capitolo 11

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"Ci vediamo dopo scuola." Erano le parole di Marinette che gli sono rimbombate in testa per tutta la mattina distraendolo ripetutamente dalle lezioni.
Di solito scriveva pagine e pagine di appunti, oggi invece nel quaderno era riuscito solo ad appuntare la data e anche in maniera malamente.
Si erano dati appuntamento ai giardini pubblici alle quattro in punto, un luogo tranquillo dove poter parlare senza il rischio di venire continuamente interrotti, entrambi sapevano che i loro amici invece si sarebbero dovuti vedere da un'altra parte e forse più tardi li avrebbero raggiunti.
Adrien giunge in anticipo di qualche minuto, la sua lezione di cinese era terminata prima del previsto, quindi ebbe tutto il tempo di arrivare tranquillamente a piedi, e una buona passeggiata lo avrebbe potuto preparare mentalmente sul discorso da fare a Marinette.
Ma pensava veramente che sarebbero bastati pochi passi per essere pronto a quell'incontro?
Mise le mani in tasca cercando di asciugarle, e non era per il caldo, quello lo sopportava benissimo, quello che non reggeva era la tensione che lo opprimeva.
Quanto gli mancò Plagg in quel preciso momento, sicuramente lui avrebbe avuto una parola di conforto, ma purtroppo, Adrien, avrebbe fatto meglio ad abituarsi alla sua assenza, ma di questo argomento non poteva di certo parlare con il suo migliore amico Nino.
Prese posto su una panchina di metallo bianco, un po' isolata rispetto alle altre.
Curvò leggermente la schiena in avanti per appoggiare i gomiti sulle ginocchia e i pugni sulle guance.
"Ce la posso fare, è Marinette" Si ripeteva mentalmente.
Appunto... non era solo Marinette, era la ragazza di cui  era perdutamente innamorato da sempre. Con o senza la maschera, lei rimaneva la sua musa.
Sospirò osservando il lago che brillava sotto la luce solare pomeridiana e alcuni pesciolini rossi che nuotavano felici vicino la superficie. Sembravano osservarlo, forse attendevano che il giovane gli allungasse qualche briciola di pane.

E fu proprio quella fragranza che, mossa da un leggero alito di vento, gli entrò dentro le narici fino ad arrivare dritta al suo cuore, facendoglielo battere all'impazzata.

Era arrivata.
Un brivido percorse la schiena di Adrien.
"Scusa il ritardo!" Disse una voce dietro di lui.
Adrien la osservò imbambolato per qualche istante, era incantevole in quel vestitino rosa scuro e con i capelli legati in una treccia laterale.
"Sei in perfetto orario, Milady" Le fece cennò con la mano di sedersi accanto a lui.
Milady... la gola le si seccò di colpo e il cuore iniziò a vibrarle forte, poteva sentirlo martellare nel petto fino a che non si sarebbe fatto strada sullo sterno per poi uscire e andare chissà dove.
Marinette deglutì cercando di inumidire l'esofago.
"Va tutto bene?" Le chiese Adrien notando il suo nervosismo, lui invece lo nascondeva benissimo.
"S-sì ce-certo! E' solo che quell'appellativo mi ha fatto sentire strana." Farfugliò stringendo l'orlo del vestito tra le mani guardandosi le punte delle scarpe.
Adrien le alzò il mento con due dita "Non devi sentirti a disagio con me."
"Non lo so... forse..." Fece spallucce ritornando nella stessa posizione di prima distogliendo lo sguardo dai suoi bellissimi occhi verdi brillanti.
"Perché dici così?" Chiese curioso.
Forse perché sapevo di essere innamorata di te? No, meglio non dirgli questo.
"Perché non so cosa pensa la gente che prima mi vede con un ragazzo e poi con un altro a distanza di pochi giorni." Fece riferimento al suo appuntamento con Luka dimenticando che fosse stata lei per prima a uscire quel pomeriggio.
"Se ti senti a disagio per questo possiamo andare dagli altri, ma a quel punto mi diventerebbe difficile parlarti. E la cosa che devo dirti è molto importante." Sarebbe però stato disposto a rimandare quella chiacchierata a un'altra volta se solo glielo avesse chiesto.
Marinette continuò a torturarsi il vestito e solo quando Adrien le posò le mani sulle sue lo lasciò andare scoprendolo sgualcito.
"No" Soffiò, doveva sentire che cosa aveva da dirle di così fondamentale importanza e anche lei avrebbe fatto la sua parte. "...scusami, non volevo essere scortese."
"No, tranquilla. Vuoi cominciare prima tu? Se non sbaglio anche tu mi volevi dire qualcosa." Se lo era chiesto tutta la mattina mentre continuava a girarsi e rigirarsi la penna tra le dita.
Marinette tirò fuori dalla sua borsetta il portafortuna che le aveva regalato Adrien.
"Oh!" Fece lui guardandolo penzolare davanti al suo viso.
Lei sorrise quasi commossa "L'ho trovato in una borsetta e d'improvviso mi sono ricordata che me lo hai regalato al mio compleanno. Eravamo vicino a un albero quando me lo hai dato, era buio e avevo appena spento le candeline sulla torta."

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