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Tornati in hotel, i due ragazzi non si salutarono nemmeno.
Ognuno andò nella propria stanza e Alessandro continuava a pensare che, una volta letti i messaggi, il più piccolo lo avrebbe sicuramente lasciato.
Sarebbe passato per il fidanzato ossessionato dalla presenza dell'altro ma ormai non poteva farci più nulla.
Non voleva cancellare i messaggi, codardo sì ma fino a un certo punto.
Prese il cellulare ed entrò nella chat di Riccardo: ancora non gli erano arrivati.
Poi, improvvisamente, le spunte diventarono due. Riccardo si collegò e le spunte si fecero blu.
Alessandro uscì velocemente da WhatsApp per paura che l'altro potesse rispondergli, poi aspettò 5 minuti e ancora non aveva ricevuto nessun messaggio.
Entrò di nuovo su WhatsApp aprendo la chat, Riccardo era ancora online.

Potresti dirmi qualcosa?

Gli scrisse Alessandro disperato. Le spunte diventarono subito blu, segno che l'altro fosse ancora sulla loro chat.
Sentì bussare alla sua porta e andando ad aprire si ritrovò Riccardo davanti.

I due ragazzi rimasero inizialmente in silenzio; il più piccolo entrò in stanza chiudendosi la porta alla spalle e si poggiò al muro.

<<Dimmelo a voce>> disse Riccardo guardando l'altro.

Alessandro restò due secondi in silenzio, poi cominciò a parlare.
<<Voglio andare a convivere con te>> iniziò e, non trovando nessuna reazione sul volto dell'altro, decise di continuare <<Voglio creare una nostra routine, voglio litigare con te per chi deve portare il caffè a letto, voglio addormentarmi sapendo che se i giorni seguenti avremo degli impegni non importa, perché tanto dovremo tornare nella nostra casa, voglio mettere fretta alle persone e dire "puoi fare veloce? Il mio ragazzo mi sta aspettando a casa", voglio che nel frigo siano presenti in maggioranza i tuoi cibi preferiti, perché il mio unico obiettivo è quello di renderti felice. E non me ne fotte un cazzo se pensi che questo possa uccidere la nostra relazione, io credo in noi e sono sicuro che la convivenza non possa fare altro che rafforzarla. Io capisco che hai soltanto 19 anni e vuoi vivere le tue esperienze, questa è l'unica scusante che accetto, ma io avevo bisogno di dirtelo>>

Riccardo scoppiò a piangere cercando di pronunciare parole sconnesse tra di loro.

<<Amore ti prego, se piangi così non capisco cosa stai cercando di dire>> gli disse Alessandro avvicinandosi e poggiandogli le mani sulle sue spalle.

<<A tua madre avevi detto di non voler vivere con me>> cercò di farsi capire Riccardo.

<<Non volevo dirle la verità davanti a te>> si giustificò il più grande.

<<Perché?>>

<<Per lo stesso motivo per cui ho avuto difficoltà a dirti la verità ora>>

<<E cioè?>>

<<Ho paura di ciò che puoi pensare, di come puoi reagire. E direi che sono paure più che giustificate visto che sei praticamente sparito sentendo le parole di mia madre>>

Riccardo a quel punto capì, l'altro pensava che fossero state le parole della madre a spaventarlo. Si erano nascosti entrambi ciò che pensavano realmente come due deficiente e avevano per di più litigato. Scoppiò a piangere e ridere contemporaneamente, spaventando l'altro che non sapeva che fare.

<<Tu pensi che io me la sia presa per tua madre>> continuò a ridere e piangere il più piccolo.

<<Riccardo mi spaventi se fai così, non so se la situazione ti diverte o ti rattrista>>

<<Io me la sono presa per quello che hai detto tu, ci sono rimasto malissimo. Cazzo Ale, anche io voglio andare a vivere con te, chi cazzo se ne frega se ho 19 anni. Io ti amo e voglio passare il resto della vita con te>>

Capirsi con uno sguardo | Blanco & Mahmood |Where stories live. Discover now