Capitolo 69

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Rinoa Hearthilly

Sento una musica, anzi una dolcissima sinfonia, qualcuno sta suonando il pianoforte. Mi trovo in una casa, non è una casa qualunque, ma la mia abitazione genitoriale di Deling City. È come se fossi uno spettatore. «Rinoa, piccola mia», Sento la voce di mia madre. Sto sognando? Eppure è così reale, vedo il dolce viso di mia madre la sua risata, e la dolcezza con cui mi accarezza i capelli. La me stessa di quasi quattro anni è seduta sulle sue gambe, siamo nel soggiorno mentre Julia, mia madre, sta suonando il pianoforte, quasi avevo dimenticato il suo viso, è bellissima i suoi occhi castani come i miei brillano di gioia.

«Questa è una canzone che ho pubblicato, sai, è incentrata sull'amore, so che per te è ancora presto tesoro mio, ma quando incontrerai la tua anima gemella lo saprai perché ti batterà forte il cuore. Quando quel giorno arriverà sarai diventata una bellissima donna, questa canzone si chiama Eyes on Me.» Mi dice con un dolce sorriso, misto a un sospiro profondo, il suo sguardo è carico di tristezza dandomi una carezza sul viso.

«Eyes on Me? Bellissimo questo titolo, mamma puoi cantarla? Per favore, vorrei ascoltarti!» Dice la me stessa da piccola.

«Va bene tesoro, ascolta: whenever sang my songs on the stage, on my own, Whenever said my words, wishing they would be heard, i saw you smiling at me, was it real or just my fantasy, you'd always be there in the corner, of this tiny in little bar, My last night here for you...» Mia madre era bellissima, mentre suonava aveva quel tocco leggero sui tasti, amavo guardarla e sentirla suonare, aveva una voce soave. Ho le lacrime agli occhi, mentre faccio un paio di passi in avanti. Mia madre smette di suonare il pianoforte. «Il papà sta arrivando, dai tesoro, sei pronta per le vacanze?» Dice con un sorriso, ma stranamente, noto che il suo sorriso diventa tristezza.

«Rinoa, Julia siete pronte?» Vedo mio padre, il generale Fury Caraway, che non indossa la sua divisa, ma degli abiti semplici: una camicia bianca e dei pantaloni neri, i capelli castani pettinati all'indietro.

«Papà! Allora andremo in vacanza?» Dice la piccola me stessa scendendo dalle gambe di mia madre abbracciando l'uomo affettuosamente.
«Certo, tesoro, faremo una vacanza fantastica! Forza, prendi la tua borsetta e andiamo!» Esclama mio padre con un sorriso dolce accarezzando il viso alla piccola.

Abbasso lo sguardo, serrando i pugni mentre mi trovo in un altro ricordo, la mia infanzia felice trascorsa con i miei genitori, poco prima che mia madre morisse in quel maledetto incidente stradale. Mia madre e mio padre sorridevano, eravamo felici, mentre mi tenevano in braccio, era una giornata soleggiata, giocavamo in un prato fiorito e raccoglievo dei girasoli. Poi tutto diventa buio, vedo me stessa davanti alla lapide di mia madre e tra i singhiozzi e le lacrime stringo la mano di mio padre.

Tutto cambiò da quel giorno, da quel maledetto giorno in cui mia madre morì in quell'incidente, mio padre si chiuse in se stesso, diventò burbero non facevamo che litigare, poi all'età di diciassette anni entrai a fare parte dell'organizzazione gufi del bosco insieme a Watts e Zone...

Improvvisamente il buio mi avvolge mentre sento una voce femminile, la sua risata echeggia nella mia mente. «Ciao Rinoa, finalmente sole noi due, sei prigioniera nei tuoi più oscuri incubi! Dimenticherai poco a poco il tuo amato Squall, non ricorderai più il suo viso, le sue labbra carnose, più niente e io trionferò e lui sarà mio!»

Riconosco la voce di Artemisia e la sua figura appare di fronte a me. «Stammi lontana!» La affronto ma in un istante sento il mio corpo paralizzarsi. «È inutile che ti agiti, non puoi ribellarti, perché sei in mio potere!» Sussurra Artemisia stringendomi in un abbraccio mentre sparisce nel nulla.

Final Fantasy VIII - The SeeD of the TimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora