Capitolo 17

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Adrien non le aveva risposto, si era limitato a dirle di lasciarlo in pace e che presto avrebbe avuto tutte le spiegazioni di cui aveva bisogno.

Era arrabbiato.

Non aveva ancora dimenticato o rimosso dal suo cuore il rancore che portava per il genitore dello stesso sesso, troppo forte la delusione per essere superata con delle semplici scuse.

Sebbene fossero passati ormai dei mesi. Lunghi. Terribilmente lunghi.

Adrien non si era mai sentito più solo e i suoi nervi stavano cadendo a pezzi.

Si era ritrovato di punto in bianco senza una madre, senza un padre e con una ragazza che conosceva il suo nome solo perché lo aveva riconosciuto da un cartellone pubblicitario.

Impossibile non crollare o impazzire.

Per non dimenticare che aveva perso la sua guida, l'unico che in quei mesi, per quanto petulante e odioso a volte potesse essere, aveva sempre una parola di conforto e lo aiutava a superare i momenti più difficili con le sue battute.

Percorse quel labirinto da solo, con le mani in tasca e lo sguardo abbassato, avrebbe voluto piangere, e dio solo sa quanto ne aveva bisogno in quel momento.

Si accomodò su una panchina di marmo lungo la sponda di un ruscello, all'ombra di un albero da frutto.

Sospirò mentre guardava l'acqua scorrere vicino a lui e un pesce saltellare felice assieme ad altri.

Una mela rossa gli cadde dritta sopra la testa destandolo dai suoi pensieri.

"Aho!" Esclamò mentre si massaggiava la parte lesa.

"Naaa... non ci siamo, moccioso." Avrebbe riconosciuto quella vocina tra mille.

"Plagg!" Mormorò quando alzando gli occhi lo vide mentre divorava un frutto per sputarlo qualche attimo dopo.

"Hai del formaggio?" Gli chiese insinuandosi dentro la sua camicia per cercare quel frutto proibito.

"Che ci fai qui? Non dovresti essere dentro la Miracle Box?" Adrien pensò che quello fosse frutto della sua immaginazione, i guardiani non lasciavano mai liberi i kwami di gironzolare e Marinette era stata rimproverata anche per questo da Su-Han quando la prima volta l'aveva incontrata per sottrarla dal suo ruolo di guardiana.

"Mmm... lo sai che noi kwami non ubbidiamo mai, e poi sono qui, non vado da nessuna parte." Si giustificò.

Adrien assottigliò gli occhi "Non è che per caso avevi voglia di vedermi?"

Plagg incrociò le zampette al petto e si voltò perché l'espressione del suo volto non lo tradisse "Volevo il mio formaggio. Punto. E' frustrante mangiare solo frutta e verdura."

"Ok, ti concedo il beneficio del dubbio." Adrien assottigliò gli occhi con il cuore che gli tamburellava forte nel petto.

"Piuttosto... stai bene? So che domani Marinette incontrerà lo stregone." Mormorò.

"E tu come fai a saperlo?"

"Mmm... voci di corridoio." Rispose spicciolo senza aggiungere altro.

"Quindi se lo sai tu, lo saprà anche Tikki."

"Tikki è già con Marinette. Su-Han ha deciso di farle incontrare e io ne ho approfittato per prendere un po' d'aria."

"Si arrabbierà molto quando scoprirà che non sei al tuo posto." Convenne il biondo con ovvietà.

Seguì qualche attimo di silenzio, poi fu il piccolo kwami a parlare.

"Mi manchi molto, Adrien."

Il biondo sussultò a quella rivelazione, non si aspettava una simile confessione, troppo smielata per essere uscita dalla sua piccola bocca, ma Plagg era sincero e questo lo poteva leggere dai suoi occhi grandi di smeraldo.

Ricordati di meWhere stories live. Discover now