25.

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<<Vuoi che ti accompagno con la macchina a Calvagese?>> chiese Alessandro mentre i due stavano pranzando con della carne e dell'insalata.

<<No tranquillo, non ti faccio fare andata e ritorno inutilmente. Devo comprare una cazzo di macchina>>

<<Non voglio farti tornare col taxi, hai già fatto l'andata da solo>>

<<Amore tranquillo, è quello che faccio sempre. A meno chè non resti a dormire da me, in quel caso puoi accompagnarmi>>

<<Mi piacerebbe ma non posso continuare a rimandare gli impegni>> rispose Alessandro con aria triste.

<<Ehi tranquillo, tanto il 9 ci dovremo vedere sicuro, abbiamo l'evento a Parigi>>

<<Sì ma io avrei tanto voluto passare altro tempo con te>> sbuffò il più grande.

Riccardo rise, trovando l'altro immensamente dolce <<sembri un bambino>> gli disse alzandosi per andarlo ad abbracciare da dietro. Si chinò leggermente col busto e gli avvolse il collo con le braccia. <<Anche io avrei voluto passare altro tempo con te, facciamo che vado stasera per le 22, che ne dici?>>

<<Sicuro di voler andare così tardi?>>

<<Tanto prendo il taxi, però lo prenoto ora magari>>

<<Grazie>> gli disse Alessandro guardandolo con occhi riconoscenti <<e chiama tua madre, che poi se la prende con me>>

Come se l'universo lo avesse sentito, il cellulare del più grande iniziò a squillare facendo risuonare in tutto l'appartamento la suoneria personalizzata che aveva impostato per il numero di sua madre.

<<Mamma>> rispose felice al telefono.

<<Tesoro mio, come stai?>>

<<Bene mamma, sono con Riccardo. Tu come stai? Che stai facendo?>>

<<Sei a Brescia o è venuto lui a Milano?>>

<<Ero andato io a Brescia, poi abbiamo litigato ed è venuto lui ieri a Milano>> spiegò Alessandro ridendo.

<<Quanto mi piace quel ragazzo>> sospirò la donna dall'altro capo del telefono <<Non te lo fare scappare>> aggiunse mentre Alessandro stava andando vicino al compagno per fare ascoltare anche a lui ciò che stava dicendo la madre.

<<Non ho assolutamente intenzione di farmelo scappare>>

<<Che fate oggi? Non state tutto il tempo a casa a fare le vostre cose>>

<<Mamma!>> esclamò Alessandro mentre Riccardo si mise a ridere <<questa mattina siamo già usciti, Ricky doveva vedere una casa qui a Milano perché vuole trasferirsi>>

<<Vedi che ragazzo d'oro? Si trasferisce pure a Milano. Perché non prendete una casa insieme?>>

Alessandro cominciò a sudare freddo, mentre Riccardo rimase immobile pronto ad ascoltare cosa avesse l'altro da dire.

<<Ma vah mamma, stiamo insieme da un mese e dobbiamo già andare a convivere?>> chiese ridendo <<direi che non ce n'è assolutamente di bisogno>>

<<Questo sono parole dettate dalla paura>> disse soltanto, la donna.

<<No mamma, semplicemente non voglio vivere insieme a Riccardo>> si sbrigò a dire Alessandro non volendo spaventare il compagno. Per Riccardo, però, quelle parole risuonavano come delle lame infilzate nel petto: non voleva vivere insieme a lui, semplice. Si allontanò dall'altro per andare a lavare i piatti e Alessandro pensò che sicuramente i commenti della madre lo avessero spaventato. Scambiò le ultime parole con la donna e chiuse la chiamata, andando verso il più piccolo e abbracciandolo da dietro.

Capirsi con uno sguardo | Blanco & Mahmood |Where stories live. Discover now