15 - «Per sempre»

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Jungkook pov

A fare da sfondo fu quel lungo bacio che ci scambiammo finché la voce di Taehyung non interruppe quel silenzio.

"No" - disse staccandosi e mettendo le mani avanti.

"Sì invece, lo so che lo vuoi anche tu" - e lo ripresi attaccando nuovamente le mie labbra alle sue avviando un bacio molto più spinto del precedente. 

Ci alzammo entrambi, lo presi in braccio e lui avvinghiò le gambe intorno a me mentre le nostre bocche non si staccarono di un centimetro. Senza pensarci due volte entrai nella doccia poco distante e mi tolsi con foga la maglietta, in seguito feci lo stesso con lui, gliela levai in fretta e furia, mi abbassai i pantaloncini fino a levarli del tutto e feci lo stesso con quelli di Taehyung. Ci guardammo, consapevoli di quello che stavamo per fare.

Lo volevo ed ero sicuro che anche lui lo desiderasse. Ci togliemmo entrambi gli slip e mi fiondai nella doccia per poi baciarlo di nuovo appassionatamente e senza pensarci troppo aprii il getto dell'acqua.

"No, Jungkook" - mi disse con un po' di fiatone e con uno sguardo che non sapevo bene come percepire.

Rimasi a guardarlo per una manciata di secondi per poi chinare la testa. Uscii dalla doccia e mi avvolsi in vita un asciugamano che era appoggiato poco più in là.

"D'accordo, scusa..." - e senza aggiungere altro uscii da lì. 

Nei giorni a seguire si può dire che io e Taehyung quasi non ci parlammo, ci incrociavamo per il corridoio o a tavola e percepivo tra noi una certa tensione, specialmente dopo quello che era successo. Non mancarono sguardi e sospiri, avevo pensato molto a quella situazione e non sapevo proprio come comportarmi, si vedeva che eravamo entrambi imbarazzati, non eravamo neanche più andati a vedere il tramonto un po' per la situazione e un po' perché dovevo lavorare.

Il mio patrigno inizialmente pensò, come mi disse il giorno che mi scaraventò a terra, che io non avessi trovato nulla, in seguito cominciò a credere che mi fossi inserito in un giro strano e illegale dato che per lui avere lo smalto nero e vestirsi dark equivaleva ad essere dei criminali. Mia madre al contrario sapeva che stavo lavorando dato che ero riuscito a pagarmi una rata universitaria, volle sapere in cosa consisteva ciò che svolgevo ma a pensarci bene non mi sembrava il caso di dirle che intrattenevo conversazioni erotiche al telefono, nonostante avesse insistito più e più volte affinché glielo dicessi. E rispetto al mio lavoro e a quello che mi disse Tae non avevo intenzione di smettere, per lui forse era difficile da accettare ma che altro potevo fare? Non riuscivo sinceramente a capire il perché diventò così ostile rispetto a ciò o forse in cuor mio lo sapevo e mi veniva difficile ammetterlo.

Che fosse gelosia? Poteva essere.

Arrivò il weekend e, come i precedenti, decisi di restare a casa anche perché da quando litigai con i miei amici non avevo più avuto nessuno con cui andare per locali, ogni tanto vedevo Jimin ma non aveva molto tempo a disposizione dato che il locale dove lavorava come barista era quasi sempre pieno. 

Ma quella sera si venne a creare una situazione che difficilmente potevo dimenticare.

Me ne stavo in camera mia a scarabocchiare uno dei tanti quaderni che avevo e mentre ascoltavo con le cuffie della buona musica, i Metallica, uno dei miei gruppi preferiti, ecco che mi arrivò un messaggio. Afferrai il telefonino e cliccai sull'anteprima di whatsapp.

Era Jimin.

JM: che fai Kooki?

Esitai un attimo e poi gli scrissi.

JK: niente di che, disegno.

Jimin sta scrivendo...

JM: stasera andiamo da qualche parte? Ti va?

From sunset to eternity | TaekookWhere stories live. Discover now