Capitolo 5

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20 Aprile

Caro diario,
quanto vorrei ricordare…
Ricordare tutti gli scivoloni a causa della mia goffaggine (che sembra essere sparita) e conseguente caduta tra le braccia di Adrien.
Ricordare delle uscite in compagnia nei pomeriggi dopo scuola.
Ricordare della mia vittoria al concorso per stilisti di Gabriel Agreste e della sfilata di Adrien con la mia bombetta, dei complimenti ricevuti dalla madre di Chloè.
Ricordare dei miei appuntamenti con Luka e del motivo per cui ho rotto con lui.
Sembra un ragazzo d’oro, di quelli che non si incontrano tutti i giorni e che ti trattano come una principessa.
Non l’ho detto a nessuno, ma mi batte forte il cuore quando sono vicino a lui e continuano a sudarmi le mani.
Che mi stia innamorando o che in realtà sono già innamorata da sempre di lui?
Però… però stando a quanto scrivevo prima di perdere la memoria dovrei aver perso la testa per Adrien, quanto vorrei ricordarmelo.
Sì, è un bel ragazzo, nulla da dire, e sembra anche interessato a me.
Alya mi ha detto che non la smetteva di osservarmi oggi al pontile quando mi ero appartata con Luka, come se mi stesse portando via da lui.
Le sembrava che i ruoli si fossero invertiti.
E’ frustrante sentire i tuoi amici parlare di cose anche passate e non sapere a cosa in realtà si stavano riferendo.
Io sorrido e faccio finta di nulla, ma non sto bene anche se gli altri non danno peso alla mia amnesia.
*
Ieri sono ritornata in ospedale per l’ennesima visita di controllo, è venuto dall’America un noto luminare, bravissimo nel suo campo, a detta dell’ospedale il migliore, ma neanche lui ha saputo aiutarmi.
Dice che la mia testa non ha niente che non va, che è solo una questione di blocco.
Quale blocco?
Non so se ridere o se piangere, perché certe cose le vedi solo nei film.
Il Professore mi ha detto che vorrebbe provare un esperimento che al cento per cento funzionerà, e già alla parola “esperimento” a mio padre si erano rizzati i capelli, il tentativo che vogliono fare è quello di spegnere il mio cervello e farlo ripartire come fosse un computer.
Che???
Non ti dico le cose che mio padre gli ha urlato e se avesse potuto lo avrebbe preso volentieri a pugni.
“Nessuno oserà trattare mia figlia come una scimmia” Aveva detto.
Scimmia… perché mi è famigliare questa parola?
Sai, ho sentito come un tintinnio e mi è apparsa nella mente il mio compagno di scuola Kim che si era trasformato in quel primate brandendo un bastone e urlava all’impazzata “Confusione”, facendo comparire oggetti degni di un circo.
Ho riso.
Eccome se ho riso.
Da quanto ridevo la pancia aveva cominciato a farmi male.
Non riuscivo a fermarmi e io e mia mamma siamo state costrette ad allontanarci dalla stanza finchè non mi fossi calmata.
Alla spiegazione del perché mi sono messa a ridere, ho visto mamma rabbuiarsi, chissà che cosa ha pensato in quel momento.
Forse che sono pazza? Probabile.
Sta di fatto che mi sono intristita anch’io perché sembrava che nessuno capisse che erano cose vissute, lo sentivo.
Io avevo visto sul serio Kim trasformarsi davanti a me in King Monkey. Si ricordo bene il suo nome, ma qualcosa mi dice che non dovevo dire a nessuno quella cosa.
*
Sto impazzendo… ne devo parlare subito con qualcuno.
*
Marinette raggiunse la sua amica Alya nel pontile dove il giorno prima si erano incontrato con i loro amici.
Era stranamente vuoto e silenzioso.
Alya agitò una mano per segnalare meglio la sua posizione appena la vide arrivare tutta trafelata.
“Scusa, i miei mi hanno trattenuto in pasticceria” Ansimò mentre si accomodava sulla panchina accanto a lei.
“Tranquilla, tanto sono abituata ai tuoi ritardi”
“Sono una pessima amica, vero?” Chiese affranta stringendo le mani sulle ginocchia.
Alya le mise le due mani sulle spalle “Sei la mia migliore amica, e non potrei chiedere di meglio. Non fa niente se sei sempre in ritardo, le cose tra noi non cambieranno mai, e sai perché? Perché io ci sarò sempre per te e sei la persona più affidabile che conosca”.
A Marinette scesero un paio di lacrime prima di abbracciarla e ringraziarla per le bellissime parole, anche lei sapeva che poteva fidarsi ciecamente e non le serviva di certo la memoria per capirlo.
La corvina si asciugò velocemente le guance con il dorso della mano e cercò di ricomporsi come meglio poteva sfoggiando il suo miglior sorriso.
“Alya… ho bisogno che tu mi racconti tutto.” Esordì senza troppi fronzoli e andando subito al sodo.
“Ma i medici…” Obiettò lei gesticolando con le mani e trovandosi in serio imbarazzo, Sabine le aveva raccomandato di non parlare troppo del suo passato perché questo avrebbe potuto essere dannoso per la sua salute.
Non sapevano ancora bene come avrebbe reagito: uno shock, uno svenimento...
“Al diavolo i medici, Alya. Ho bisogno di risposte, sto impazzendo e non riesco a capire cosa sia reale e cosa no. Comincio a vedere cose. Ricordi confusi, credo. Non penso siano frutto della mia immaginazione.” Marinette era disperata e quel diario segreto e la sua migliore amica erano i soli punti di riferimento che aveva.
“Cosa vuoi sapere” Soffiò rassegnata, se Marinette aveva mantenuto la sua testardaggine sicuramente non l’avrebbe fatta rincasare prima di aver avuto le sue risposte.
Non sapeva da cosa partire con la precisione, forse la prima cosa da appurare era il perché tra lei e Luka non aveva funzionato, forse quella era la parte facile.
“Luka!”
“Specifica meglio
"Perché io e lui abbiamo rotto?"
Alya sbuffò perché in passato Marinette era stata molto vaga riguardo la rottura.
"È complicato."
"Tutto è complicato, Alya."
“Mmm diciamo che non è proprio così. Poi che altro vuoi sapere?”
“Adrien e Lady Bug”
Alya fischiò con la bocca pensando che avrebbe avuto bisogno più di un pomeriggio per spiegarle, o meglio per cercare di essere più esaustiva possibile.
Deglutì prendendo del tempo, e pensò che parlare per prima di Luka e Adrien sarebbe stata la scelta giusta.
Raccontò di come lei si era innamorata di Adrien in un giorno di pioggia e lì venne interrotta perché sapeva bene il come, lo aveva letto nel suo diario, quello che non riusciva a capire era perché il nome di quest’ultimo non compariva mai tra quelle pagine anche se stavano insieme.
“Vedi Marinette… io non so darti questa spiegazione, però posso intuirla. E’ un po' complicato da spiegare e metto le mani avanti dicendo che sono solo mie teorie.”
“Ti ascolto” Marinette era attenta come una scolaretta il primo giorno di scuola.
Un alito di vento mosse i capelli delle giovani amiche.
“Credo che in realtà non amassi Luka, e che hai accettato di uscire con lui solo per dimenticare Adrien che nel frattempo stava con Kagami”.
Un campanello suonò nella sua testa e la vista iniziò a svanire facendo comparire delle piccole stelline, poi immagini sempre più nitide.
“… solo una persona non voglio ferire, Marinette. Ma non posso rinunciare ad Adrien, nemmeno per amicizia”
“Che significa Alya!” Le aveva ripetuto questa frase che continuava a risuonarle nella mente.
La castana scosse la testa, non era sicura che fosse una frase pronunciata dalla stessa Kagami e in che occasione le avesse rivolto quelle parole.
Marinette si tenne la testa, quel fischio non voleva smettere di darle fastidio.
“Ti accompagno a casa” Alya si era alzata e le aveva teso una mano.
“No, dobbiamo continuare” Disse determinata puntanto il suo sguardo blu, duro, su quello castano e più malleabile di lei.
“Ma stai male”
“Sei l’unica che mi può aiutare!” Soffiò con gli occhi lucidi, e questo bastò ad Alya per intenerirsi e continuare con la spiegazione.
“Ti avverto, un altro malore e chiamo un'ambulanza, o peggio ancora, i tuoi”.
Marinette annuì poco convinta abbozzando un sorriso tirato.
“Hai lasciato Luka perché continuavi a nascondergli il fatto che fossi Lady Bug, e non poterglielo dire a lui, a nessuno, ti ha fatto crollare. Stavi per perdere anche la nostra amicizia.
Ricordo come fosse ieri il giorno che me lo hai rivelato… ammetto che è stato uno shock, ma sono contenta che ti sei liberata di questo peso. Solo che questo non ha cambiato il rapporto tra te e Adrien, nel senso che non gli hai mai detto che ti piaceva proprio per questo, temevi che avrebbe sofferto per eventuali tue bugie e che non potesse capire.
Ma secondo me, questo avrebbe devastato te, invece.”
Marinette iniziò a singhiozzare improvvisamente e Alya fu costretta a interrompere il racconto.
“Non fare così, Marinette” Le massaggiò la schiena per alleviarle le convulsioni.
“Perché non provo più niente per lui?”
Questa rivelazione fu più scioccante di saperla Lady Bug.
“E’ normale. E’ come fosse una persona appena conosciuta….” L’abbracciò cercando di calmarla “…certo che però, avete un tempismo perfetto voi due. Prima eri tu che correvi dietro a lui, e ora è il contrario…”
Scoppiarono a ridere tutte e due.
“Non ti preoccupare amica mia, ti aiuterò a ricordare quanto lo amavi”
*
22 Aprile

Caro diario,
Sono proprio fortunata, nonostante non ricordi i momenti passati con la mia migliore amica sento che posso fidarmi di lei al cento per cento.
Alya è una di quelle persone che s’incontrano una volta nella vita e guai a farle scappare via.
Sai… oggi è successa una cosa…
Ero in mensa che chiacchieravo con Nino e Alya, quando Adrien si è avvicinato e ha proposto un’uscita a quattro per domani al cinema.
Ho accettato, sarà interessante vederlo anche fuori dalla scuola, sono curiosa di sapere che cosa mi ha fatto innamorare di lui, immagino che sarà come essere da soli visto che l’altra è già una coppia consolidata.
Purtroppo però quando era stato tutto deciso, persino il film da vedere, Adrien ricevette una chiamata dalla sua governante Nathalie…
Uscì di corsa dalla sala mensa, non voleva che ascoltassimo la conversazione, ma da quanto avevano potuto capire Alya e Nino si trattava di suo padre, forse qualcosa di grave, perché quando rientrò, Adrien aveva annunciato che domani sarebbe partito per il Tibet, ma non ha detto altro, mi ha dato come l’impressione che Gabriel non si trovi lì per un viaggio di lavoro come inizialmente mi aveva spiegato.
Non so perché, ma credo ci sia dell’altro, e che sia successo qualcosa di grave… non so come aiutarlo...

La testa continua a farmi male, immagini confuse continuano a sovrapporsi una sopra l’altra.
Vorrei soltanto ricordare…

continua

Ricordati di meWhere stories live. Discover now