di me?" domando io, chiudendo gli occhi per godermi il vento che colpiva le nostre due figure.
"Perché dovrebbe avermi parlato di te?" domanda lui, alzandosi leggermente per guardarmi in faccia.
"Per quanto sono più brava di te a ballare" dico io, ridendo, contagiando anche il ragazzo.
"Sei più brava di me?" domanda lui mettendo le mani sui miei fianchi.
"No Christian" dico io capendo l'intenzione del ragazzo. Senza rendermi conto inizia a farmi il solletico, provocando in me delle risate che non cessano a fermarsi.
"Ripeti quello che hai detto" dice lui, continuando a farmi il solletico in tutto il corpo.
"Che sono più brava di te" dico io, tra le risate e il respiro affannato.
"Basta, ti prego" dico io, cercando il di bloccare i suoi polsi attaccati ai miei fianchi.
"Mi fermo solo perché ti viene la glicemia bassa" dice lui abbassandosi verso il mio viso. Con il respiro corto appoggia una mano sul collo per avvicinarlo a me e baciarlo sulle labbra, che prolunga distendendosi sopra la mia figura con le mani dentro i miei capelli.
"Sai che non ti devi offendere se ho più stile io di te?" domando io spostando il viso per baciarlo nella mascella e le mani sotto la maglietta.
A quella affermazione ride per prendermi il viso e spostarla da una parte e incastrare il viso dentro il mio collo che bacia ripetutamente per arrivare alle spalle che scopre leggermente dalla maglietta e morsica leggermente.
"Christian" dico io, accarezzando la pelle calda della schiena.
"Si?" dice lui con le mani che si intrufolando le mani dentro la maglietta e accarezzarmi la pancia.
"Il quaderno" dico io, direzionando la mano verso il quaderno più vicino a lui che a me, incastrata sotto la sua figura.
"È arrivata l'ispirazione?" domanda lui, staccando il viso dal mio collo e guardarmi negli occhi.
Continuando a baciarmi avvicina il braccio al quaderno per poi passarmelo. Con la testa appoggiata al mio petto e le sue mani sotto la mia maglietta apro il quaderno per ritornare a scrivere.

Entriamo tutti nella Sala Tim per svolgere la solita lezione in DAD. Prendo subito posto nei singoli posti per aprire il quadernino e aspettare l'inizio lezione.
Affianco a me prende subito posto Gigi che non si fa scrupoli dandomi un calcio con la sedia con le rotelle.
"Aia, ma sei scemo" dico io avvicinandomi a lui per dargli, altrettanto un calcio. Continuiamo a scherzare tra di noi fin quando non arriva Alex per mettersi in mezzo a noi con il suo zaino rosa.
"Smettetela che sta iniziando la lezione" dice lui, con gli occhi ancora pieni di sonno, disteso nella sedia.
"Ciao Ragazzi" dice Francesca Bernabini facendo iniziare, una volta per tutte,  la lezione.
"Gigi" sussurro al ragazzo che affianco a me stava scarabocchiando sul suo quaderno. Una volta presa la sua attenzione, si gira verso di me. Avvicino alla sua mano un foglio strappato che subito prende per leggerlo.
"Ti piace?" domanda io, sottovoce senza farmi sentire dalla donna che stava spiegando qualcosa ai ballerini.
"Si" dice lui, mettendo il foglio bianco nel quaderno.
"Ridammi il foglio" dico io avanzando la mano verso la sua figura.
"Lo tengo io. Magari lo faccio leggere a Christian" dice lui, rivolgendo lo sguardo verso il ragazzo che stava ascoltando la lezione insieme a Dario e Mattia.
"Ti picchio se lo fai, giuro" dico io, ringhiando verso il compagno che stava ridendo sotto i baffi.
"Giuro ti odio" dico io, prima di riprendere ad ascoltare la lezione.
"Dammi il biglietto" dico a Luigi una volta finita la lezione. Mi alzo velocemente dal posto vedendo il ragazzo correre verso la porta della Sala.
"Luigi" urlo io correndo verso la sua direzione.
"Che c'è Benedetta?" domanda lui saltellando a pochi metri da me, nel lungo corridoio degli studi.
"Cosa è successo?" domanda Lentiggine affiancandomi.
"Niente" sussurro mettendo nella tasca il quaderno nero. Senza farmi ulteriori domande mi prende la mano per camminare verso la casetta insieme. Appena usciti dalla porta di sicurezza veniamo colpiti da un raggio di sole che colpisce entrambi i nostri visi.
"Quando devi andare a registrare i cori?" domanda lui, con una mano sul viso per nascondersi dai raggi del sole.
"Stasera perché Mamo è disponibile solo dopo le cinque" dico io, chiudendo gli occhi per godermi quel calore verso la mia pelle bianca.
"Come mai questa domanda?" domando io girando lo sguardo verso i suoi occhi.
"Ti posso accompagnare?" domanda lui fermandosi di colpo.
"Va bene" dico io, prendendo entrambi le sue mani e alzandomi leggermente per lasciargli un bacio nelle labbra. Stacca le mie mani per metterle nelle mie guance e tenermi per prolungare il bacio.
"Andiamo" dico io per infilare la mano in una tasca posteriore del suo pantalone e avviarci insieme agli altri in casetta.

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