7 - «C'è altro?»

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Jungkook pov

Quando arrivai in facoltà erano le 16:00 in punto, ad aspettarmi c'erano ben due lezioni di un'ora ciascuna. Non mettevo piede lì da non so quanto tempo ormai, non avevo più seguito i corsi da quando il malessere aveva preso il sopravvento, tuttavia decisi di fare uno sforzo e tentare di assistere alle lezioni anche se la mia mente forse sarebbe stata da tutt'altra parte.

Aprii la grande porta d'ingresso e mi diressi verso l'aula percorrendo un lungo corridoio finché ad un tratto non vidi lui.

Yoongi.

Avevo per un attimo tralasciato il dettaglio che io e lui eravamo anche compagni di Accademia e bene o male seguivamo le stesse materie. Lo fissai con la speranza che anche lui dirigesse il suo sguardo verso di me, rallentai ma vidi che era intento a cercare qualcosa dentro la sua cartella. Non sapevo se avvicinarmi o aspettare che fosse lui a vedermi.
Non ero pronto a questo, non dopo quello che era successo al locale.
Dopo un po' di titubanza decisi di fare il passo decisivo e approcciarmi a lui.

"Ora o mai più" - dissi a bassa voce per poi affiancarmi a lui.

"C-ciao...Yoon" - spesso ero solito chiamarlo così, senza le due lettere finali, segno che tra noi ci fosse una grandissima confidenza.

Alzò la testa e il suo sguardo si fece parecchio serio; non disse nulla e riprese a frugare nella sua borsa alla ricerca di non so cosa per poi richiuderla di scatto e muoversi in un'altra direzione ignorandomi completamente.

"Aspetta!" - esternai a gran voce mentre cercavo di raggiungerlo.

"Mi vuoi ascoltare!?" - mi bloccai davanti impedendogli di passare.

Sbuffò e portò gli occhi al cielo, visibilmente seccato. "Che vuoi? Spostati"

"No" - gli dissi con fermezza.

"Non abbiamo niente da dirci, Jungkook" - mi diede una forte spinta e continuò a camminare.

Lo vidi allontanarsi e questo fece davvero male, portai la testa in basso con tutta la delusione e l'amarezza che avevo in corpo. Non ricordai un granché di quello che gli dissi al Deor ma sapevo che ero in torto e dovevo rimediare al pasticcio che avevo combinato.

Entrai in classe e, dopo aver trovato un posto a sedere, tirai fuori il quaderno e l'astuccio perché mi ero imposto di prendere appunti e di seguire ciò che il docente avrebbe spiegato sebbene con molta fatica perché avevo la testa da tutt'altra parte. Anche Yoongi doveva seguire quel corso ma si guardò bene dal sedersi vicino a me, non ne voleva sapere più nulla e con tutta evidenza non voleva parlarmi.
Sospirai, rassegnato.

La lezione sembrava non passasse più e il piano di prendere nota su ciò che diceva il professore andò a farsi fottere. Avevo fallito, un'altra volta. Ma come potevo riuscirci se la mia vita era costellata di eventi negativi ed ero nel mezzo di una profonda depressione? Avrei voluto stare a letto ma non potevo ridurmi in quello stato senza uscire di casa.
Mi tornò alla mente la sera precedente: Taehyung mi aveva portato in quel posto incantevole che avrei voluto rivedere volentieri ma col lavoro che facevo in quel lasso di tempo dovevo già essere disponibile per essere contattato e di certo non potevo rispondere alle chiamate erotiche davanti a lui.

"Benissimo, la lezione può terminare qui per oggi" - venni riportato alla realtà dalla voce del professor Yu-Hua - "mi raccomando rileggete le pagine che contengono l'argomento che ho spiegato oggi"

Perché? Che aveva spiegato? Non avevo seguito una mazza e mi portai una mano sul volto, arreso.

Gli studenti sgombrarono l'aula al più presto e così feci anche io. Diressi un ultimo sguardo verso Yoongi con la speranza che ricambiasse e che venisse da me a dirmi che era tutto a posto, che aveva messo una pietra sopra su quella brutta discussione e che eravamo amici come prima ma così non accadde. Feci l'ennesimo sospiro e, messa a tracolla la borsa, uscii.
Presi il cellulare e decisi di raggiungere Jimin al bar dove lavorava che era poco distante dalla facoltà.

From sunset to eternity | TaekookWhere stories live. Discover now