Capitolo 3

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Tre anni dopo

Ormai il sole stava scomparendo dietro le montagne (che fungevano da confine) di Idris.
Gettando delle ombre sui verdi prati.
Il cielo pareva infuocato: si potevano ammirare il rosso, il giallo, l'arancione e qualche pagliuzza di viola.
Il rosso è il colore preferito di Jonathan, pensò Seraphina, mentre ammirava il cielo.
Si era stesa su una collinetta ricca di vegetazione.
Era li che andava, quando aveva bisogno di scappare dai suoi pensieri.
Ormai era da più di due ore che era uscita insieme al suo cavallo: Nightmare.
'È un puro sangue' aveva detto suo padre quando al suo nono compleanno gliel'aveva regalato.
L'aveva subito amato.
Era nero come l'inchiostro, fatta eccezione per alcune macchie bianche, ed aveva una specie di virgola grigia sul muso.
Si voltò a guardarlo.
Stava frugando, con il muso, dentro la sua borsa.
La borsa era normalissima, con la tracolla e di colore beige.
Gliel'aveva donata Dorotha, per tenerci le armi piccole (coltelli, pugnali, khanjiar, stilo).
Anche se lei continuava a sostenere, che gliel'avesse regalata solo per tenerci la merenda (Secondo Dorotha, Seraphina non si nutriva abbastanza).
-Oh piccolo mangione! Cosa stai cercando?- chiese divertita la Nephilim.
Poi, con un movimento fulmineo, sottrasse la borsa al cavallo e ne tirò fuori una mela rossa.
-Questa?- chiese sorridendo.
Il cavallo nitrì.
Seraphina si mise a ridere e disse:
-Okay, okay... Ecco qua!-
Si avvicinò e la porse al puro sangue.
Anche il cavallo fece lo stesso e, appena la mela gli fu abbastanza vicina, le diede un morso.
Seraphina dopo aver dato da mangiare al suo cavallo, prese un libro dalla borsa e si mise a leggere in santa pace.

• • •

Ormai era buio, quando la Nephilim, rimise il libro nella borsa.
Sarà meglio andare, pensò.
-Forza Nightmare, portaci a casa- sussurrò all'orecchio del cavallo.
Poi, con uno slancio aggraziato, montò in sella e si diresse verso la tenuta.

• • •

Dopo aver strigliato Nightmare e averlo fatto entrare nella stalla, si diresse verso casa.
Appena varcò la soglia, sentì delle voci provenire dal fondo del corridoio: lo studio di Valentine si trovava là.
Camminando veloce riuscì, grazie al suo acutissimo udito, a captare una voce, che le fece aumentare il panico: Jonathan.
-Beh allora perché non sei andato con lui? Il dolce angioletto a bisogno del suo papino, noi no!- urlò la voce di Jonathan.
Poco dopo il suono di uno schiaffo risuonò in tutto il corridoio.
-Jonathan!- Seraphina, non curante dello sguardo assassino del padre, si precipitò dal fratello.
Si udirono dei passi camminare veloci.
-Cosa sta' succedendo qui?- si intromise Dorotha.
-Niente che ti riguardi- rispose freddo Valentine.
-Di cosa stavate parlando poco fa? Che succede?- chiese spazientita Seraphina per non essere stata calcolata.
-L'angioletto ha spiccato il volo. Letteralmente. Valentine l'ha spedito a New York- rispose impassibile Jonathan.
-Non capisco come... Allora perché gridavi?- chiese dubbiosa la piccola Nephilim.
-Semplice. Il caro papà (marchiò la parola facendola sembrare un insulto) crede che noi non riusciamo a cavarcela da soli, ma si sbaglia. Di grosso. E poi abbiamo Dorotha- rispose Jonathan con la voce tagliente come un rasoio.
Valentine si voltò a guardare la tata e, finalmente, per la prima volta, la vide.
-Jonathan, non credevo di averti interpellato e nemmeno te, Seraphina- rispose Valentine con il volto impassibile.
-In camera tutti e due: niente cena- sentenziò, voltandosi verso di loro.

• • •

I raggi della luna filtravano tra le sottili tende, della stanza di Seraphina.
Jonathan era steso sul letto della sorella e guardava il soffitto.
Era l'una passata e sia Seraphina sia Jonathan avevano i crampi della fame.
Avevano mangiato solo a colazione: una mela. E quelle vitamine, le avevano adoperate per l'allenamento.
Dorotha entrò nella stanza, con una scatola in mano e con uno sguardo spaesato e quasi impaurito.
-Dorotha cosa...?- iniziò col dire Jonathan, ma la tata lo fece azzittire bruscamente:
-Shhht! Non ho molto tempo... Volevo regalarvelo per il "Giorno dell'Angelo" (una festa, che serviva a ricordare il giorno in cui, l'Angelo Raziel, aveva donato, a Jonathan Shadowhunters, gli Strumenti Mortali), ma non credo di riuscire ad arrivare a vederlo...-
-Ma di che cavolo stai parlando...!?-
-Non urlare! O potrebbero sentirci!-
-Chi?- chiese Seraphina un po' spaventata.
-Non importa... Ora tenete- disse porgendogli la scatola, con estrema cautela, come se ci fosse un essere vivente dentro.
-Vi prego, qualsiasi cosa succeda non uscite da qui- aggiunse impaurita.
Poi, dopo aver aperto una porticina, li spinse in un'apertura nel muro.
Non l'avevo mai notata prima, pensò sorpresa Seraphina.
Si sentirono dei passi pesanti, delle forti voci maschili e il rumore di oggetti che venivano distrutti.
-Dorotha! Cosa succede?- chiese la piccola Nephilim con le lacrime agli occhi.
-Dove è Valentine?- chiese allora Jonathan, stringendo forte la sorella, con ancora in mano la scatola.
-È andato via qualche ora fa...- rispose la tata -Ma ci sono io, non vi accadrà niente di male. Siete tutto per me, vi ho sempre considerato come figli miei...- la voce le si ruppe in gola e un singhiozzo ne fuoriuscì da essa.
Si protese verso di loro e li abbracciò e li bacio, poi disse:
-Jonathan, figlio mio, mi devi promettere che proteggerai tua sorella,sempre-
-Sempre- rispose Jonathan senza esitazione.
-Seraphina, tesoro, sei la stella migliore e più luminosa di tutto il firmamento. Ricorda: cattivi si diventa, dopo essere stati troppo buoni, con la gente sbagliata.-
Lei le sorrise: un sorriso vero e sincero.
Poi, scoppiò l'Inferno.
La porta volò via dai cardini e cadde pesantemente a terra.
Dorotha, chiuse velocemente la piccola porta e la nascose con una tenda.

Pov's Seraphina

Era completamente buio.
Jonathan continuava a stringerla e lei, dopo aver trovato uno spiraglio, abbastanza grande da poter vedere la scena, che si svolgeva fuori da quel maledetto stanzino, vi guardò attraverso.
Sentì dei passi.
E riconobbe la voce di Pangborn.
-Dove sono!- urlò con la faccia da ebete che diventava sempre più rossa.
-Non lo so, brutto scimmione e anche se lo sapessi, non te lo direi di certo- rispose spavaldamente Dorotha.
Pangborn le diede uno schiaffo in pieno viso.
Seraphina sentì Jonathan, dietro di lei, fremere di rabbia.
Un altro Shadowhunters giunse nella stanza.
-Li hai trovati?- chiese con una voce molto rude.
Seraphina non ne riconobbe il volto.
-No! Questa puttana, non vuole dirmi dove sono!- urlò pieno di rabbia.
Chi è che ci cerca? Si domandò. E cosa vogliono da noi?
-Potremmo torturarla...-
-Ah! Dovrete passare sul mio cadavere, per prenderli- rispose Dorotha con un coraggio infinito.
Seraphina non l'aveva mai vista così... Combattiva.
-Accontentata- disse Pangborn
E, con un velocissimo movimento del polso, le tranciò di netto la gola.
Gli occhi di Dorotha si spalancarono per la sorpresa, più che per il dolore.
Poi, con un tonfo, cadde a terra: il grembiule sporco di sangue e gli occhi vitrei.
Seraphina aprì la bocca per sfogare il suo dolore, ma Jonathan più veloce di lei, gliela chiuse con una mano.
Lacrime calde, stavano ormai sgorgando dagli occhi neri dei due fratelli.

• • •

Quando finalmente i due Nephilim uscirono dallo stanzino sia Jonathan sia Seraphina si precipitarono sul cadavere della loro tata.
Dando sfogo al loro dolore.

• • •

-Apri la scatola- suggerì con un filo di voce Jonathan.
Seraphina lo fece.
Al suo interno trovò un bellissimo micio: metà bianco e metà nero, con dei grossi occhi verdi e un musetto dolce.
Seraphina lo appoggiò a terra e il gattino si sporcò le candide zampine, con il sangue della precedente padrona.
-Come lo chiamiamo?- chiese la Nephilim.
-Revenge- rispose semplicemente Jonathan.
-Che ne dici? Come la vendetta che faremo a Dorotha-
-Che ne dici invece di Blood?- chiese Seraphina e indicò le zampe del micio, sporche di sangue.
-Blood... Si, mi piace- confermò Jonathan.
-Bene, Blood, benvenuto in famiglia- disse Seraphina, utilizzando le stesse parole che aveva adoperato Dorotha per darle il benvenuto, nove anni fa.

• • •

-Allora? L'avete uccisa?-
-Si capo, come avevi chiesto tu- disse Pangborn.
-E i miei figli? Siete sicuri che abbiano visto tutto?-
-Si, certo, erano in una fessura dietro una tenda- rispose l'altro Nephilim.
Il sorriso sul viso di Valentine si allargò ancora di più.
-Perfetto-

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! Grazie ancora per i "mi piace" vi adoro siete fantastici! *-*
Ditemi cosa ne pensate, mi raccomando!
Un bacione,
Viola :*

Shadowhunters Città delle vite rubateOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz