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<<Ale ti prego prendiamoci una pausa perché qui rimango senza voce>> disse Riccardo quando finirono di provare per l'ennesima volta la canzone che avrebbero portato a Sanremo.

<<Va bene, però nel frattempo vediamo che pizza prendere stasera?>>

<<Perché? Stasera dovevamo mangiare insieme?>>

<<Sì, avevamo organizzato pizza e film, non dirmi che l'hai dimenticato>>

<<No Ale, ti giuro, l'avevo totalmente dimenticato. Ho promesso a Giulia che l'avrei portata fuori a mangiare qualcosa>>

<<Vabbè, sarà per la prossima>> risposte Alessandro dandogli le spalle e uscendo dallo studio.

<< Dai Alessandro, te la sei presa?>>

<<Non me la sono presa, figurati. Però avevi promesso anche a me la pizza stasera, solo questo. Io non ho preso impegni e ora mi ritrovo a non fare nulla>>

<<Scusa, lo so. Se vuoi dico a Giulia di fare un altro giorno>> disse Riccardo con la faccia da cucciolo <<Oppure puoi uscire con noi>>

<<Ma vah, a fare la candela. Tranquillo, vai, io guarderò un film su quel divano e aspetterò che i due piccioncini tornino a casa per fare sesso e urlare tutta la notte>> rispose Alessandro ridendo e indicando con il dito il divano del salotto che si trovava nella casa. Presero quella casa in affitto circa due settimane prima, così da poter stare insieme e non dover perdere troppo tempo negli spostamenti per andare a fare le prove.

<<Daii, ti ho già chiesto scusa per quella notte. Non pensavo si sentisse così tanto, Giulia è abituata ad urlare e io non sono abituato a zittirla>> fu la risposta di Riccardo.

<<In realtà ti ho già detto che non è stata Giulia quella ad urlare di più. Era più una voce maschile, simile alla tua, che continuava ad urlare "Oh sì Giulia, così, non ti fermare. Quanto sei bella, sto per venire. Mi fai eccitare. Il tuo corpo ha delle forme perfette. Le tue labbra sono così carnose, vorrei mordertele e farle diventare rosse. Me lo fai venire duro". Mica eri tu?>> disse Alessandro scoppiando a ridere.

<<Vaffanculo>> fu la risposta di Riccardo.

<<Secondo me non è normale urlare e parlare così tanto durante il sesso, sei sicuro non lo dicessi per concentrarti?>>

<<Alessandro, fottiti>> sputò fuori Riccardo alzandogli il dito medio e andando in bagno <<Io mi faccio la doccia e inizio a prepararmi cosicché stanotte possa scopare, tu scegliti pure un film>>

<<Riccà ma mica te la sei presa?>> urlò Alessandro ridendo e andandosi a stendere sul divano del salotto. In realtà rideva per smorzare la tensione, perché a lui non faceva ridere per niente. Quella sera aveva immaginato di esserci lui al posto di Giulia, ed era venuto senza toccarsi sentendo le urla di Riccardo.

Dal primo istante in cui lo vide, capì che se ne sarebbe innamorato, e infatti così fu.

Alessandro si mise a cercare un film su Netflix e appena trovò un film di suo interesse prese il cellulare per scegliere la pizza.

<<Vuoi che te ne prenda comunque una? Visto che ti piace mangiarla la mattina ne approfitto se vuoi>> urlò Alessandro pensando che Riccardo fosse lontano.

<<Perché urli se sono qui?>> chiese Riccardo poggiandosi con le braccia al divano con un sorrisino beffardo stampato sulle labbra.

Mahmood cadde dal divano per lo spavento <<Ma sei scemo? Ma che cazzo ci facevi lì?>>

<<Sono qui da tipo 3 minuti, ti stavo osservando. Sei dolce quando pensi agli altri, ho visto che stavi cercando la mia pizza preferita>>

<<Non stavo vedendo per la tua pizza, ma per la mia>>

<<Ma se la tua è già nel carrello>>

<<Vabbè dovevo vedere se la tua pizza ci fosse prima di proporti di prenderla>>

<<Perché ogni volta che fai qualcosa di gentile o dolce devi giustificarti?>>

<<Non mi sto giustificando, sto dicendo le cose come stanno>> si difese Alessandro rialzandosi dal pavimento

<<Va bene, come vuoi tu. Comunque, come sto?>> chiese Riccardo facendo un giro su sé stesso

<<Bellissimo come sempre il mio Blanchito>>

<<Sul serio? Oggi mi sento brutto>> disse Riccardo mettendo il broncio

<<Che ha oggi il mio Blanco? Lui si sente sempre il re del mondo>>

<<Non ho nulla, semplicemente penso che il cappotto non sti bene con i pantaloni>>

<<Sta benissimo tranquillo, Giulia non ti troverà assolutamente brutto>> fu la risposta di Alessandro che si stava costringendo a non saltargli addosso <<Piuttosto, perché non cambi le scarpe? Metti gli scarponcini neri che avevi ieri>>

<<Ecco cosa non mi convinceva: le scarpe! Ma quanto è bello avere un amico gay?>>

<<Fottiti, so darti consigli di moda perché me ne intendo, non perché sono gay>>

Riccardo tornò in salotto con due paia di scarponcini in mano <<Secondo te questi neri opachi o questi lucidi?>>

<<Quelli lucidi, quelli opachi piacciono soltanto a te>>

<<Vedi che sembri così gay?>>

<<Riccardo te l'ho già detto di fotterti? Sembri più gay tu di me>>

<<E chi ha detto che non lo sono?>>

<<Cosa?>> chiese Alessandro un po' stordito. Non capiva se stesse scherzando o fosse serio.

<<Chi ha detto che non sono gay?>> ripeté Riccardo

<<Sei gay?>> chiese Alessandro

<<Oh è arrivata Giulia, io vado. Ci vediamo dopo Ale, se puoi la pizza prendimela, grazie>> disse Riccardo lasciando un bacio sulla guancia dell'amico prima di uscire dalla porta.

Alessandro pensò che sicuramente stesse scherzando, aveva una ragazza e non poteva essere omosessuale. Era anche improbabile fosse bisessuale. Non ci pensò più di tanto e ordinò le pizze.

Capirsi con uno sguardo | Blanco & Mahmood |Место, где живут истории. Откройте их для себя