Prologo

773 33 3
                                    

Alla fine era successo, il peggior incubo di Lady bug era accaduto, eppure erano sempre stati attenti nelle ultime settimane, soprattutto da quando il Grande Guardiano Celeste li aveva avvertiti che sarebbero stati controllati da distante, e che se commettevano un errore, un solo errore, rischiavano di perdere la Miracle Box e di conseguenza, Lady Bug, il suo ruolo di guardiana.
Ma Lady Bug sapeva anche che avrebbe guadagnato un'amnesia permanente, che le avrebbe fatto dimenticare di tutto e di tutti.
Lady Bug aveva commesso un errore imperdonabile, agli occhi delle più alte cariche di Monaci Tibetani.
Uno di quelli che non ammette seconde occasioni, ma sperava che il Grande Guardiano, Su- Han, non se ne fosse accorto, che magari in quel preciso istante stesse guardando da un'altra parte.
Si sbagliava.
I suoi occhi erano sempre puntati sui loro spostamenti e movimenti.
Sciolta la trasformazione nella sua camera da letto se lo ritrovò davanti con aria severa e con già la Miracle Box in mano, pronto a prendere anche gli orecchini della coccinella e poi sarebbe andato a recuperare anche l'anello del gatto nero.
Nelle sue mani sarebbero risultati inutili, perché perdendo la memoria non avrebbe più ricordato né Tikki e né di essere stata una super eroina e di conseguenza guardiana dei Miraculous.
Una lacrima iniziò a rigarle il volto mentre il suo cuore batteva all'impazzata attendendo l'ardua sentenza, la mente si svuotò di colpo e Marinette divenne una statua di ghiaccio, non riusciva più a spiccicare una  parola nel tentativo di dissuaderlo a prendere quella scatola che aveva custodito con tanta cura in tutti quei mesi.
E in maniera egregia con parsimonia, trovando anche il modo per occultarla a occhi indiscreti.
"La prego!" Unì le mani in segno di preghiera "... Mi dia una seconda occasione. Abbiamo recuperato anche il Miraculous della Farfalla e del Pavone, varrà pur qualcosa, no?" Le lacrime le bruciarono gli occhi come se fossero di fuoco.
"Hai messo in pericolo anche gli altri kwami, e solo questo basta per degradarti e portarti via questa scatola di valore inestimabile."
"Lo so, ma io e Chat Noir abbiamo portato a termine il nostro compito."
Ma il cuore del Grande Guardiano non si scalfiva facilmente, doveva adempiere al suo compito a ogni costo, anche se gli dispiaceva infondo.
Su-Han, aveva già avuto modo di vedere in azione quei ragazzi, e nonostante la loro tenera età e senza il severo addestramento a cui si sottoponevano i  portatori di Miraculous e Guardiani, portavano a termine sempre il proprio lavoro.
Ma questa volta non poteva passarci sopra e del resto, Marinette, era già stata avvertita.
"Mi dispiace, devi consegnarmi Tikki". Allungò la mano con il palmo rivolto verso l'alto.
La piccola kwami rossa di strinse di più alla sua portatrice, per lei, Marinette, era molto di più di una semplice padroncina, era la sua migliore amica, ma nemmeno lei aveva diritto di replica, nonostante fosse la dea della creazione, Tikki doveva rispondere a quegli essere saggi e potenti.
La corvina abbassò lo sguardo e strizzò gli occhi per liberarsi dell'opacità che l'abbondanza di lacrime le stava causando.
"Mi lascia un secondo sola con Tikki?" Chiese in tono mesto.
Il Guardiano asserì con il capo ed uscì in terrazza.
C'era un bel sole.
*
Poco dopo, Marinette lo raggiunse con una scatolina in mano e gliela allungò.
Le mani le tremavano vistosamente e le ginocchia divennero di gelatina, la testa si svuotò di ogni tipo di emozione, non sapeva più se essere triste o felice.
Su-Han invece era un gatto di sale e Marinette non riuscì a vedere dentro di lui.
La aprì per assicurarsi che non gli avesse rifilato qualche patacca e appena si sincerò che gli orecchini non erano dei falsi li ripose all'interno della Miracle Box in suo possesso.
"Per quanto possa valere, mi dispiace per tutta questa situazione, ma è necessaria. Hai sbagliato, ed è giusto che ne paghi le conseguenze." Il Guardiano accennò a un sorriso.
Marinette scrollò le spalle rendendosi conto che era finita sul serio.
Tra qualche minuto sarebbe cambiato tutto e lei avrebbe ricominciato una nuova vita senza Tikki e senza la sua memoria.
Le pagine della sua vita sarebbero state riscritte e chissà se avrebbe almeno ricordato l'amore che provava per le persone a lei care, soprattutto quello per Adrien.
E la grande stima che aveva per Chat Noir.
"Allora... È finita sul serio" Mormorò Marinette alzando gli occhi al cielo pensando se quello spazio lo avrebbe ricordato ancora di quel colore o se avrebbe assunto un'altra tonalità.
"Devi pronunciare quelle parole".
Marinette deglutì il nulla, non era ancora pronta a rinunciare al suo ruolo di guardiana, non era ancora pronta a perdere la memoria, ma soprattutto non aveva ancora detto addio a Chat Noir.
Sicuramente se fosse stato lì, avrebbe combattuto per i suoi diritti e l'avrebbe spronata a non farsi portare via la Miracle Box così facilmente.
Ma lei era stanca.
Era stanca di avere tutte queste responsabilità.
Era stanca di non riuscire a uscire più con le sue amiche come faceva un tempo.
Era stanca di non poter avere una vita normale.
Era stanca di non poter rivelare ad Adrien i suoi sentimenti.
Già... Adrien. Di nuovo lui che si insinuava nei suoi pensieri, e la domanda che si poneva era sempre la stessa: si sarebbe ricordata di lui?
No, non credeva.
Ne aveva avuto la prova con Maestro Fu.
Avrebbe perso ben sedici anni di vita, ma era pronta a ricominciare daccapo.
"Che ne sarà di Chat Noir?" Aveva domandato.
"A lui non succederà nulla, gli chiederò solo di restituirmi l'anello. Non perderà la memoria come te."
Ma Marinette questo lo sapeva già, la cosa importante era che Su-Han non gli facesse del male.
"Le dia questa, per favore" Marinette gli allungò una busta bianca con il suo nome sopra in bella calligrafia e lui annuì con il capo. "Non ho avuto modo di dirgli addio, spero mi possa perdonare."
"Mi dispiace, Marinette. Ma non posso sorvolare sul tuo errore. Non avevi solo i miei occhi puntati su di te, ma quelli di tutti i Guardiani dell' Ordine."
"La capisco, signore." La corvina, cercò di non piangere.
Alzò gli occhi al cielo nuovamente sospirando e buttando giù della saliva che le aveva impastato la bocca, liberando il passaggio in gola.
Le prime parole le uscirono come un sussurro e Su-Han la pregò di parlare con voce più alta.
Marinette non replicò, ma si sforzò nel farlo.
"Io, Marinette Dupain-Cheng, rinuncio a essere guardina della Miracle Box." Subito levitò in aria la luce rossa che l'avvolse andò poi a racchiudersi dentro la scatola ovale che il Grande Guardiano teneva in mano.
Una volta che i suoi piedi toccarono il pavimento della terrazza, svenne e Su-Han lasciò quel luogo per dirigersi verso la casa di Chat Noir.
*
Non fu difficile localizzare Plagg.
Furtivo e in punta di piedi, si era intrufolato in quell'enorme casa, e se già la camera di Marinette lo aveva spaventato con tutta quella tecnologia, quella, per lui, doveva sembrare la casa di un film dell'orrore.
La stanza di Adrien pullulava di aggeggi di ultima generazione: uno schermo da sessantacinque pollici troneggiava in mezzo la stanza, e stava trasmettendo l'ultimo concerto di Jagged Stone, la musica era talmente assordante da spaccargli i timpani e fargli strizzare gli occhi per il troppo rumore.
Lo attese seduto sul comodo divano accavallando le gambe e controllando l'orologio a cipolla che teneva all'interno della casacca abbastanza seccato.
Plagg quando vide il Grande Guardiano si spaventò e andò ad avvertire il suo portatore che stava facendo la doccia in quel momento.
Ma lui aveva frainteso, credeva che ci fosse Lady Bug in camera sua.
"Che ci faceva lì?"
Ne era uscito da bagno pulito, profumato e con aria da seduttore, ma davanti a lui non c'era la sua lady, ma bensì il Grande Guardiano Su Han.
"Ciao, Chat Noir!" Aveva esordito alzandosi di scatto in piedi.
Adrien si raggelò all'istante conoscendo già il motivo di quella visita.
La spina dorsale fu investita da scosse di puro terrore e una strana sensazione si impossessò di lui.
Lo stomaco iniziò a contorcersi e le budella attorcigliarsi, provocandogli un conato di vomito che riuscì a trattenere.
Adrien spense la tv, ottenendo la sua più totale attenzione, soprattutto perché aveva notato sotto il braccio la Miracle Box.
"A cosa devo la sua visita?" Chiese in tono cordiale, ma indurendo lo sguardo intuendo fosse successo qualcosa a Lady Bug.
"Sono venuto a riprendere Plagg. Lady Bug, mi ha detto di darti questo." Gli allungò la busta bianca un pochino stropicciata.
"Con tutto il dovuto rispetto, la guardiana è Lady Bug e io rispondo solo a lei."
"Lady Bug ha rinunciato al suo ruolo!"
Se gli avessero trafitto il cuore con una lama probabilmente avrebbe sentito meno male.
E Adrien non escludeva il fatto che stava per avere un principio d'infarto, infatti avvertì al braccio sinistro un leggero formicolio.
La bocca del ragazzo si aprì, ma non ne uscì nessun suono essendo stato colto alla sprovvista.
Schioccò la lingua e si inumidì la bocca che si era seccata all'improvviso.
"N-non è possibile. E' stato per quell'errore? Non pensavamo fosse così grave! Abbiamo recuperato anche i Miraculous mancanti, ed è così che ci ringrazia?"
Il Guardiano annuì semplicemente con il capo non aggiungendo nulla.
"Non c'è stata alcuna conseguenza, e Papillon è stato sconfitto. Forse è perché si tratta di mio padre? Beh! Io non ne sapevo niente." Cercò di giustificarsi gesticolando nervosamente con le mani.
"Non è questo il punto. E ormai non è più affar vostro." Taglio corto allungando la mano verso di lui "...  L'anello, per favore."
"Eh? NO!" Aveva cercato di replicare Plagg, non era ancora pronto a separarsi da lui, senza preavviso, e soprattutto senza dare il tempo a loro di salutarsi come si deve.
Adrien guardò il suo amico negli occhi.
"Fammi leggere prima la lettera!"
L'aprì, poche righe, ma concise.
*
Chaton, perdonami!!
*
Una freccia scaccata in pieno petto che gli arrivò dritta al cuore fino a trafiggerlo da parte a parte.
Lo aveva fatto sul serio, aveva rinunciato al suo ruolo.
Perché non l'aveva interpellato? Avrebbero lottato per far valere le loro ragioni e sarebbero andati davanti alle più alte cariche se sarebbe stato necessario, e invece lei aveva deciso per tutti e due, senza avvertirlo.
Del resto il loro motto era "Io e te, insieme contro il mondo".
No, non sarebbe più stato così.
Lo aveva condannato alla vita vuota di prima: in una prigione di vetro facendo finta di essere il figlio perfetto, ma a chi lo avrebbe dimostrato ora che suo padre sarebbe dovuto partire per espiare le proprie colpe.
Anche se avesse combattuto per tenere con se Plagg non ne avrebbe cavato un ragno da un buco, il Guardiano lo aveva già affrontato in passato, conosceva le sue potenzialità e non c'erano speranze di vittoria.
Affranto e con il cuore spezzato si levò dal dito quell'anello, e mentre lo faceva, aveva chiesto scusa a Plagg.
"Addio, Adrien!" Biasciò il piccolo kwami della distruzione mentre veniva relegato nella Miracle Box accanto agli orecchini di Tikki.
"Ci occuperemo noi guardiani di tuo padre, ora".
"Vi chiedo solo di trattarlo come merita!" Mormorò in tono duro, del resto era stata per colpa della smania di potere di suo padre che lui si era ritrovato in questa situazione e ora anche senza l'amore della sua vita.
Il Grande Guardiano fece un balzo e uscì dalla finestra.
Adrien lo vide sparire pochi camini più in là mentre si portava via una grandissima parte di lui.
Si allontanò dalla finestra ancora con quel pezzo di carta in mano.
Lo appallottolò e lo gettò nel cestino, insieme ai poster che teneva attaccato in camera per la rabbia e la collera che presto gli annebbiò il cervello.
Lei non c'era più, e non aveva più ragione per tenere cose che le appartenevano.
Non conosceva la sua identità segreta, e scovarla tra la popolazione di Parigi sarebbe risultato impossibile, tenendo conto che ora non aveva più i suoi poteri da super eroe.
La doveva dimenticare e in fretta se voleva ricominciare a vivere.
*
Adrien sospirò mentre varcava l'ingresso della scuola, intento a iniziare una nuova vita.
Una vita momentaneamente senza suo padre. Una vita permanente senza di lei.
Quando entrò nello spogliatoio per prendere il libri fu investito dai pianti delle sue compagne di scuola.
"Che è successo ragazze?" Domandò avvicinandosi a loro.
"Non lo sai?" Singhiozzò Alya con il cellulare in mano.
Lui scosse la testa e notando che all'appello mancava Marinette le budella avevano iniziato a contorcersi e una terribile sensazione lo aveva avvolto.
Le altre ragazze non sapevano cosa dire, persino Chloè e Sabrina erano rimaste in silenzio e avvilite, ma non si stavano disperando come le amiche più strette di Marinette.
"M-Marinette è in ospedale. Non ricorda più nulla."
*
Continua

Ricordati di meOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz