Capitolo 4

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Tre anni dopo

Era una noiosissima e piovosa giornata di novembre.
Valentine, come era suo solito fare, era partito per una "riunione" con i (non ancora trovati dal Conclave) membri del Circolo.
Anche se i due Morgenstern, sapevano benissimo che era andato a New York, per osservare l'angioletto tanto amato: Jonathan.
Ora, però, rispondeva ad un altro nome datogli dalla madre dei giovani Lightwood: Jace.
Soprannome ridicolo a parere di Seraphina, la quale era diventata, dopo la morte di Dorotha, acida e perfida con ogni persona che non conoscesse.
L'unico scampato era Jonathan, con il quale aveva legato talmente tanto, da reputarlo il suo parabatai (anche se non avevano fatto nessun giuramento).
Anche Jonathan era molto cambiato, dopo la morte della tata (da lui considerata come una madre).
Si allenava giorno e notte, per eccellere in ogni disciplina e sul suo viso era, costantemente, presente un ghigno.
Ormai, dopo la dipartita di Dorotha, erano costantemente soli, lontani da tutto e da tutti.
Jonathan, stava fissando le goccioline di pioggia scivolare veloci, sul vetro di una finestra, con Blood acciambellato in grembo quando un rumore sordo lo fece alzare di colpo dalla poltrona di pelle, su cui era seduto poco prima, facendo così cadere il gatto il quale soffiò e si allontanò con fare altezzoso.
Tendendo l'orecchio, grazie anche al suo udito innaturale, riuscì a captare un battito cardiaco non estraneo a Jonathan: Valentine.
Stava aprendo il portone principale, con fare assorto.
-Padre?- domandò curioso il ragazzo.
-Jonathan, dove è tua sorella?- chiese duro.
-In armeria, credo. Come mai già di ritorno? Credevo che...-
-Beh credevi male. Forza vai a chiamare Seraphina perché tra dieci minuti vi voglio in biblioteca.-
Detto questo Valentine si avviò in cucina.
Jonathan lo guardò allontanarsi, in modo truce e sbuffando si diresse verso l'armeria.

• • •

Seraphina's Pov

Dopo un'attimo di esitazione, la ragazza si precipitò fuori dall'armeria e su per le scale: diretta in camera sua.
Seraphina non ricirdava di aver mai fatto una doccia tanto breve.
Finito di asciugarsi con una salvietta bianca e soffice si infilò la sua tenuta e legò i fini capelli, ancora un po' bagnati, in un disordinato chignon.
Chissà che cavolo vuole ora, pensò acida.
La biblioteca era uno degli ambienti più grandi della tenuta, seconda solo alla palestra del seminterrato. Si divideva in due piani, quello al pian terreno era allestito con delle enormi librerie attaccate alle pareti laterali, le quali contenevano scaffali ricolmi di libri accademici suddivisi in sezioni per tipologia. Al centro della stanza invece erano sistemati dei lunghi e pregiati tavoli da studio e delle vetrine dove venivano conservati vari modelli d’armi. L’unica parete libera, quella sul lato est, era stata utilizzata per costruire una gigantesca e magnifica vetrata, la quale raffigurava l’Angelo Raziel il giorno in cui si unì con i primi cacciatori. Lo scopo di questa enorme vetrata era quella di illuminare il più possibile la stanza e di creare un clima di tranquillità e accoglienza. Ai lati della vetrata erano presenti due scale a chiocciola di legno e vetro, che davano alla stanza un’aurea di antichità ma al tempo stessa moderna. Attraverso queste scale si aveva accesso al piano superiore dove erano sistemati sempre ai lati delle librerie, le quali però custodivano dei preziosi e antichissimi libri di storia della magia, di demologia e anche libri di rune. Al centro invece erano sistemati a piccoli gruppi una serie di divanetti e poltroncine in stile imperiale. La stanza era illuminata da piccolo abat jour, poste su dei tavolini posizionati in mezzo ad ogni gruppo di divanetti. Il piano superiore dava un’aria austera e antica, piena di storia.
"Qui si trovano i libri più vecchi di tutta Alicante". Le aveva detto una volta suo padre.
-Seraphina, finalmente- parlò Valentine con voce annoiata.
-Mi stavo allenando, padre. Ho fatto il prima possbile.- rispose lei cercando di mantenere un tono calmo.
Valentine la squadrò.
Poi le fece segno di sedersi vicini a Jonathan; su una soffice poltrona color verde muschio.
Lei prese posto e assunse un'aria interrogativa.
-Come voi ben saprete, vi ho allenato per diventare i migliori Shadowhunters del mondo. Di solito il percorso di un Nephilim inizia alla vostra età, ovvero 14 anni. Però voi siete speciali, superiori, perciò ho deciso che oggi andremo a caccia: oggi affronterete il vostro primo demone.-
I due Morgenstern si guardarono di sottecchi.
-E dove andremo?- chiese infine Jonathan.
-A Cauchemar-
-Si dice che sia la grotta più infestata di tutta la Francia. L'ho letto da qualche parte.- rispose prontamente Seraphina.
Valentine la guardò.
-Si esatto- rispose con un sorriso.
A Seraphina erano sempre piaciuti i sorrisi del padre.
-Okay, prendete delle spade angeliche e raggiungetemi in giardino.-

• • •

-Andremo a cavallo?-
-È il modo più semplice, dato che non abbiamo un portale a disposizione.-Jonathan e Valentine erano già nella stalla quando Seraphina li raggiunse.
-Preso tutto?- chiese Valentine.
-Si, credo-
-Bene, andiamo prima che faccia buio.-

• • •

Il tragitto era stato molto piacevole e rilassante. Jonathan e Seraphina ne avevano approfittato anche per fare una gara di velocità.
Quando giunsero all'imboccatura della grotta era ormai pomeriggio inoltrato.
-Bene tirate fuori la stregaluce e la spada angelica. Non fate troppo rumore- li ammonì Valentine.
I due ragazzi si lanciarono uno sguardo ed entrarono.
L'interno era buio e umido, delle stalattiti pendevano dal soffitto, mentre una strana nebbia verde diffondeva un odore di acqua stagnante.
-Ma che schifo!- si lamentò Seraphina.
-Ssh. Ascolta- disse Jonathan.
La ragazza tese l'orecchio e un sussuro roco e rozzo la fece sussultare: "sangue... bere le vene... ragazzi... carne... sgretolare le ossa".
-Divoratore-
-Ce ne sono due; io a destra tu a sinistra: accerchiamoli- propose Jonathan.
La Nephilim annui.
Rasenti al muro di rocce, i due ragazzi si avvicinarono ai Divoratori.
Seraphina ne fu sorpresa, se li era sempre immaginata come delle creature stupide e ottuse, ma non fu così: perché, i demoni, erano già pronti all'attacco.
-Camael- sussurrò Seraphina.
-Ithuriel- disse Jonathan.
Le due spade avamparono e i Divoratori scattarono.
Il primo, si scagliò contro Jonathan, il quale con non curanza, gli piantò la spada nella gola.
I demone emise un verso gruttuale e si dissolse.
Il secondo Divoratore, vedendo cosa era accaduto al compagno, ringhiò e scattò contro Seraphina.
La Nephilim facendo un salto all'indietro riuscì a evitare un artigliata.
Fece un finto affondo e il demone si scagliò su Jonathan, ma prontamente Seraphina estrasse un coltello e lo lanciò nell'occhio del demone, trapassandogli il cervello.
Il Divoratore emise lo stesso verso roco e, come il primo, scomparve.
Jonathan fischiò.
-Bel lancio-
-Grazie caro- rispose.
-Okay, dai andiamo. Valentine si starà chiedendo che fine abbiamo fatto- propose Jonathan.

• • •

-Allora? Come è andata?- chiese Valentine.
-Bene, è stato divertente- rispose Seraphina con un sorriso.
-Ho fame- si lamentò Jonathan, d'un tratto.
-Ecco tieni-
Seraphina gli porse una mela rossa.
-Ero sicuro che ve la sareste cavata- disse Valentine, aveva un velo di malinconia negli occhi.
I due ragazzi non ci fecero caso.
-Domani, invece, andremo a caccia di Nascosti- sentenziò infine.
Seraphina e Jonathan si limitarono ad annuire, mentre galoppavano veloci sopra i loro cavalli e il giorno li abbandonava minuto dopo minuto, lasciando spazio all'osso bianco e ricurvo della luna, che pareva fissarli.

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! Uhh, non sapete quanto mi ci sia voluto a scrivere questo capitolo: lo so che non è dei più emozionanti, ma vi prometto che da oggi aggiornerò tutti i lunedì.
Grazie mille per le stelline, siete FAVOLOSI!
Un bacione,
Viola :*

Shadowhunters Città delle vite rubateWhere stories live. Discover now