4 - «Ne sei in grado?»

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Jungkook pov

Camminavo lentamente sul marciapiede, non sarei andato più velocemente perché non ne avevo la forza, ero ancora in hangover e dovevo darmi una riassestata al più presto, anche perché da lì a poco avrei incontrato Jimin e se mi avesse visto barcollare mi avrebbe fatto la paternale e tutto il discorso sull'alcolismo e chissà cos'altro. In teoria doveva venire a recuperarmi a casa per poi andare a pranzare insieme ma considerato che avevo appena mangiato un po' a fatica e che il dopo sbornia mi aveva tolto l'appetito rimanemmo d'accordo che lo avrei raggiunto a breve al parco.

Giunsi a destinazione in un quarto d'ora buono, non era distante da dove vivevo e quel punto andava più che bene. Mi misi seduto su una panchina e gli mandai un messaggio avvertendolo che ero arrivato. Mi coprii gli occhi con gli occhiali da sole, non mi sarei fatto vedere in volto per le motivazioni che ho detto prima. Non avevo voglia di sentirmi dire cosa dovevo o non dovevo fare, non avevo più voglia di niente da un bel po' di tempo a quella parte. Tutto mi sembrava grigio, anche in una giornata con un sole da spaccare le pietre sembrava si fossero spenti i colori. Era così che mi sentivo, vuoto e senza sapere che strada stessi percorrendo; ero come un turista in visita alla sua prima città che non aveva senso dell'orientamento. Il mio volto era cupo, la mia anima era come se si fosse sbriciolata. Pensai a come mi sentivo e due lacrime mi rigarono il volto, mi concessi il lusso di piangere sapendo che non mi avrebbe visto nessuno, tanto ogni persona lì intorno era intenta a farsi i cazzi propri e dubitai sul fatto che a qualcuno sarebbe importato di come stavo.

Io non ero altro che un granello di sabbia, un puntino insignificante con  un'esistenza inconcludente.

Mi accesi una sigaretta ed ecco che vidi arrivare da lontano il mio amico.

"Ehi"

Ci demmo un saluto stringendoci mano e braccio "Ciao fratello"

"Come ti senti?"

"Hai la domanda di riserva?"

Sospirò. "È ora che io e te facciamo un discorso serio, Jungkook"

"Oddio Jimin no, ti supplico"

"Ti supplico niente" - disse serio sedendosi a fianco a me - "è ora che affrontiamo la realtà perché questa cosa sta andando avanti da troppo"

"Questa cosa...cosa?"

"Lo sai benissimo, non fare finta di niente"

"Se ti riferisci a Yoongi e Taemin sappi che non gli ho ancora scritto, devo pensare bene ai messaggi che manderò anche se temo che non risponderanno"

"Stai scherzando vero!? Non penserai mica di porgergli le scuse tramite uno stupido messaggio?"

"Be l'idea era quella"

Altro sospiro. "Jungkook non ci siamo proprio"

"Parlami di quel lavoro" - lo esortai a cambiare argomento.

Lui si zittì e capì in un lampo che non ero pronto per parlare di me e di quello che successe la sera precedente.

"Quel lavoro di cui mi hai parlato ieri... sai stamattina ho letto il messaggio e mi sono ricordato"

"E ti ricordi anche di cosa si tratta?"

"Vagamente, rammentamelo tu e dimmi qualcosa in più al riguardo"

"Dammi una sigaretta"

Così feci, ne estrassi una dal pacchetto e gliela porsi. Dopo averla accesa buttò fuori una boccata di fumo e proseguì. "Telefonate erotiche, vuoi davvero intraprendere questa strada?"

"Ci voglio provare, forse sì, forse no...boh"

"Almeno una cazzo di volta hai le idee chiare su cosa vuoi fare? Sei in grado di prendere una decisione con fermezza?"

From sunset to eternity | TaekookWhere stories live. Discover now