Capitolo 3 "Psico"

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Yoongi era sfinito, gli erano capitate sei macchine luride, sembravano essere venute fuori da un rally da quanto erano infangate, gli interni poi, non ne parliamo.
Certe persone usano le auto come cestini su quattro ruote.
Lì duolevano le mani per quanto aveva dovuto strofinare quelle sudice carrozzerie.
Per fortuna che il suo capo avendo notato che condizioni di quelle vetture gli aveva dato un bel extra per la fatica e il tempo aggiuntivo.
Ora finalmente era a casa, si era concesso una doccia calda per alleviare il dolore che provava su tutto il corpo, aveva indossato una tuta e si era seduto sul suo letto pronto per chiamare suo cugino.
Avviò la chiamata che venne accettata dopo solo tre squilli.

"Non sapevo se rispondere alla chiamata a meno". Disse suo cugino sbuffando dall'altra parte del telefono.

"Perché scusa?". Sapeva già il motivo ma adorava stuzzicare suo cugino, almeno per telefono non poteva strozzarlo.

"Devo ancora conoscere i tuoi amici e mi hai presentato come psico. Grazie cuginetto. Se pensi di scamparla ti sbagli. Mi vendicherò". Disse con un finto tono offeso.

"Gli ho messi in guardia sul finto angelo che si troveranno davanti." Disse ridendo.

"Io sono un angioletto". Disse ridendo pure lui. Sapeva che suo cugino infondo aveva ragione. Lui era timido, riservato, studiava prima le persone per poi dare confidenza. Ma se veniva provocato scattava in un attimo diventando una furia impazzita.

"Si certo non ci credi nemmeno tu". Avevano sempre avuto un bel legame loro due, gli mancava ed era felice di poterlo rivedere dopo tanto tempo.

"Sai che non ti darò mai ragione, non è nella mia indole". Anche a Jimin mancava suo cugino ed era felice che l'avesse inviato a stare con lui e i suoi amici.

"Si lo so benissimo. Comunque parlando di cose serie. Abbiamo noleggiato un van per il viaggio, partiremo venerdì pensò sulle cinque quindi nel primo pomeriggio saremo lì. Ci sentiremo per messaggio per tenerci aggiornati e dirti quando arriviamo". Al solo pensiero di doversi alzare presto gli veniva male, lui amava troppo dormire.

"Ok perfetto. Adesso voglio sapere una cosa importante. Quante stanze ci sono e con chi sono?". Non voleva stare in stanza con uno sconosciuto, per l'imbarazzo, avrebbe dato di matto passando le notti insonne per paura di russare o parlare nel sonno.

"Allora ho parlato con il mio amico che ha prenotato la casetta per noi. Sono quattro stanze, abbiamo deciso che tu non conoscendo nessuno apparte me avresti potuto sentirti imbarazzato o altro quindi ti abbiamo lasciato la stanza singola". Sapeva benissimo che suo cugino aveva bisogno di una stanza singola, per la vergogna avrebbe dormito in terrazza se fosse stato con uno sconosciuto.

"Oh grazie mille, apprezzo molto il gesto". Tirò un sospiro di sollievo dopo la notizia.

"Fidati che senza saperlo si sono salvati dai tuoi calci volanti notturni. Più di una volta mi sono trovato sul pavimento dopo che tu in piena notte preso da chissà che ramputs mentale mi hai tirato calci fino a buttarmi giù dal letto. Che ti sogni di notte, incontri di restyling?". Disse ridendo ricordandosi i dolori alle chiappe e alla schiena ogni volta che dormiva con suo cugino.

"Ahhaha magari sogno di diventare un calciatore". Disse ridendo al ricordo di tutte le maledizioni che suo cugino gli diceva le mattine seguenti. Si vendicava tirandolo giù per i piedi facendolo finire sul pavimento.

"Oh avresti successo, molli di quei calci pazzeschi". Si, i suoi calci erano sempre precisi e potenti.

"Ma dimmi non potresti darmi i nomi dei tuoi amici che stalkero un po' su Instagram?. Voglio farmi un'idea, conoscerli prima, almeno fisicamente ". Certo voleva solo farsi un'idea, nah nemmeno lui stesso ci credeva.

"Si certo un'idea ahhaha tu vuoi già fare lo scanner della prossima potenziale preda da ammaliare". Poteva essere timido quanto voleva ma sapeva che ci sapeva fare con le arti della seduzione. Però dopo quella sua vecchia relazione non aveva più affidato il suo cuore a nessuno, preferiva divertirsi.

"Ti prego non dirmi che hai tutti amici etero". Disse preoccupato, aveva voglia di divertirsi non di convertire etero, anche se sicuramente ci sarebbe riuscito se si fosse impegnato.

"Ti dico solo che ci sono due bisex ma non ti dico chi, dovrai scoprirlo. Ma come atto di immensa generosità ti scrivo per messaggio i nomi dei miei amici per iniziare la tua ricerca". Chissà quanto ci avrebbe messo a capire chi fossero i due bisex.

"Grazie per la tua immensa generosità. Ora ti lascio che ho mia mamma che sta urlando per richiamarmi a cena". Disse con la voce in sottofondo di sua mamma.

"Ok Mochi, saluta tutti e ci vediamo venerdì".

"Ciao Suga a venerdì".

Chiuse la chiamata e gli scrisse i nomi dei suoi amici per messaggio.

Il Settimo (Jikook)Onde histórias criam vida. Descubra agora