Capitolo 13

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Adrien chiuse la porta di camera sua dietro di sé e si lasciò cadere sul suo letto a peso morto con la faccia rivolta sul materasso affondandola nel morbido cuscino.

Se ci fosse stato Plagg in quel preciso momento, sicuramente gli avrebbe detto di aver combinato un bel disastro quel pomeriggio e si sarebbe fiondato sul formaggio che custodiva gelosamente sotto chiave nell’armadietto ai piedi del letto, come niente fosse.

Come se i suoi continui tormenti non lo toccassero minimamente, e invece, avrebbe solo voluto abbracciarlo e dargli una dimostrazione d’affetto migliore di quella che si meritava.

Ma il piccolo dio della distruzione non c’era più.

Mancava da parecchie settimane e la sua assenza si sentiva ogni giorno in maniera spropositata.
Adrien avrebbe fatto bene ad abituarsi in fretta alla sua assenza e cercare in Nino quella figura amica che serve anche nel momento del bisogno, e anzi, forse sarebbe stato più indicato il ragazzo occhialuto per confidargli i suoi problemi di cuore.

Per quanto quell’esserino nero fosse petulante e a volte fastidioso, aveva sempre una parola di conforto per tutto ed era soprattutto in grado di rendergli le giornate meno pesanti e frustranti.

Gli bastava anche solo averlo seduto accanto mentre giocava ai videogiochi o studiava, una presenza costante che lo faceva sentire meno solo.

Sospirò quando si rigirò a pancia in su e osservò l’alto soffitto.

Sembrava non finire mai.

Nella sua testa rimbombava ancora la domanda che gli aveva rivolto Marinette a cui non era riuscito a dare risposta, e tutto perché aveva esitato.

Ne seguì poi una lunga corsa per sfuggire alle sue fan più accanite, com’erano riuscite a scovarlo in quel luogo appartato per lui rimaneva tutt’ora un mistero.

Adrien si guardò intorno attendendo che qualcuno facesse capolino davanti al suo viso facendogli incrociare gli occhi per metterlo meglio a fuoco.

Questo sarebbe accaduto qualche settimana fa.

Non lo avrebbe mai ammesso con lui, ma Plagg gli mancava tanto.

Gli mancava la sua voglia irrefrenabile di formaggio Camembert.

Gli mancava come lo scherniva.

Gli mancavano i suoi consigli.

Gli mancava quell’aria saccente che non aveva timore di usare.

Gli mancava trasformarsi in un super eroe solo per incontrare lei sui tetti.

Gli mancava Lady Bug.

Gli mancava Marinette.

Si sedette a bordo letto e si massaggiò il collo, poi si avviò verso il pianoforte e iniziò a muovere le dita sinuosamente sui tasti cercando di comporre una melodia qualsiasi.

Sbagliò una nota, poi un’altra e un’altra ancora.

Non era il momento giusto per suonare, gli mancava la concentrazione.

“Maledizione!” Aveva imprecato chiudendo il pianoforte.

Nathalie che fino a quel momento era rimasta in silenzio sulla soglia della porta tossicchiò per attirare la sua attenzione.

“Sono un disastro!” Piagnucolò.

“No. Devi solo rimanere concentrato mentre ti eserciti.” Non si mosse di un millimetro.

“Pensavo che suonare mi liberasse la mente.”

“Dipende da chi occupa i tuoi pensieri…”

Adrien abbassò lo sguardo.

Ricordati di meWhere stories live. Discover now